E per non odiarsi, un papocchio sulla giustizia
 







di Anubi D’Avossa Lussurgiu




Cardinale Bagnasco

Ineffabile Gaetano Quagliarello. All’insegna di quel che dicono tutti, come un mantra, ad eccezione della sinistra radicale (che, tanto, in Parlamento non è rappresentata), e cioè «penso che il cardinal Bagnasco abbia ragione», il vicepresidente dei senatori Pdl, orami famoso per la sua passione che travalica ogni berlusconismo più spinto nonché per la sua disinvoltura schmittiana nella concezione della democrazia rappresentativa, accorre ai microfoni dell’Adnkronos pochi minuti dopo la pubblicazione della prolusione del cardinale presidente della Cei. Per dire: «Il vero problema è che bisogna ricordarsi che la persona umana è unica, che esiste una dignità personale e che nel momento in cui la si disconosce si può scadere nel razzismo, che può essere non solo biologico ma culturale». Ma lui, Quagliarello, non parla di quelli e quelle dei quali parlava un altro cardinale, Villani, il vicario del papa per Roma, quando sabato scorso ha intimato adAlemanno di ritirare, in nome appunto dell’«umanità» ma pure della «convivenza civile», l’ordinanza anti-lavavetri. No, il vicecapo del Pdl a Palazzo Madama parla del più perseguitato d’Italia, ovviamente: Silvio Berlusconi. Perché quel che più fa dichiarare i politici, nelle esternazioni di Bagnasco, è l’invito al «disarmo» nello scontro, secondo il porporato travalicante «l’odio», in atto a livello politico-istituzionale. E così Quagliarello si spinge a perorare: «Credo che sia opportuno che tutti facciano un esame di coscienza: il livello di odio riservato negli ultimi 14 anni a Silvio Berlusconi non ha paragoni. Auspico che di ciò tutti si rendano conto, in modo da poter fare dei passi avanti». Amen, andate in pace e lasciate passare le nuove leggi ad personam ...
Il problema è che salmodianti convergenti se ne sentono anche dalle opposizioni (sempre quelle non escluse dal Parlamento). Ad esempio e immancabilmente: Rocco Buttiglione. Che da presidente dell’Udc di Casini e,insieme, da presidente della Camera si slancia ancor più: «Sono grato a monsignor Angelo Bagnasco per questo suo grido di allarme». Con la modestia devota che gli è tipica, aggiugendo: «Non voglio fare l’interprete delle sue parole ma mi assumo la responsabilità di tradurle in termini politici». E, che sorpresa!, tradurle così: «Questo Paese ha bisogno di centro». Argomentazione da presidente e vicepresidente: «Il processo bipolare qui non ha funzionato e anche in aula lo si vede quasi fisicamente con la striscia di deputati Udc che separa due mondi diversi». Di mira c’è fare della striscia una cerniera e, di converso, un’arma di scasso. Ma l’argomento ulteriore di Buttiglione è di pudore pari alla modestia: «Forse non ci si rende conto che le parole sono armi, che ci sono stati segnali pericolosi, che a qualcuno potrebbe anche venire in mente di ricorrere alla violenza». Quindi, finalmente, il quid : la «riforma della giustizia». Laddove «la destra vede solo toghe rosse, la sinistravede solo Berlusconi che tenta di cavarsela». Idem.
E poi, giacché di centristi è pieno il bipolarismo italico, ecco dal Pd la voce di Beppe Fioroni, indimenticato ministro dell’Istruzione pre-Gelmini. Il quale, dopo l’implacabile premessa «appaiono più che condivisibili i richiami della Cei», aggiunge: «Soprattutto riguardo alla necessità di svelenire il clima politico». E poi, sentendo che gli compete, «a sanare quanto fin qui portato avanti dal governo nei confronti delle scuole paritarie», cioè aver loro fatto subire i tagli come alle pubbliche. Il fondo è lo stesso: «Trovare soluzioni per il bene comune». Ciò per cui «un ruolo particolare spetta ai cattolici di ogni schieramento». Missa est .










   
 



 
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