Le coste del Gargano, già in parte compromesse nel corso degli anni passati, hanno conosciuto una ulteriore e devastante colata di cemento. In discussione, cioè cantierabili a breve, ci sono circa cinque milioni di metri cubi di cemento solo di opere turistiche private. Ma il turismo sul Gargano non era in crisi? Il gargano è forse il caso più emblematico della parabola del turismo. L’estate scorsa, il Gargano ha conosciuto una flessione di presenze. Il turismo balneare sul Gargano ha confermato anche nella scorsa stagione un trendpreoccupante e, aldilà dei discorsi che si fanno sulla destagionalizzazione, la realtà sta conoscendo situazioni di rigidità esasperate. Ciò determina un inevitabile abbassamento della qualità generale dell’offerta, prova ne siano le centinaia di proteste e segnalazioni di carenze strutturali (dei servizi turistici, della qualità ambientale del territorio, ecc.) che giungono presso le sedidelle associazioni ambientaliste e di consumatori. La soluzione che tanti lasciano intravedere è la trasformazione degli alberghi realizzati grazie alla legge 3, in deroga agli strumenti urbanistici, in civili abitazioni. Anche in questo caso insomma si pensa di poter risolvere i problemi strutturali legati allo sviluppo turistico dell’area con una rispostasemplicemente immobiliare: nessuna idea, nessuna politica di rilancio e di valorizzazione del territorio, anzi in alcuni casi si è registrato addirittura una netta contrarietà nei confronti delle politiche del Parco Nazionale. La risposta alla crisi del settore continua ad essere insomma la solita vecchia risposta che da decenni gli operatori del settore, soprattutto del Gargano, sono in grado di presentare. Nessuna idea, nessun’attività di promozione e valorizzazione del territorio, nessuna politica di marchi, di consorzi, di certificazione delle strutture turistico ricettive. Solo mattoni e cemento. Progetti dicantieri in ogni dove: alberghi, villaggi turistici, villette. Siamo convinti che oggi puntare ad aumentare il numerodei posti letto rappresenta una vera e propria condanna a morte per il turismo e un suicidio per l’intera economia del Gargano. Questo perché si utilizzano risorse pubbliche e private (più pubbliche in verità) non già per innalzare la qualità dell’esistente verso una domanda turistica che cambia in direzioni sempre più sofisticate, ma per aumentare l’offerta facendo ulteriormente perdere di valore quello che già sul mercato turistico è svalutato. Il "peso del cemento" finisce infatti per rovinare tutti quei valori che fanno del Gargano una meta turistica: dal paesaggio al mare pulito, dai monumenti storici a quelli naturalistici dell’entroterra, dalle produzioni di qualità al senso d’identità di tante comunità, in definitiva quel senso di autentico che rappresenta spesso l’unico vero motivo del viaggio. Chi lo dimentica, o non ne tiene conto, commette un errorestrategico. Oppure, in malafede, vuole speculare inventandosi il porto di Rodi Garganico. Oggi occorre lavorare per lanciare un turismo di qualità, radicato nel territorio e nei suoi valori culturali ed enogastronomici. Occorre dare corpo al progetto Parco Nazionale del Gargano facendo della qualità ambientale la bandiera del nostro territorio. Quanto sta accadendo viaggia invece nella direzione opposta. Come se non bastasse, a far soffrire i litorali del Gargano ci pensa soprattutto il cemento.I reati sono in aumento, Il mare del Gargano viene mangiato dal cemento che è "il primo nemico della costiera . Così, prosegue il rapporto, "tra villette, alberghi e porti turistici sono migliaia i nuovi edifici che ogni estate spuntano lungo le coste . Esempi di abusi sono quelli degli ecomostri da abbattere: villaggio abusivo di Torre Mileto (Fg) e altri. Si avvertono significative anomalie, devastanti per la crescita turistico-culturale del Gargano,un porto di talgenere serve a pochi. Il Gargano ed il territorio di Rodi hanno problemi ed esigenze prioritarie rispetto a questo specchietto per le allodole,bisognerebbe risolvere prima le questioni prioritarie per la fruizione turistica del Gargano e poi arredarlo con i dettagli. Il problema dii questo territorio è che non ha basi serie su cui crescere, i politici locali tendono sempre a fare il passo più lungo della gamba. Larealizzazione del porto di Rodi è come se si costruisse un grattacelo di 100 piani senza un parcheggio. I turisti che vengono sul Gargano sono attirati dalle sue caratteristiche naturali e culturali che non si sposano con un porto del genere,opere "portuali" che nascono sul territorio senza avere a monte un piano generale di coordinamento e gestione spesso non funzionano, anzi sono dannose, e ne abbiamo in Italia di "cattedrali nel deserto". In quanto ai finanziamenti, il costo dell’opera è stato di 17 milioni e mezzo di euro: un quarto a carico del Comune, ilresto coperto dall’impresa romana -Cidonio- . Il mare e il Mediterraneo non separa, ma collega. Diventa ponte, autostrada d’acqua e tessuto a trama larga di rotte di comunicazione e scambi commerciali. In questo contesto i porti turistici sono vere e proprie aziende, non sono punti di attrazione costiera.