LATTE: COLDIRETTI, IN CENTOMILA NEI PORTI E NEI VALICHI
 











Sono già centomila gli agricoltori che hanno lasciato le campagne e si sono uniti alla mobilitazione della Coldiretti a difesa del Made in Italy dal campo alla tavola che si è estesa a tutte le frontiere, dal Brennero al Tarvisio, dal Frejus fino a Ventimiglia, ma anche ai principali porti di sbarco dei prodotti agricoli stranieri. Blitz degli allevatori anche negli stabilimenti di lavorazione della grande industria che trattano prodotti provenienti dall’estero come la Lactis di Albano S. Alessandro in provincia di Bergamo e Carnini di Villa Guardia in provincia di Como, entrambe del gruppo Parmalat, e Lat-Bri di Usmate Velate in provincia di Monza-Brianza. Produttori di frutta, vino, ortaggi, cereali e olio di oliva sono scesi al fianco degli allevatori con centinaia di trattori all’arrembaggio dei principali porti per difendere le coltivazioni Made in Italy. "La spesa per i consumatori aumenta, ma i prezzi in campagna sono crollati", "il granocala e la pasta aumenta", "stop alle truffe del falso olio Made in Italy", "in 24 ore i prezzi delle pesche aumentano di dieci volte dal campo alla tavola", sono alcuni degli slogan gridati dai manifestanti che si dicono pronti a proseguire ad oltranza la mobilitazione promossa dal presidente nazionale Sergio Marini e denominata "operazione verità sul Made in Italy". Gli agricoltori della Coldiretti chiedono l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta per tutti gli alimenti e maggiori controlli sui prodotti stranieri dei quali deve essere resa nota la destinazione, per combattere la speculazione che fa aumentare la spesa degli italiani mentre nelle campagne i prezzi sono crollati.
ZAIA, IMPEGNO FORMALE PER ETICHETTA, GIOVEDI’ DECRETO
Un "impegno formale" perché anche sui prodotti della filiera del latte vi sia l’etichetta che ne attesti l’origine. Lo ha assunto il ministro delle politiche agricole Luca Zaia al valico del Brennero, scelto da Coldiretti per la mobilitazione adifesa del latte e dei formaggi veramente italiani con la partecipazione di migliaia di allevatori. Zaia ha aggiunto che giovedì presenterà un decreto per l’etichettatura d’origine obbligatoria del latte, che sarà quindi inviato all’Ue.
Zaia ha ricordato che già esiste un disegno di legge, al vaglio della Camera, sulla dichiarazione di origine obbligatoria in etichetta per i prodotti dell’agroalimentare: "Per il latte - ha detto - l’impegno è ancora più forte perché oggi sta diventando sempre più un elemento simbolo delle etichettature". Con il decreto in arrivo, ha spiegato Zaia, "Il latte Uht, che spesso è di origine straniera, avrà così finalmente la dicitura ’stalle estere’ piuttosto che italiane".
DA FRONTIERE 3,5 MLN LITRI GIORNO DIVENTANO ITALIANI
Dalle frontiere italiane passano ogni giorno 3,5 milioni di litri di latte sterile, semilavorati e polveri di caseina per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare mozzarelle, formaggi o latte italiani,all’insaputa dei consumatori. E’ quanto denuncia il presidente della Coldiretti Sergio Marini.
Tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri, mentre la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio indicarlo in etichetta, denunciano gli allevatori della Coldiretti che hanno scoperto numerosi carichi di prodotti agricoli, dalla carne al latte, pronti per essere "nazionalizzati". In Italia, secondo i dati forniti dal presidente della Coldiretti Sergio Marini, "in un anno sono arrivati ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori".
A rischio - sostiene la Coldiretti - ci sono 43 mila stalle, quasi 200 mila occupati e oltre 22 miliardi dieuro di valore generato dalla filiera nel settore lattiero caseario che rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano. La situazione è destinata ad aggravarsi poiché dal primo gennaio 2009 - denuncia la Coldiretti - può essere incorporato fino al 10 per cento di caseina e caseinati nel formaggio, al posto del latte, secondo quanto previsto dal regolamento comunitario 760/2008 del 31 luglio 2008. Ansa









   
 



 
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