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Ue: Corte chiude ’querelle’ Donnici-Occhetto su seggio Strasburgo, fuori ex segretario Pci
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A meno di sei mesi dalle elezioni europee, va in scena l’atto finale della ’querelle’ Donnici-Occhetto per il seggio conteso all’Europarlamento. Una nuova ordinanza della Corte europea di Giustizia chiude definitivamente la lunga disputa, in favore del primo. "Le impugnazioni sono respinte, il Signor Occhetto e il Parlamento europeo sono condannati alle spese del Signor Donnici", conclude lapidario il documento dei giudici di Lussemburgo, di cui AKI-ADNKRONOS International possiede una copia. Una decisione che conferma quanto stabilito dal Tribunale di primo grado Ue nel novembre 2007. La Corte Ue giudica "infondate" le principali motivazioni avanzate da Occhetto e dal Parlamento, ricordando in particolare che Strasburgo ha potere di decidere sulla validita’ del mandato di ciascuno dei suoi membri "fatta eccezioni per le contestazioni fondate su leggi elettorali nazionali", si legge nel testo non ancora reso pubblico. Ma non solo. Per la Corte"non puo’ essere accolto l’argomento secondo cui tale interpretazione dell’articolo 12 dell’atto del 1976 condurrebbe ad uno svuotamento dei poteri di verifica di cui dispone il Parlamento". Ma per capire l’intricato caso bisogna fare un bel passo indietro fino alle elezioni europee del giugno 2004, quando Beniamino Donnici si candida per la lista comune ’Societa’ civile Di Pietro-Occhetto’ nella circoscrizione Italia meridionale. Il voto vede l’ex pm primo eletto nell’Italia Nord Occidentale e nel Sud e Occhetto al secondo posto, in entrambe le circoscrizioni. Di Pietro opta per il Sud, mentre l’ex segretario del Pci, all’epoca senatore, rinuncia in favore di Giulietto Chiesa. La compagine pero’ cambia nel 2006: quando Di Pietro viene eletto alla Camera, Occhetto decide di revocare la sua rinuncia e si insedia all’Europarlamento. Donnici fa ricorso al Tar del Lazio ma senza successo, finche’ il 6 dicembre 2006 il Consiglio di Stato accoglie il suo appello contro la sentenzadel Tar. Donnici va dunque all’Europarlamento e viene revocato il mandato di Occhetto. Ma non finisce qui. In una lettera alla commissione giuridica dell’Assemblea Ue Occhetto contesta la decisione delle autorita’ nazionali e trova l’appoggio della stragrande maggioranza degli eurodeputati di Bruxelles. Immediato il ricorso di Donnici al Tribunale di primo grado della Corte Ue per contestare la violazione delle regole sulle competenza in materia di verifica dei poteri dei suoi membri da parte di Strasburgo. Il Tribunale di Lussemburgo accoglie la domanda e decide la "sospensione dell’esecuzione della decisione controversa" dell’Aula Ue. Donnici ottiene di nuovo il suo seggio. Occhetto e il Parlamento Ue presentano poi un’impugnazione contro questa decisione ma la Corte adesso ha respinto la richiesta mettendo dunque, definitivamente, la parola ’fine’ al lungo braccio di ferro durato piu’ di mezza legislatura europea.Adnkronos/Aki
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