D’Alema-Vito: ’’No ad elezione diretta del capo dello Stato’’
 











Massimo D Alema

L’Italia non è la Francia. La figura del presidente della Repubblica eletto direttamente dai cittadini e’ troppo forte per il nostro sistema istituzionale. Tuttavia un rafforzamento dei poteri del premier andrebbe attuato. D’accordo sul primo punto, il ministro dei Rapporti con il Parlamento Elio Vito e l’ex premier Massimo D’Alema si incontrano, ma solo parzialmente, sul secondo.
Il governo, sostiene Vito, deve essere sicuro di poter realizzare in tempi certi il proprio programma. Quindi ha bisogno di maggiori poteri. Sbagliato, replica il parlamentare del Pd, i poteri del premier vanno aggiustati ma in un sistema di garanzie e controlli che non lo rendano ’onnipotente’. A Berlusconi i poteri non mancano, visto che ha una maggioranza molto robusta e la coalizione che lo sostiene e’ stabile e coesa. L’occasione per tornare a parlare della forma di Stato e di governo, l’ha fornita un convengo sulla V Repubblica francese e sulle profonde modificheche vennero introdotte nell’ordinamento istituzionale con l’approvazione della nuova Costituzione voluta da Charles de Gaulle nel 1958 in Francia. L’iniziativa, che si e’ tenuta alla sala del Refettorio a Palazzo San Macuto, e’ stata un’occasione per riflettere sulle riforme che andrebbero realizzate per modernizzare l’impianto istituzionale italiano.
"L’elezione diretta e popolare del capo dello Stato -ha ammonito l’ex presidente della Bicamerale- ne accrescerebbe la legittimazione, il che comporterebbe perfino un rischio oggettivo di conflitto con il presidente del Consiglio e il Governo. Una figura presidenziale tanto forte, rischierebbe di compromettere le funzioni di garanzia del capo dello Stato, tanto piu’ con un bipolarismo come il nostro, caratterizzato da una contrapposizione molto aspra tra i partiti".
"Il nostro paese -ha confermato Vito- non e’ maturo per una riforma presidenziale. Credo anche io che il sistema parlamentare sia cosi’ radicato nella coscienza deicittadini e nella nostra tradizione, che sia difficile da sradicare. Credo sia giusto non sradicarlo. Il problema e’ come fare in modo che il regime parlamentare possa essere pero’ adeguato alle mutate esigenze del Paese e alla realta’ politica che si e’ determinata, per la quale vi e’ un’influenza diretta, da parte dei cittadini, sulla scelta del governo che io non butterei a mare come una cosa cattiva". Come contemperare le esigenze dell’esecutivo e del Parlamento? La cosa, secondo Vito, "si puo’ risolvere in due modi". Con l’attuale sistema elettorale, "eleggiamo di fatto direttamente il capo del Governo e il Governo, che pero’ non hanno poteri. Nel contempo abbiamo un ordinamento in cui il Parlamento si dice insoddisfatto dei poteri che detiene". Per accelerare il processo legislativo e dare certezza sui tempi all’esecutivo, "e’ giusto che si lavori sui ddl del governo, che si convertano i decreti, che l’onere della funzione legislativa spetti al Governo e che il Governo abbia vocein capitolo sulla determinazione dei calendari parlamentari". Di conseguenza e’ necessario procedere "con modifiche costituzionali che rafforzino i poteri del premier e del Governo. Se al contrario esistono delle fondate ragioni per mantenere radicato il sistema parlamentare -ha concluso il ministro- interveniamo con le modifiche dei regolamenti che rafforzino e concentrino la centralita’ del Parlamento sugli atti di indirizzo e di controllo ma riconoscendo il diritto-dovere del governo a realizzare quel programma votato dagli elettori".
"Ritengo abbastanza propagandistica -ha obiettato D’Alema- l’idea fatta filtrare dal Berlusconi, secondo il quale il premier in Italia non ha poteri. Non e’ vero. La maggiore difficolta’ di esercizio dei poteri del capo del governo e’ dovuta, in modo particolare, alla precarieta’ e alla frammentarieta’ della maggioranza. Ma potendo Berlusconi contare su una maggioranza ampia e largamente coesa intorno alla sua persona, posso assicurare che ilpresidente del Consiglio ha poteri assai forti, anche a Costituzione invariata". "Credo sia giusto rafforzare i poteri del Governo. Penso che il presidente del Consiglio -ha osservato l’ex premier e ministro degli Esteri- debba essere messo nelle condizioni di scegliere e eventualmente sostituire i ministri ma non credo che una riforma di questo tipo la si possa fare se non si mette mano a una modifica complessiva del Parlamento per bilanciare gli accresciuti poteri del governo. Un Parlamento piu’ forte, non in senso ostativo delle funzioni di governo, ma che disponga di efficaci strumenti di indirizzo e controllo". "In passato abbiamo compiuto l’errore di considerare la legge elettorale come sostitutiva del riassetto istituzionale, con l’effetto di ritrovarci un meccanismo che consente di eleggere il capo del Governo senza che a questo corrisponda un apparato di regole formali. Il solo ed esclusivo rafforzamento dei poteri del premier non mi sembra realistico, perche’ e’insufficiente, squilibrato e aprirebbe inutili conflitti. Le riforme durature -ha infine ammonito D’Alema- sono quelle condivise, altrimenti vengono svuotate o contrastate. Sopratutto quando hanno un’ampiezza tale da incidere sulle strutture fondamentali dello Stato". Adnkronos

 

 

 









   
 



 
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