Influenza, nove giovani in rianimazione
 











Nuovi casi di pazienti in condizioni gravissime e previsioni inquietanti che stimano mezzo milione di pugliesi a letto a febbraio. Potrebbero passare da 6 a 9 i casi di soggetti, tutti giovani, in rianimazione per insufficienze respiratorie gravi causate dal virus H1N1. Per il momento l’Oer, Osservatorio epidemiologico regionale, non conferma. Quel che è certo è che c’è un nuovo caso, un paziente grave, nella rianimazione del San Paolo a Bari e che i laboratori dell’osservatorio stanno lavorando sui dati di altri due casi in arrivo dall’Asl di Lecce. "La fase acuta è in pieno corso  -  commenta la responsabile dell’Oer, Cinzia Germinario  -  ma prima di dare delle conferme dobbiamo analizzare i dati in laboratorio".
Intanto, l’autopsia compiuta ieri sul bimbo di 15 mesi morto a Lecce a causa di complicanze dell’influenza ha evidenziato gravissimi danni cerebrali, un grave stato di sofferenza cardiaca e polmonare e una graveinfezione a un polmone. Stato di compromissione che, secondo fonti legali della famiglia del piccolo, era già in atto dal momento del secondo accesso al pronto soccorso, il 4 gennaio scorso, tre giorni dopo il primo accesso quando il piccolo fu mandato a casa. Sul caso è in corso un’inchiesta della procura di Lecce.
Ora, però, a preoccupare maggiormente è la previsione dell’Ordine dei medici che stima 500mila pugliesi influenzati a febbraio. Se fosse confermata si tratterebbe di una cifra record, in grado di sbriciolare anche la cifra dei 300mila ammalati raggiunta nel 2014. "Quest’anno  -  conferma Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari  -  le nostre stime ci dicono che potremmo superare i 500mila casi. Il picco arriverà tra 2 settimane quando si toccheranno i 9-10 malati per mille abitanti, una cifra superiore a quella raggiunta nella pandemia del 2009. Ciò significa che saranno a letto 40-50mila persone ogni giorno per l’influenza. A questesi aggiungeranno i malati con sindromi para influenzali, circa 15-20mila persone".
Il vero problema, secondo Anelli, consiste nel basso numero di persone vaccinate: "L’influenza non passerà prima della fine di febbraio, quindi abbiamo ancora davanti 6-7 settimane di malattia a livelli molto alti. Più ci si vaccina e più diminuiscono le possibilità che la gente si ammali. Purtroppo, però, sul vaccino constatiamo ancora tanta diffidenza ". In tutta la regione il calo delle vaccinazioni è attorno al 20-30 per cento. Secondo dati dell’Ordine dei medici, lo scorso anno a Bari si è vaccinato il 61 per cento della popolazione anziana, "mentre quest’anno  -  dice Anelli  -  non raggiungeremo nemmeno il 50 per cento degli ultra 65enni. A questo punto sarebbe utile avviare una campagna istituzionale per spingere i pugliesi a vaccinarsi".antonello cassano,repubblica

 

 









   
 



 
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