Mani pulite in Puglia, arrestati i vertici Asl Mazzette e favori in cambio di appalti per le pulizie negli ospedali: in manette imprenditori, politici e manager delle aziende sanitarie di Bari, Lecce, Foggia e Taranto Attraverso gli amici degli amici erano arrivati fino a Roma, nel tentativo di contrattare appalti al ministero. Per la precisione, erano arrivati alla Consip, la spa del ministero dell'Economia e della Finanza, che si occupa della fornitura di servizi nelle pubbliche amministrazione di tutta l'Italia. D'altronde gli uomini della «Fiorita» contavano su amicizie eccellenti: persino uno 007 del Sisde voleva mettere le mani su quest'inchiesta, che ricorda da vicino la nascita di «Mani Pulite». E' scaturita, dicono gli inquirenti della Procura di Bari, da tre anni di indagini su una fitta serie di «scatole cinesi». Poi è sfociata in 150mila intercettazioni, un'ordinanza di ben 617pagine, sedici arresti e una cinquantina di indagati, tra i quali l'ex vicepresidente della giunta regionale Giovanni Copertino (Udc) e il segretario personale dell'ex governatore Raffaele Fitto, Luigi Macagnano: centocinquanta agenti della Guardia di finanza ieri mattina, su disposizione del gip Giuseppe De Benedictis, hanno ammanettato i dirigenti della società «la Fiorita», che gestisce diverse imprese di pulizie, e i vertici della sanità pugliese: arresti a Bari, Foggia, Taranto, Lecce. L'accusa, suddivisa in 51 diversi capi d'imputazione: associazione per delinquere, corruzione, truffa, falso ideologico, turbativa d'asta. Tra i tanti arresti eccellenti, quello di Paolo Pellegrino, direttore di una delle più grandi Asl d'Italia, la Bari/4, definita dal dirigente della Fiorita, Dario Maniglia - «la mente» dell'operazione - con queste parole: «Questa è la Ba/4», dice al telefono, «un capolavoro di 6 miliardi all'anno per 5 anni, senza gara, con i socialmente utili, sta andando inGiunta. E' questione di ore....le ultime porte si stanno aprendo». Senza gara, con i lavoratori socialmente utili: il trucco era tutto qui, era «il grimaldello» per aprire le porte. La «Fiorita», utilizzando i lavoratori socialmente utili, per legge poteva saltare le gare d'appalto e ottenere affidamenti diretti. E in questo modo - spiegano i pm Lorenzo Nicastro, Roberto Rossi e Marco Dinapoli - avrebbe sistematicamente ottenuto l'aggiudicazione illecita di rilevanti appalti pubblici, nonché proroghe, rinnovi ed estensioni di rapporti con la pubblica amministrazione, sino al punto da ottenere il monopolio nella gestione della pulizia nella sanità pugliese». In pochi anni, continuano gli inquirenti, «tutte le strutture burocratiche erano risultate asservite ai desiderata dei rappresentanti di questa società». In cambio, direttori e funzionari, non sempre avrebbero ricevuto la classica mazzetta. Molto più spesso la contropartita erano assunzioni nella stessa impresa o partecipazionialle società. Il direttore della Asl Taranto/1, Giuseppe Brizio sarebbe diventato socio occulto della Serfin, che aveva un capitale sociale pari a tre miliardi di vecchie lire interamente versato dalla Fiorita. In altri casi s'è sfiorato il ridicolo, come quando, pur di avvantaggiare la Fiorita, negli ospedali di Rutigliano e Triggiano il servizio di pulizia era svolto contemporaneamente da due cooperative, pagate entrambe e costrette a dividersi i turni di lavoro. Nella Asl Foggia/1, dove è stato arrestato l'ex direttore generale Luigi Nilo, gli appalti avevano quadruplicato i costi. Ma conquistare la Consip, dove si decidono le gare d'appalto a livello nazionale, quella era la «madre di tutte le