In Puglia primarie...D’Alema-Vendola
 







Angela Mauro




Un po’ come ingoiare un rospo. Le primarie tanto invocate da buona parte del Pd pugliese per scegliere il candidato governatore alle regionali di marzo suscitano poco entusiasmo e tanti se e ma. Primo: per i ritardi che hanno accompagnato la scelta, alla fine presa a Roma e ratificata dall’assemblea regionale di ieri a Bari.
Secondo: perché malgrado gli appelli dei leader alla compattezza, la proposta di Francesco Boccia quale candidato alternativo a Nichi Vendola non scalda i Democratici pugliesi, perché fredda è la ratio dalemiana che lo vuole a capo della coalizione per avere l’appoggio dell’Udc. Lo dicono, anche se da Roma ieri è "sceso" Massimo D’Alema in persona per addrizzare un’assemblea nata agitata. Lo dicono i delegati, dopo che Boccia e D’Alema hanno parlato: -Ordini di scuderia? No, io Boccia non lo voto…-, dice uno. Un’altra si sfoga con Paola Concia, deputata pugliese di area Marino: -Ma l’hai sentito Maniglio?-. Trattasi delcapogruppo del Pd in consiglio regionale. -Parlava dei guasti della giunta Vendola in materia di sanità… ma lui dove stava?-. Non a caso in quest’assemblea non si parla tanto della cornice in cui si muovono le regionali: cioè le inchieste giudiziarie sulla sanità. Soprattutto però, di quanto sia poco gradito Boccia qui in Puglia parla un documento approvato alla vigilia dell’assemblea da una sezione storica del partito in città, quella di Bari centro, dove sono iscritti molti big del partito, compreso il dalemiano Latorre. Un testo breve ma denso di accuse alla leadership romana del Pd, che considera le alleanze come "geometria politica da tavolino" senza valutare l’operato della giunta di Nichi. La conclusione: qui non c’è da preparar primarie, ma da pensare al «governo Vendola della prossima legislatura-.
Anche senza voler fare della sezione di Bari centro il "baricentro" delle emozioni del Pd pugliese in questi giorni, sono evidenti i campanelli d’allarme per Boccia e iDemocratici. Si può dire anche della sezione di Bari Palese che, appena ufficializzata la sfida ai gazebo, ha chiamato quelli di Sinistra e libertà per «organizzare un’iniziativa con Nichi, noi siamo con lui». Oppure di quella di Gravina dove, raccontano, l’altro giorno si è presentato "l’uomo da Mosca" a verificare chi era in linea e chi no. La risposta, secca: -Noi siamo con Nichi-. Ma senza andare per sezioni, è lo stesso D’Alema ad ammettere i rischi. -Non sono pochi, conosciamo la forza di Nichi e il suo legame con la parte più militante dei pugliesi, che poi sono la platea delle primarie-. E ancora: -Non oso immaginare cosa potrà fare Nichi in questa settimana- di campagna elettorale fino al voto fissato per domenica. -Sarà uno spettacolo straordinario e lo dico con apprezzamento, non con ironia…-. Allo Sheraton, che ospita l’assemblea del Pd, nessuno gli crede, si capisce dai brusii nella sala dove un po’ di militanti segue il dibattito sul maxi schermo (la discussione è a portechiuse). Ma D’Alema ci è abituato e non deluderebbe mai chi adora il suo sarcasmo. E’ anche con questa maschera che cerca di convincere i delegati della sua "verità" sulla vicenda pugliese. -Sono state dette tante bugie, ma noi abbiamo portato la croce, abbiamo dovuto convincere l’Udc ad aspettare le primarie mentre tutti ci davano del "complottatori"-. Ma "bugia!" e "bugiardo!" glielo urlano i militanti che lo ascoltano dal maxi schermo. Si può pensare di ingoiare il rospo Boccia, ma sentire D’Alema che dice di -non essere mai stato contrario alle primarie» è troppo qui in Puglia. E l’umore non cambia se il "leader Massimo" continua a insistere sulla realpolitik: -Queste primarie non sono contro Vendola, sono per una nuova prospettiva-. Perché -non avevamo problemi a ricandidarlo, è l’Udc che non ha voluto ma l’Udc non è estranea, governa con noi a Bari, Foggia, Brindisi-. Forse D’Alema incrocia di più il sentire dei delegati quando accusa Nichi di leaderismo, uomo dai -dictatberlusconiani- che -non riesce a concepire altra personalità se non la sua-. -Quest’estate Casini è stato in vacanza in Puglia e il presidente della Regione ha fatto un po’ più degli onori di casa, cercando di convincerlo sull’alleanza alle regionali. Non ci è riuscito e, invece di convocarci, ci ha messi con le spalle al muro…-. A Vendola, D’Alema rimprovera, "da fratello maggiore", una frase specifica. -Ha detto: io non ho mai fatto un passo indietro, sempre in avanti. Nichi, in certi momenti per far fare un passo avanti a tutti, un leader politico deve fare un passo indietro-. Suona come un estremo tentativo di convincere il governatore a ritirarsi, inutile.
Vendola non arretra. Bari è già tappezzata dei suoi manifesti: "Difendi la Puglia migliore". Al suo comitato elettorale, si ricorda che proprio ieri cadeva il quinquennale della vittoria di Nichi alle primarie contro Boccia: 16 gennaio 2005, girone di andata. Ora c’è quello di ritorno. La sede è ancora scarna di mobili (eriscaldamenti), scatoloni accatastati qui e là, ma le sedie sono sistemate per la conferenza stampa del governatore e una riunione organizzativa dei vendoliani (anche piddini). Un appuntamento certo: sabato comizio finale in piazza Prefettura, proprio dove cinque anni fa si festeggiò la vittoria elettorale contro il centrodestra di Fitto. -Sembra che farò le primarie con D’Alema», constata Nichi. In effetti, da quando è stato costretto ad accettare la sfida, Boccia sembra scomparso dalla scena, oscurato dal presidente di Italianieuropei determinato a impegnarsi in prima persona nella campagna fino al voto di domenica. -Con le primarie, non ho vinto io, ma la buona politica-, dice il governatore. -Dicono di me che ho una coalizione piccola? L’allargamento politico vero guarda ai soggetti politici ma anche alla società. Mi meraviglia l’astio di D’Alema, ma guardo alla sostanza. Sia pur con qualche tono eccessivo, lui e il Pd hanno condiviso ciò che chiedevamo dall’inizio: unalegittimazione che non è proprietà del ceto politico». Ma se Nichi vince le primarie, è persa la speranza di allearsi con l’Udc? -Io lo voglio un dialogo con Casini, ma sui programmi. Se per il Pd il dialogo con Casini è fondamentale, allora il Pd dovrebbe spiegare perché nel Lazio sostiene la Bonino e in Sicilia è con Lombardo, tutto in contrasto con l’Udc-.









