Il governo Renzi incita all’evasione fiscale!
 











Domanda per i miei 24 (25 erano quelli di Alessandro Manzoni, è un fatto di modestia) lettori.
Considerato che:
1) L’Italia è uno dei Paesi più corrotti del mondo e la corruzione si fa con il “nero”, cioè con i soldi frutto dell’evasione fiscale;
2) L’Italia è sull’orlo della bancarotta da almeno 5 anni e, ogni anno, si tagliano servizi essenziali tra cui, in particolare, quelli sanitari e giudiziari; senza i quali un Paese smette di essere civile;
3) Il bottino rappresentato dall’evasione fiscale si aggira, secondo i calcoli di Corte dei conti, Agenzia delle Entrate, Eurispes e Camere di Commercio (queste ultime un po’ interessate al ribasso) tra i 90 e i 200 miliardi di euro;
4) Dovrebbe – pertanto – essere necessario recuperare il gettito fiscale evaso che, secondo il ministero delle Finanze (che non lo dice espressamente; lo si ricava – con fatica – dai dati on line), proviene, per il 90%, dal popolo dell’Iva e dalle piccole emedie imprese;
5) Gli accertamenti fiscali sono pari al 10% (scarso) delle dichiarazioni presentate; il che vuol dire che il contribuente italiano sa che, nel 90% dei casi, può scrivere “viva l’Italia” sulla dichiarazione dei redditi e nessuno gliene chiederà conto;
6) la durata del processo tributario è – in media – di circa 8/10 anni, sicché il progetto eversivo (anche evasivo ma eversivo esprime compiutamente il concetto) di pagare – se va male (magari si cade nel 10%) – le imposte a babbo morto diventa ragionevolmente molto vantaggioso: se non ti scoprono non paghi per niente; se sì, paghi il dovuto;
7) La percentuale di effettivamente riscosso sul definitivamente accertato non arriva al 12%, sicché il progetto di cui al n. 6 è a maggior ragione fatto proprio dalla stragrande maggioranza dei contribuenti;
8) L’unico mezzo per indurre contribuenti, che hanno constatato nel corso di decenni la vantaggiosa fattibilità dell’evasione, a smetterla di frodare lo Stato e divivere alle spalle degli sfortunati che non possono seguire il loro esempio (lavoratori dipendenti e pensionati: a quelli le tasse gliele prendono, non gli chiedono di pagarle), è la prospettazione di un male gravissimo, tanto grave che la relativa improbabilità di esserne colpiti non sia ragione di tranquillità: una severissima sanzione penale;
9) Questo sistema è proprio di tutti gli Stati civili, in particolare degli Usa, sicché ogni dubbio sulla sua legittimità e utilità non ha ragion d’essere. Tutto ciò considerato. Perché:
a) Il “nero” (la forma di evasione più diffusa) è gratificato come “dichiarazione infedele”, reato punito da 1 a 3 anni, il che significa nei fatti niente carcerazione preventiva, niente intercettazioni e una pena ridicola tra i 5 e gli 8 mesi (niente carcere) ; invece che “frode fiscale”, reato punito da 1 anno e 6 mesi fino a 6 anni con conseguente possibilità di carcerazione, intercettazioni e effettiva sanzione penale?
b) Considerato che fino a 4anni di pena comunque in carcere non ci si va, non mettono allo studio una riforma per aumentare le pene per gli evasori fiscali?
c) Al contrario, stanno progettando di aumentare le soglie di punibilità; che significa non considerare reato la frode o la dichiarazione infedele se l’imposta evasa è inferiore a una soglia variabile tra i 150.000 euro e i 400.000 euro?
d) Non hanno pensato che 150.000 euro equivalgono a ricavi per 300.000 euro e che 400.000 euro significano un “nero” di 800.000 euro?
d) Hanno solennemente dichiarato che l’elusione fiscale (il sistema praticato dalle grandi imprese per frodare il fisco) non è penalmente rilevante?
e) Non adottano il sistema di imputare in via diretta le somme sequestrate nel processo penale al pagamento delle tasse evase?
Una volta riflettuto su queste domande, diciamo così, propedeutiche:
I) Perché questo trattamento di favore agli evasori?
II) Sono incompetenti o venduti? Bruno Tinti, da il Fatto quotidiano, 17dicembre 2014









   
 



 
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