Potrebbe essere proprio l’incapacità del Governo ad affrontare la crisi economica a rappresentare la classica "buccia di banana" per il premier Silvio Berlusconi. Ieri, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha parlato di segnali buoni per la ripresa che non consentono però «facili ottimismi». Un discorso che ha ricevuto un ampio consenso. E questo a pochi giorni dalla grande manifestazione della Cgil proprio contro la crisi economica e l’assenza di una strategia convincente da parte dell’esecutivo. Sul giudizio di Napolitano si sono ritrovate addirittura tutte e tre le organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil. Il richiamo al "facile ottimismo" è suonato come una vera e propria censura all’atteggiamento del Governo e alle valutazioni "positive" del ministro Maurizio Sacconi su una presunta diminuzione di ore di cassa integrazione. A Sacconi ha risposto ieri il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani. I dati Inps sullacassa integrazione «non mi sembra che confermino la tendenza al miglioramento ma un aggravamento della qualità della crisi, questo sì», ha detto il leader della Cgil, perchè «cambia la natura della cassa integrazione, si passa a quella straordinaria: le 52 settimane di cassa integrazione ordinaria sono terminate». Epifani ha mostrato anche scetticismo sull’ipotesi di un bonus per le agenzie private del lavoro che trovano una nuova occupazione stabile ai cassintegrati di cui ha parlato due giorni fa il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. «Sono piccolissime gocce - ha detto - ci vuole un piano un pò più forte per sostenere l’occupazione, se si vuole affrontare questo tema. Abbiamo ancora un anno, un anno e mezzo molto pesante, ci vorrà qualche idea di politica industriale». E a proposito dell’invito lanciato dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a lavorare insieme per ridurre la spesa pubblica improduttiva, Epifani ha osservato: «Noi non vogliamo difendere la spesaimproduttiva, se è improduttiva è improduttiva anche per noi. Bisogna stare attenti a cosa si intende per spesa improduttiva: c’è una spesa sociale che non si può comprimere e andrebbe aumentata; di contratti pubblici non se ne parla, bisogna stare più attenti al riequilibrio dei centri di spesa: si sta torchiando troppo l’autonomia di spesa degli enti locali, però ci vorrebbe un’idea». Secondo Epifani, il Governo «in questi giorni è in difficoltà, frutto anche della crisi che chiama il Governo a fare determinate scelte: fare piccoli aggiustamenti, come il taglio dell’Irap - ha concluso Epifani - non ha senso, resta scoperto il tema del fisco troppo pesante per lavoratori e pensionati». Il temam della crisi conquista anche l’agenda della politica. «Siamo pronti a discutere dei problemi del paese e della crisi. Ci facessero discutere una volta... Se arrivano davvero in Parlamento diremo quali sono le nostre proposte. Ma in 17 mesi non c’è mai stato un dibattito in Parlamento su questitemi. Se si parte con un altro passo, siamo pronti a discutere», ha detto il portavoce del Pd Pier Luigi Bersani. La Cgil, intanto, prosegue la sua mobilitazione permanente in vista della manifestazione del 14 novembre. Ieri in piazza Santi Apostoli si è svolta un’iniziativa, alla quale ha preso parte anche il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, per parlare dei tanti «Volti della crisi» nel Lazio. L’aumento delle ore di cassa integrazione straordinaria, soprattutto nel comparto industriale, e le difficoltà per le famiglie ad arrivare a fine mese, e casi specifici come quelli dell’Eutelia e della Alstom, sono alcuni degli argomenti posti al centro della discussione.
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