   
 



 
26-10-2015 - Italicum, 15 ricorsi in Corte d’appello su premio di maggioranza e ballottaggio. Due quesiti referendum in Cassazione
22-09-2015 - Perché l’Italia può e deve uscire dall’euro
10-09-2015 - La rottamazione del Mezzogiorno
09-08-2015 - I punti principali della riforma Costituzionale
07-07-2015 - Emiliano: Nomina la nuova Giunta
27-02-2015 - Milleproroghe, il dl è legge
26-02-2015 - Assunzioni irregolari a Firenze, Renzi assolto perché “non addetto ai lavori”
23-02-2015 - Milleproroghe: i partiti incassano senza trasparenza. Renzi proroga donazioni e rendiconti
16-02-2015 - La Repubblica extra-parlamentare
12-02-2015 - Seduta fiume su riforma Senato, passa il federalismo fiscale ma trattativa Pd-M5s fallisce
11-02-2015 - Riforma del Senato, intesa dopo la bagarre: ampliati di un terzo i tempi per la discussione
02-02-2015 - Mattarella, e la sua ”schiena dritta”
13-01-2015 - La Pa dà l’addio alla carta: in un anno e mezzo si passerà al digitale
11-01-2015 - La Salva Silvio salva anche i banchieri. E Renzi perde consenso
09-01-2015 - Renzi frena il toto-Colle e bacchetta la minoranza dem: "Serve un presidente per le riforme"

Privacy e Cookies