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Sblocca Italia, scatta l’allarme inceneritori. "A rischio la qualità dell’aria
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Lo Sblocca Italia ha fatto ripartire la guerra degli inceneritori: la decisione di spingere al massimo il pedale dell’acceleratore sulla termocombustione ha rotto un equilibrio precario. Le preoccupazioni più significative sono state espresse dall’Asso Arpa, l’associazione delle agenzie regionali per l’ambiente, in un’audizione alla Camera in cui ha disegnato lo scenario di un rischio sanitario aumentato. "Le valutazioni espresse dall’Asso Arpa confermano le perplessità a proposito della misura che prevede la saturazione del carico termico per gli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani”, afferma Miriam Cominelli (PD), della Commissione Ambiente della Camera. "Secondo il parere degli esperti, le criticità riguardano soprattutto l’effettiva capacità degli attuali termovalorizzatori di sopportare un carico eccessivo e le ricadute negative per la qualità dell’aria". Un secondo dissenso si è aperto sul fronte delle Regioni. "Non daremo mail’assenso alla mobilità dei rifiuti", ha dichiarato l’assessore al Bilancio della Regione Lombardia Massimo Garavaglia, commentando l’articolo 35 del decreto Sblocca Italia che prevede l’obbligo degli impianti di trattamento di smaltire i rifiuti che provengono da tutta Italia. Polemica anche Legambiente che oggi lancia la campagna "Puliamo il mondo". "Con lo Sblocca Italia il governo fa una scelta sbagliata affidandosi a una tecnologia declinante, prospetta un futuro di investimenti per la costruzione di nuovi inceneritori e per il potenziamento di quelli esistenti: investimenti che richiederanno anni per essere operativi mentre la gestione efficiente dei rifiuti sta già mettendo fuori mercato gli inceneritori attuali", sostiene Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia. Infine arrivano anche osservazioni sul profilo economico della scelta. Il WAS - Waste Strategy, il think tank sui rifiuti e il riciclo di Althesys – ha elaborato una stima sui vantaggi legati aun’opzione orientata al riciclo dei rifiuti. Con questa scelta nei prossimi anni si creerebbero fino a 195 mila nuovi posti di lavoro: rispettare le direttive europee sulla diminuzione dei rifiuti in discarica e sull’aumento della differenziata e del riciclo significa triplicare il numero degli addetti, aggiungendo al settore un’occupazione che vale in termini assoluti quanto tutti gli occupati di Enel nel mondo. "Il vantaggio economico complessivo può arrivare a sfiorare i 16 miliardi di euro", afferma Alessandro Marangoni, amministratore delegato di Althesys. Antonio Cianciullo,repubblica
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