Napolitano: "Fare le riforme. Italia non può restare prigioniera di corporativismi e conservatorismi"
 











"L’Italia non può restare prigioniera di corporativismi e conservatorismi". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico al Quirinale.
"Specialmente in Italia - è il monito di Napolitano - dobbiamo rinnovare decisamente le nostre istituzioni, le nostre strutture sociali, i nostri comportamenti collettivi. Non possiamo più restare prigionieri di conservatorismi, corporativismi e ingiustizie".
E, per il presidente, è inutile "sbraitare contro la Ue per uscire da crisi". "Oggi - ha spiegato Napolitano - non solo l’Italia ma tutta l’Europa sono alle prese con una profonda crisi finanziaria, economica, sociale. E fanno fatica a uscirne. Possono uscirne, l’Italia e l’Unione europea, solo insieme, con politiche nuove e coraggiose per la crescita e l’occupazione, dirette soprattutto e più efficacemente ai giovani".
"Per farcela - prosegue il presidente della Repubblica- ci si deve non già chiudere nei vecchi recinti nazionali e sbraitare contro l’Europa, ma stringerci ancor più in uno sforzo comune, integrare ancora più le nostre energie, in spirito di solidarietà, nella grande Europa unita che abbiamo via via costruito in oltre 60 anni".
L’Europa, ha sottolineato Napolitano, ha scelto fin dagli anni Cinquanta la strada "dei principi del pluralismo politico, culturale e religioso, e dei diritti umani, civili e sociali". "L’Europa è decisa a difendere dalla nuova ondata di fanatismo, di barbarie, di terrore che è purtroppo venuta crescendo" quel patrimonio di civiltà che ha costruito a partire dal secondo dopoguerra. "E oggi - ha aggiunto - che vediamo il mondo, e anche regioni vicine all’Europa, in preda a venti e convulsioni di guerra, di intolleranza, di persecuzione, rendiamo omaggio agli statisti e agli uomini di visione e di azione, che immaginarono un grande continente come l’Europa finalmente liberato da divisioni fatali, da nazionalismi ebellicismi: finalmente in pace con se stesso e con il resto del mondo".
Mentre, tra i valori sanciti nella prima parte della Costituzione italiana, il presidente della Repubblica ha ricordato "legalità, rispetto delle Istituzioni, del dialogo: valori che si servono non a parole ma rifiutando nei fatti ogni violenza, ogni sopruso, ogni forma di corruzione".
Giorgio Napolitano ha quindi esortato gli insegnanti: "Crediamo in voi, nel vostro apporto, nel vostro spirito di sacrificio. Confidiamo nella chiarificazione e concretizzazione degli impegni annunciati dal governo per il superamento di situazioni ormai insostenibili che le politiche del passato non hanno mai risolto".
"Non c’è nulla di più gratificante e importante del dedicarsi a rendere migliore la nostra scuola, più libere e capaci di esprimersi, rafforzarsi, realizzarsi le vostre energie, la vostra intelligenza, la vostra creatività", ha aggiunto il Capo dello Stato rivolgendo un saluto ai circa tremila studentipresenti alla manifestazione, "ne ha bisogno acuto l’Italia per uscire dalle secche di una crisi drammatica".
Napolitano ha ricordato il piano del governo ’la buona scuola’ e la consultazione sui dodici punti di orientamento e di azione: "Auspico anch’io - ha sottolineato ancora - che a quella e vera e propria mobilitazione di esperienze e di idee partecipi il più gran  numero di voci rappresentative del mondo della scuola e dell’intera società italiana".

 









   
 



 
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