Perquisizioni e sequestri a Roma presso l’ospedale israelitico, gli uffici della Regione Lazio, in due Asl e in tre ambulatori della capitale. Si tratta di indagini e operazioni effettuate dai carabinieri su richiesta della procura capitolina nell’ambito dello sviluppo di un’inchiesta sulla struttura sanitaria della capitale che coinvolse nel gennaio scorso anche l’ex presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, nella sua veste di direttore generale dell’ospedale Israelitico. Ad essere iscritti nel registro degli indagati ora sono in dieci: oltre allo stesso Mastrapasqua, l’inchiesta coinvolge anche alti dirigenti del nosocomio tra cui il direttore sanitario Luigi Antonio Spinelli e il vice direttore amministrativo Tiziana D’Agostino, alcuni dipendenti e due funzionari della Regione Lazio legati alle precedenti amministrazioni. Sono tutti accusati di falso e truffa ai danni del Sistema sanitario nazionale pari "a milioni di euro per centinaiadi trattamenti sanitari". L’inchiesta madre riguarda fatti risalenti al 2009 quando un controllo dell’Asl Roma D su prestazioni dell’Ospedale Israelitico portò alla luce incongruenze: al centro degli accertamenti, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale, ci sono infatti diverse fatture ’gonfiate’ relative a prestazioni mediche non corrispondenti a quelle che in realtà sono state effettuate. Ad esempio, semplici interventi odontoiatrici per i quali venivano richiesti alla Regione rimborsi onerosi da intervento con ricovero. Dai controlli successivi, è emerso che tra il 2006 e il 2009 le richieste alla Pisana per "interventi fantasma" avvenivano nella stragrande maggioranza dei casi verificati, il 94% delle cartelle cliniche. La Regione governata da Zingaretti perciò ha sospeso il pagamento di 15,5 milioni di euro in fatture all’Israelitico, congelando i due protocolli d’intesa che la vecchia amministrazione aveva stipulato con la struttura sanitaria nel 2011 e nel2012. Le irregolarità nei rimborsi, stavolta, riguarderebbero i settori di ortopedia, per gli interventi all’alluce valgo, e le prestazioni di assistenza domiciliare integrata e di assistenza domiciliare oncologica. Per l’attività di ortopedia, in particolare, sono "stati inseriti a rimborso come prestazioni di ricovero", in realtà effettuate "in regime di day hospital o day surgery, remunerato con 4.629 euro anziché con 2.759 euro e interventi sanitari che avevano riguardato biopsie trans perineali erano stati inseriti a rimborso come prestazioni di ricovero e remunerati rispettivamente 1.459 euro e 1.331 euro invece di 238 euro e 151". All’inizio di agosto, alla fine delle indagini penali intrecciatesi poi con quelle dell’Agenzia di Sanità pubblica e della Corte dei conti, era stato il Nas dei carabinieri a scrivere alla Pisana chiedendo di "revocate la convenzione 2013 con l’ospedale Israelitico; sospendere la determinazione del suo budget per il 2014; bloccare il rinnovodell’accordo per l’anno in corso e revocare l’accreditamento". "Il valore del danno erariale" per la truffa era stato stimato in "14 milioni 301mila 996 euro". Ma per la seconda volta, il Tar, aveva accolto il ricorso dell’Israelitico contro la decisione della Regione che, in autotutela, aveva chiesto il recupero delle somme pagate per la remunerazione delle prestazioni sub iudice, fissando all’8 ottobre la data per l’udienza che entrerà nel merito del contenzioso Regione-Israelitico. Tra un paio di settimane è prevista invece la prossima udienza del processo che vede accusati alcuni medici dell’ospedale israelitico e degli ex dirigenti dello stesso nosocomio. Intanto, anche i magistrati contabili hanno aperto un fascicolo parallelo per capire perché non sia stato messo un freno ai finanziamenti e individuare possibili profili di colpa grave per il danno arrecato alle casse del sistema sanitario nazionale e della Asl di riferimento della struttura. Nel mirino della Corte deiConti potrebbero finire anche alcuni dei componenti dello staff dell’ex assessorato alla Sanità dell’era Polverini e Marrazzo che non revocarono l’accreditamento alla struttura, nonostante i vertici dell’ospedale fossero indagati. "Da quanto ho capito, si tratta di approfondimenti e di ispezioni legate al filone di inchiesta che riguarda le precedenti amministrazioni. Noi siamo stati rigorosissimi, a luglio, nel prendere provvedimenti" ha commentato il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. "La Regione si è messa a totale disposizione degli inquirenti e delle forze dell’ordine - ha aggiunto - per fare il massimo di chiarezza e trasparenza, affinché venga fatta piena luce su quanto accaduto. Stiamo studiando ulteriori provvedimenti affinché il patrimonio del sistema sanitario regionale non sia intaccato in ogni modo da rischi di malaffare, in questo caso, come in altri".r
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