Nave dei veleni?
 











«In Calabria un collaboratore di giustizia, il boss della ’ndrangheta Francesco Fonti, dal 1992 ha dichiarato all’autorità giudiziaria che la ’ndrangheta curava l’affondamento di decine e decine di navi cariche di rifiuti tossici e radioattivi nel Mar Mediterraneo, oltre che per lo smaltimento illecito anche in Africa ed in particolare nei fondali antistanti Kenya, Somalia e Zaire. Trenta sono le navi che sicuramente sono state affondate cariche di veleni nei tratti di mare attorno alla Calabria, poi altre in Liguria (La Spezia), in Toscana (Livorno). In riguardo sempre alla rotta verso l’Africa, il collaboratore svelava che questa serviva anche per il traffico di armi.
Tali traffici venivano seguiti, come "braccio armato", dalla ’ndrangheta per garantire ad imprese (soprattutto del nord) e politici di effettuare gli smaltimenti di rifiuti tossici e radioattivi con costi irrisori rispetto a quelli necessari per le procedure corrette, sicure elecite.
Il tramite con le cosche della ’ndrangheta erano i servizi segreti.
Fonti è il pentito della ’ndrangheta che ha svelato i misteri dei rifiuti tossici inabissati in mare. Non soltanto davanti alle coste della Calabria. Nell’ultima intervista a L’espresso Fonti allarga il cerchio. E parla di veleni abbandonati in mare "anche nel tratto davanti alla Spezia e al largo di Livorno, dove Natale Iamonte mi disse che aveva ’sistemato’ un carico di scorie di un’industria farmaceutica del Nord".
Di sostanze velenose scaricate sui fondali del Mar Ligure si parlò nell’inchiesta sulla discarica di Pitelli, la collina dei veleni alle spalle del capoluogo, al centro della clamorosa inchiesta degli anni Novanta. Inchiesta partita dalla procura di Asti, che era riuscita a rompere il muro di omertà intorno allo smaltimento irregolare e pericoloso dei rifiuti tossici in tutta Italia. Nelle carte trasmesse da Asti alla Spezia c’erano anche intercettazioni allarmanti. Una in particolare,del 10 luglio 1996, confermava un "sistema" ormai collaudato per liberarsi, senza troppe spese, dei rifiuti pericolosi» (tratto da www.casadellalegalità.org).
Rifondazione comunista organizza oggi dalle 16 in passeggiata Morin alla Spezia presso il monumento dell’Aviere, di fronte al nostro mare, un incontro per rompere il silenzio assordante, incontrandoci e parlando delle "navi dei veleni". All’incontro parteciperà la federazione di Livorno, città coinvolta in questo scandalo, e la Casa della Legalità e della Cultura che da tempo si occupa con grande passione di denunciare le attività illecite delle organizzazioni criminali nel nostro paese.
Per Rifondazione vuole essere un momento d’incontro, di informazione e di discussione sull’ennesimo episodio di connivenza tra criminalità e malaffare, in cui ritorna centrale il tema dei rifiuti e del loro smaltimento, tra speculazione ed atti illeciti, in unterritorio come il nostro che ha già conosciuto l’angosciante storia di Pitelli e della sua discarica.
Rifondazione comunista ritiene fondamentale costruire un percorso di conoscenza e di lotta su un tema centrale come la salvaguardia dell’ambiente, contro le nocività e le conseguenze di quel liberismo sfrenato i cui danni sono sotto gli occhi di tutti in termini di disagio sociale e di drammi occupazionali, ma che serpeggia in modo impercettibile quando colpisce la nostra salute e l’integrità dei territori che viviamo quotidianamente.
Ai tanti appelli di unioni politiche eterogenee, Rifondazione risponde con semplicità e coerenza sostenendo ogni processo politico aggregativo sui temi concreti, cercando di costruire forme di dibattito tra la gente, di lotta per la gente, sostenendo battaglie fondamentali di tutti e per tutti.









   
 



 
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