L’Aquila, giù le mani dalla Casa dello studente
 







Daniele Nalbone




Excusatio non petita, accusatio manifesta. Le ultime parole del presidente della regione Abruzzo, nonché commissario per la ricostruzione post sisma, Gianni Chiodi, hanno il sapore delle scuse non richieste. Domenica, infatti, Chiodi ha fatto una battuta, che ha definito "ironica", rivolgendosi al presidente della regione Lombardia, Formigoni: «Probabilmente prenderemo un avviso di garanzia perché abbiamo voluto fare presto e bene». Il tutto in riferimento alla realizzazione, mediante accordo di programma, della nuova casa dello studente.
«Chiodi mette le mani avanti ironizzando sui magistrati - commenta Maurizio Acerbo, consigliere regionale Prc - forse perché sa che ci sono guai in arrivo». Dubbio lecito, visti gli ultimi fatti di cronaca giudiziaria e visto, (anche) in questo caso, il trattamento di favore che la giunta Chiodi ha avuto nei confronti dell’Arcidiocesi aquilana e del vescovo Giuseppe Molinari che, non a caso, troviamo sempre piùspesso intento a spezzare lance in favore dell’operato di Bertolaso e del "suo" governo. I fatti dicono che la Regione Lombardia ha finanziato per 7,6 milioni di euro la realizzazione di una nuova casa dello studente, «casualmente» commenta Acerbo, «in un’area individuata proprio dall’Arcidiocesi». Ma anziché procedere all’esproprio dell’area, zona agricola di poco pregio, si è deciso di promuovere un accordo di programma tra Protezione Civile, Comune de L’Aquila, Provincia e Regione in cui si prevede dall’Arcidiocesi la concessione del diritto di superficie dell’area di intervento per un periodo di trenta anni e dalla Regione Lombardia la realizzazione della residenza universitaria per la cifra di oltre sette milioni di euro. E, alla fine dei trenta anni previsti, la struttura diventerà di proprietà dell’Arcidiocesi. In pratica «mentre un qualsiasi cittadino» commenta laconicamente Fausto Corti, legale di Italia Nostra, sul sito controaliseo.it «si sarebbe ritrovato senza terra e conal più quarantamila euro di indennizzo, la Curia, grazie alla Giunta Chiodi, conserva il terreno, ne incassa la variazione della destinazione d’uso, il che aumenta il valore del terreno di una ventina di volte, e tra trenta anni diventerà proprietaria di un edificio pagato con denaro pubblico». Non solo. Con delibera regionale n.624 del 2 novembre 2009 la Giunta ha pensato bene di non affidare la gestione, come regolamento, all’Azienda per il diritto allo studio ma di concederla, per cinque anni, alla stessa Curia. La motivazione? "Impossibilità tecnica, anche per la devastazione provocata dal Terremoto, di procedere con celerità all’individuazione degli aventi diritto in base alle ordinarie procedure regionali". «In sintesi» sottolinea il consigliere Acerbo «con la scusa dell’emergenza non solo si passa col rosso per quanto concerne gli appalti, ma anche per l’assegnazione dei posti letto per la casa dello studente non si ricorre alle graduatorie di legge». Inevitabile la prima,discriminatoria (per gli studenti) conseguenza: ben 120 posti letto su 211 sono infatti stati assegnati senza alcuna procedura di evidenza pubblica e con criteri del tutto discrezionali.
E’ per questo che Chiara, Benedetta, Azzurra, Luca, Mirco, Erika, Valeria, Marco, Marco e Valeria hanno presentato ricorso al Tar de L’Aquila contro la Regione Abruzzo e l’Arcidiocesi del capoluogo per l’annullamento della delibera regionale 624, della convenzione tra Regione ed Arcidiocesi, della procedura di assegnazione dei posti letto e dell’accordo di programma del 16 giugno 2009. In quella data, infatti, Gianni Chiodi e Giuseppe Molinari hanno stipulato una scrittura aggiuntiva con cui la Regione Abruzzo si è impegnata a concedere all’Arcidiocesi la gestione della casa dello studente «in ragione della circostanza che l’Arcidiocesi ha posto a disposizione in diritti di superficie, e per anni trenta a titolo gratuito, l’area». In pratica, ed ecco spiegato l’outing di domenica del presidenteregionale al cospetto del suo collega lombardo, Chiodi ha ceduto la struttura alla Curia ancor prima che il Comune gliela mettesse a disposizione. Quindi, di fatto, «l’Arcivescovo de L’Aquila sta occupando abusivamente un bene comunale» commenta l’avvocato Corti. «Ma se fossi in Chiodi mi preoccuperei» conclude il legale di Italia Nostra: «il sindaco Cialente, infatti, ha promesso pugno di ferro contro chiunque utilizzi senza diritto le strutture realizzate per l’emergenza territorio. Quindi siamo certi che il nostro primo cittadino non esiterà a mettersi alla testa del commando dei vigili urbani che caccerà parroci, vescovi, novizie e converse dalla Casa dello Studente per restituirla alla collettività aquilana».









   
 



 
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