Per l’estate caldo record nel Sud Europa. Sotto la -bolla- la Sicilia, ondate di calore sulle grandi città
 











"Secondo noi il caldo crescerà soprattutto tra giugno e agosto, quando aumenteranno ancora le possibilità che si registrino temperature più elevate, soprattutto al Sud dell’Europa, in Sicilia, così come in Nord Africa e nei Paesi del Medio Oriente: da Israele alla Siria. Ci saranno ondate di calore in tutti i maggiori centri urbani e sulla Sicilia".
A prevedere un’estate torrida è l’esperto Tony Barnstone, direttore del dipartimento previsioni climatiche dell’Iri (International Research Institute) for Climate and Society della Columbia University.
In un’intervista a ’Focus’, il mensile Gruner+Jahr/Mondadori, nel numero in edicola questo mese, il climatologo spiega: "Le giornate di brutto tempo e le piogge rimarranno più o meno sui livelli dello scorso anno".
Ma se l’estate si prevede molto calda, anche la primavera dovrebbe registrare temperature più alte della media di stagione: "Tenendo conto di alcuni fattori come effetto serra,temperature delle acque del Mediterraneo e dati inviati dai satelliti - aggiunge Barnstone - abbiamo calcolato che ci sono 45 possibilità su 100 che già fino a maggio le temperature siano più calde della media".
Intanto però sulle previsioni climatiche di lungo periodo si abbatte una nuova incognita. Sempre secondo "Focus" infatti due vulcani dell’Alaska (Redoubt e Cleveland) e cinque della penisola di Kamchatka in Russia, rischiano di esplodere contemporaneamente con la loro massima energia, alterando in questo modo il clima dell’emisfero nord per qualche anno.
I vulcani in questione si trovano da alcuni mesi in uno stato di allerta tra il giallo e l’arancio: ciò significa che potrebbero eruttare presto. Poiché si tratta di vulcani che nascono dallo scontro della placca oceanica con quella americana e asiatica, sono di tipo esplosivo: l’energia dell’eruzione può proiettare le ceneri e i gas emessi fin nella stratosfera, dove rimarrebbe a lungo.
Queste sostanze schermerebberoi raggi solari facendo raffreddare la superficie terrestre. Una situazione analoga si verificò nel 1991, quando eruttò il Pinatubo, nelle Filippine. Allora, la temperatura dell’emisfero settentrionale scese di circa 1 grado per circa due anni. Adnkronos









   
 



 
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