Cda Rai contro ’Annozero’: ’’Puntata su Gaza faziosa e intollerante’’
 











Tirata d’orecchie del Cda Rai a Michele Santoro per la puntata di ’Annozero’ dedicata agli scontri nella Striscia di Gaza. Il Cda di Viale Mazzini ha infatti approvato un ordine del giorno in cui sottolinea che la puntata di ’Annozero’ andata in onda giovedì scorso "ha peccato di intolleranza e faziosità" e si impegna il direttore generale a far sì che i principi di imparzialità dell’informazione "abbiano sempre attuazione nella programmazione della Rai". La puntata di giovedì era stata abbandonata fra l’altro da Lucia Annunziata, dopo uno scontro con il conduttore.
’’Il Consiglio di Amministrazione della Rai nella seduta di oggi - si legge nel testo dell’odg approvato - ha ascoltato una comunicazione del presidente Claudio Petruccioli sulle polemiche suscitate dalla puntata della trasmissione ’Annozero’ sulla guerra di Gaza. Il Consiglio ha preso atto condividendola della lettera inviata da Petruccioli al Presidente della Camera deiDeputati".
"Il Consiglio - prosegue l’odg - sottolinea che nel suo complesso l’informazione della Rai sul conflitto è completa ed equilibrata; rileva che di fronte al racconto e all’approfondimento delle ragioni di crisi internazionali così drammatiche, agli autori, ai giornalisti e ai conduttori del servizio pubblico è richiesto un più alto senso di responsabilità e di attenzione".
"La trasmissione di ’Annozero’ del 15 gennaio - sottolinea il Cda Rai - si è sottratta a questo obbligo e ha peccato di intolleranza e faziosità. A nessuno, tanto più a chi opera nel servizio pubblico, può essere negato di esprimere il proprio punto di vista, ma questo deve tener conto e rispettare anche il punto di vista degli altri per evitare di diffondere un messaggio unilaterale e parziale. In particolare quando si informa su un conflitto come quello fra Israele e i palestinesi, è sbagliato assumere come ragioni assolute le ragioni di una delle parti in campo ma bisogna sempre raccontare i fattie le vicende nella loro complessità con rispetto delle diverse convinzioni e posizioni". In conclusione dell’odg, dunque, il Cda "impegna il direttore generale affinché questi principi abbiano sempre attuazione nella programmazione della Rai’’.
In una lettera al Cda Rai, Michele Santoro scrive che "purtroppo, siccome siamo scomodi per il sistema politico, è invalsa l’abitudine di entrare nel nostro studio non per discutere o argomentare ma per insultarci’’. Nella lettera Santoro definisce anche l’intervento dell’ambasciatore dello Stato d’Israele, Gideon Meir, "una grave interferenza nella libertà d’espressione del nostro Paese. Ma non gliene faccio una colpa. La responsabilità ricade, piuttosto che sulla politica di quel governo, sul difetto di liberalismo del sistema politico italiano e della categoria alla quale appartengo, che non reagisce adeguatamente a queste clamorose invasioni di campo".
Al presidente e ai consiglieri Rai, Santoro scrive: "Non è mia abitudine replicarea chi commenta le nostre trasmissioni e ritengo, anche in questa circostanza, di non rinunciare a questo mio comportamento. Tuttavia nel florilegio di dichiarazioni che hanno fatto seguito ad ’Annozero’, a volte assumendo le forme del linciaggio, sono completamente scomparsi i contenuti del nostro lavoro. Siamo stati definiti terroristi, portavoce di Hamas, giornalisti spazzatura. Senza che questi insulti suscitassero adeguate reazioni".
Si è deciso, scrive tra l’altro Santoro, ’’di parlare dei bambini e della possibilità di fermare il massacro, domandandoci se fossero necessari quei corpi straziati per restituire sicurezza allo Stato di Israele". "Sono accusato di essere fazioso. Ma a quale fazione apparterrei? A una piccolissima fazione che conta qualche centinaio di aderenti. Se qualcuno avesse chiesto a quei bambini: ’Preferireste vivere?’, cosa avrebbero risposto? ’Certo che sì’. Bene, io la penso esattamente come loro".
’’L’insulto più grave è quello che mi è stato rivoltoaffermando: ’La trasmissione, come l’hai impostata finora, scusate ma questo è il mio lavoro farlo, non entro nel merito, è al 99,9%, eccetto la voce della ragazza di prima, tutta mirata…’", dice Santoro citando le parole di Lucia Annunziata.
"Un insulto gratuito - sottolinea il conduttore - assolutamente non giustificato da quello che era stato trasmesso fino a quel momento. Contate le parole, classificatele pure a seconda di quello che dicono. Soffermatevi poi sulla frase pronunciata da Lucia Annunziata quando gli animi erano calmi: ’Faccio una parte assolutamente da stronzissima’. Cosa voleva dire? Che parte voleva fare? Fornite voi una spiegazione plausibile, visto che lei avrebbe potuto dire tutto quello che voleva sull’argomento trattato, ragioni storiche comprese. Purtroppo, siccome siamo scomodi per il sistema politico, è invalsa l’abitudine di entrare nel nostro studio non per discutere o argomentare ma per insultarci. Tanto non si rischia niente. Io questo non l’hotollerato la scorsa settimana e non lo tollererò nelle settimane a venire".
A rispondere alle dichiarazioni di Santoro è il presidente della Rai, Claudio Petruccioli, che in una lettera inviata al conduttore scrive: "Il diritto alla parola lo abbiamo noi tanto quanto te. Ma non ti rendi conto che con me (con noi) ripeti lo stesso sbaglio che hai fatto con Lucia Annunziata? Le sue parole le hai considerate ricerca di benemerenze; le nostre le hai trasformate in potenziali proiettili". "Sarebbe molto meglio, anche per te - aggiunge fra l’altro Petruccioli - se tu non stessi fremente in attesa dello sparo risolutore e disvelatore. Da me non arriverà mai; non per viltà come tu accusi, ma per come sono. E non credo ci sia nessuno disposto a tirare quel grilletto".
Arriva a stretto giro di posta la risposta di Michele Santoro alla lettera inviatagli dal presidente della Rai, Claudio Petruccioli. "I miei errori - sottolinea - andrebbero indicati puntualmente e non bollatigenericamente senza consentire alcuna difesa ma al solo scopo di esporci agli attacchi dei rappresentanti dei Partiti. Comunque in tanti ti saranno riconoscenti. Io no". Adnkronos










   
 



 
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