Il Cavaliere e l’incubo dello scandalo -Devo superare il summit senza danni-
di Claudio Tito
"Superare senza danni il G8". Silvio Berlusconi misura i passi che lo stanno portando al summit dell’Aquila con attenzione. Ma anche con molta tensione. Ormai considera l’appuntamento abruzzese un vero e proprio spartiacque. "Superare senza danni il vertice", ripete ad ogni piè sospinto, perché solo così sarà possibile puntare sulla "fase due" del governo. Così con i suoi collaboratori e anche nella conferenza stampa di ieri non è riuscito a nascondere un certo nervosismo puntando l’indice per l’ennesima volta contro "Repubblica". L’ombra del "complotto", a suo giudizio, parte infatti dall’Italia per allungarsi sugli altri paesi occidentali. "Qualcuno - è la sua difesa - vuole indebolire il nostre Paese. Offrono elementi per attaccarci, solo menzogne. Non si rendono conto quello che stanno facendo". Così il sospetto che il G8 diventi il palcoscenico per l’ennesima puntata di foto osè e per le inchieste che lo riguardano, è il suo principaleassillo. Il timore che il summit non vada per il verso giusto si sta lentamente trasformando in un incubo. Del resto, i recenti affondi dei giornali stranieri, la difficoltà incontrata a Strasburgo sulla candidatura di Mario Mauro alla presidenza del Parlamento europeo, l’apprensione con cui ha affrontato l’incontro con Barack Obama: sono tutti elementi che hanno segnato gli ultimi due mesi del suo governo. E in una certa misura hanno modificato i suoi comportamenti. Basti pensare che da due mesi a questa parte sono state drasticamente ridotte le sue uscite pubbliche. Ostacoli che, secondo l’inquilino di Palazzo Chigi, possono essere aggirati con un "sereno e tranquillo" svolgimento del vertice aquilano. Il suo obiettivo, quindi, è quello di tranquillizzare i "grandi della Terra" sulla tenuta del suo esecutivo e ricomporre un’immagine internazionale intaccata da questi due mesi di polemiche. Tant’è che una cura particolare verrà dedicata proprio alla stampa estera. Lo staffberlusconiano si aspetta domande insidiose proprio dai giornalisti stranieri. "Ma il problema non viene da tutti i giornali stranieri - dicono a Via del Plebiscito - ma da una parte". Quelli che, per il premier, fanno capo a Rupert Murdoch e ai poteri finanziari interessati a fare "shopping" tra le aziende del nostro paese: "Non vorrei ci fosse una svendita come è accaduto una quindicina di anni fa". Il G8, insomma, rappresenta il confine da cui far partire "un nuovo inizio". Una richiesta che l’altro ieri sera è stata avanzata esattamente in questi termini dallo stato maggiore della Lega. Umberto Bossi, Roberto Calderoli, Roberto Cota hanno reclamato nel corso di una cena a Via del Plebiscito, un "cambio di marcia". Il premier si è sentito sotto pressione anche davanti al forcing del suo "migliore alleato". Davanti ad un presidente del consiglio pronto ad ascoltare i consigli lumbard, il Senatur è stato allora piuttosto esplicito. "Dopo il G8 - è stato il suo ragionamento,ribadito in un vertice del Carroccio riunito ieri a Montecitorio - serve una svolta. Non è che possiamo andare avanti in questo modo. Bisogna governare e instaurare un nuovo clima pure con l’opposizione". E già, perché il pensiero dei leghisti è sistematicamente rivolto al federalismo. In gioco c’è la cosiddetta "bicameralina" che deve studiare i costi del federalismo fiscale e porre le condizioni per il varo dei regolamenti attuativi. Si tratta di una commissione bipartisan. Per questo Bossi pretende dal Cavaliere un "nuovo clima". Tanto da ipotizzare una presidenza "di opposizione" da affidare ad un giurista come Franco Bassanini. Non solo. Proprio per dare il segno di una cesura, è stata di nuovo ventilata l’idea di un rimpasto insieme al già annunciato "conclave" governativo. Soluzione che Berlusconi non ha scartato pur avendo chiesto di derubricare il "conclave" a singole sessioni ministeriali. Il pressing lumbard non gli è piaciuto. Sa che la Lega si sente rafforzatadall’ultima tornata elettorale. E non intende rispondere con un no, ma considera "troppo insistenti" i diktat del Senatur. "Riflettiamo su tutto ma senza esagerazioni". Prima del "nuovo inizio" e della bicameralina per il federalismo fiscale, però, il presidente del consiglio deve superare lo scoglio G8. "Intanto - si raccomanda - cerchiamo di superare questo vertice senza danni. Poi ci mettiamo al lavoro, senza soste". de La Repubblica