battaglie»: lo dice Dario Maniglia, parlando con suo fratello Piero. E aggiunge: «Ora abbiamo il contatto, io mo' tutte le settimane devo andare a trovarlo, però io mo' devo parlare con Luigi, che tutte le volte che sta a Roma deve andare dagli intermedi, come facevamo coi Direttori.Capito? Il livello è esattamente quello che abbiamo fatto per dieci anni in Puglia con le Asl. Ugualissimo. C'è tutto un lavoro da fare però, questi cambiano il mondo: nell'arco di due anni non esistono più le gare Piero!! Per cui mo' è la battaglia, la madre di tutte le battaglie è questa, se perdiamo questo treno siamo morti». Ma la Fiorita era assolutamente in salute, anzi, su suggerimento del «contatto» erano pronti a creare un cartello con altre due società. ANTONIO MASSARI
E ora trema anche Raffaele Fitto Tra gli indagati l'ex vice presidente regionale e il segretario dell'ex governatore «La Giunta regionale ha nominato persone che, fino a prova contraria, sono del tutto ineccepibili e hanno svolto con scrupolo il proprio lavoro, anche durante riforma del servizio sanitario». Pochi giorni fa s'era trasformata in un boomerang elettorale. Da ieri, per l'ex presidente della regionePuglia, Raffaele Fitto, la riforma sanitaria s'è trasformata in un boomerang giudiziario. Leggendo gli atti, infatti, nulla sembra escludere che tra gli indagati, prima o poi, possa finirci anche lui. Sull'ex governatore si annidano parecchie ombre tra le righe dell'ordinanza. Gli uomini che aveva eletto a custodi delle sanità provinciali da ieri sono agli arresti. Indagato anche il suo vice, Giovanni Copertino. Ma sono altri gli uomni che lasciano sospettare scenari ancora più inquietanti: come poteva, per esempio, il suo segretario personale, Gigi Macagnano, coindagato, far compiere ad Ambrogio Francone «atti contrari ai doveri di ufficio», «favorendo le società La Fiorita e altre ad esse collegate»? Ma soprattutto, quale potere aveva, il semplice segretario personale, per segnalare, sempre alla Fiorita, l'assunzione di ben 39 unità lavorative? I sospetti non si fermano qui. «Oltre la data del 31 dicembre 2002», osservano gli inquirenti, «la Duemila spa non avrebbe più potutoutilizzare la stabilizzazione dei Lsu per ottenere in appalto, senza alcuna gara, il servizio delle pulizie nella Asl Bari/4». Infatti, se non prorogate, le norme che consentivano l'affidamento diretto del servizio perdevano la loro efficacia. In quei giorni, mentre la Fiorita aveva un problema con un funzionario regionale, gli investigatori intercettano la seguente telefonata di Maniglia al consigliere regionale Simone Brizio: «Io ieri sono stato dove tu sai, gli ho detto tutto». Brizio gli risponde che anch'egli s'era «mosso» autonomamente e aggiunge: «Sabato ho parlato anche con Salvatore... E anche lui ha detto che sollecitava stamattina». In Giunta c'è una strana omonimia: quella con l'assessore alla Sanità, Salvatore Mazzaracchio. Prosegue: «Eh! Lui stesso mi ha riconfermato tutto, ha chiamato Rocco e niente è questione veramente di funzionari ...». Un'altra omonimia: in Giunta c'è anche un assessore al Bilancio di nome Rocco Palese. E ancora: «Sabato mattina ci siamoincontrati, per la verità lo ha uscito lui il fatto, e ha preso l'impegno che la portava, comunque anche senza, senza parere della commissione». Chi portava cosa, e dove, senza parere della commissione? Chi ha questo potere? Il 27 dicembre la giunta fu chiamata in seduta straordinaria e si approvò solo un progetto: l'esternalizzazione dei lavori di pulizia nella Asl Bari/4. AN.MAS.
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