I nostri figli rischiano di vivere meno e di ammalarsi più spesso dei loro nonni. Questo l’allarme lanciato dall’Osservatorio Grana Padano, che grazie al contributo di medici di medicina generale, pediatri, dietisti e nutrizionisti rileva costantemente le abitudini alimentari della popolazione italiana, in particolare dei bambini. Ebbene, nella fascia di età tra i 7 e gli 11 anni i ragazzini mangiano cibi di scarso valore salutistico e ricchi di calorie ’vuote’, piuttosto che consumare alimenti della dieta mediterranea. E il record negativo, un po’ a sorpresa, spetta alle regioni del Sud, che pure sono ricche di tradizioni salutari. Secondo i dati raccolti esaminando il menù di 2.193 bambini di 7-10 anni su tutto il territorio nazionale, il valore Mai (Mediterranean Adequacy Index, indice di mediterraneità della dieta) è di 1,37 nel Nord Est, 1,23 nel Nord Ovest, 1,16 nel Centro, 1,09 nel Sud e 1,20 nelle Isole, a fronte di un indice ottimale dicirca 2,0. La conseguenza è che anche tra i bambini già a quell’età si assiste a un aumento della diffusione di obesità, ipertensione e colesterolo alto (come hanno rilevato di recente due studi pubblicati sul ’Journal of Human Hypertension’ e su ’Preventive Cardiology’). Sotto accusa non solo le mamme, ma anche le mense. "La qualità del servizio di ristorazione scolastica presente in Italia è a macchia di leopardo - dice infatti Margherita Caroli, presidente del European Childhood Obesity Group - Mentre in alcune province i responsabili si rivolgono alle unità operative di nutrizione delle Asl per richiedere menu con una valutazione nutrizionale, per preparare menu speciali per bambini con problemi, per la preparazione dei bandi di gara per la concessione degli appalti, altrove tutto questo non avviene". E’ importante sapere quale menu viene servito ai bambini nelle mense e tenere conto della composizione del pranzo, per calibrare al meglio la cena e i pasti del fine settimana.Complessivamente - tra pranzi e cene (14 pasti) ogni settimana - i ragazzini dovrebbero assumere: da 7 a 10 volte primi piatti a base di pasta, riso, polenta; 1 o 2 porzioni al giorno di pane (o più, se sostituisce pasta, riso, polenta o patate); 2-3 volte carne fresca; 2-3 volte pesce; 1-2 volte uova; 2 volte formaggio; 2-3 volte legumi; 1 volta patate; 12 volte verdura; 1 volta ogni 2 settimane fritti; 18-21 volte la settimana frutta; 1-2 volte ogni 2 settimane un dessert. "Se si proseguirà nel trend evidenziato per il nostro Paese, c’è da aspettarsi un’inversione della tendenza al costante aumento della vita media libera da disabilità, che in Italia è attualmente tra le più alte al mondo", commenta il Claudio Maffeis, docente di Pediatria all’Università di Verona. "I nostri figli rischiano di vivere meno e con più disabilità rispetto ai loro nonni. Occorre riflettere sul fatto che assumere corrette abitudini alimentari per tutta la famiglia e trasmetterle ai propri figli è comesottoscrivere un’assicurazione sulla loro vita. Perché l’adozione in famiglia di un modello alimentare mediterraneo consentirà ai figli - assicura - di guadagnare in salute". Il board scientifico dell’Osservatorio consiglia dunque ai genitori un decalogo ’salva-salute’ a tavola: 1) Procurarsi copia del menu settimanale della ristorazione scolastica e tenerlo in buona vista; 2) Chiedere agli operatori scolastici se il proprio figlio consuma tutto il pasto a scuola. In caso negativo incoraggiare a farlo, ma evitare i bis; 3) Programmare il menu settimanale della famiglia tenendo conto di quanto i bambini hanno già consumato a scuola, per raggiungere le frequenze di consumo raccomandate; 4) Offrire sempre al bambino lo spuntino o la merenda a metà mattina e metà pomeriggio, evitando però quelli ad elevato tenore calorico che rischiano di ridurre l’appetito al pasto successivo; 5) Per assicurare al bambino energia per tutta la sua giornata scolastica sono sufficientiuna buona colazione al mattino (sempre indispensabile), e un frutto a metà mattina. E ancora: 6) Molti bambini sono abitudinari e resistenti alle novità: se un nuovo alimento non è gradito non bisogna scoraggiarsi, ma continuare a riproporlo in momenti successivi; 7) Utilizzare creatività e fantasia per la preparazione e la cottura di pesce, legumi e verdure: su libri e Internet si possono trovare ricette gustose a basso tenore di grassi, formulate appositamente per i bambini; 8) Non insistere nel chiedere variazioni al menu scolastico di vostro figlio per semplici questioni di gusto o pseudo intolleranze. Dover cucinare piatti diversi per una stessa classe non permette agli addetti alla mensa di dedicare la cura necessaria alla preparazione e presentazione ottimale degli stessi; 9) Abituare i bambini a consumare cibi poco salati, tenendo presente che il sodio è presente anche nelle bibite e negli spuntini confezionati; 10) Per aiutare i ragazzini a consumare fruttae verdura, proporre loro frullati, centrifugati e spremute, a colazione e merenda.
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