Sì alle rinnovabili, no al nucleare. In estrema sintesi è questo il contenuto della proposta di legge di iniziativa popolare depositata lunedì 7 giugno in Cassazione da trenta esponenti di forze politiche, dell’associazionismo e dell’ambientalismo. Il testo è frutto di un lavoro preparatorio coordinato dal comitato “Sì alle rinnovabili, No al nucleare”, presieduto da Alfiero Grandi a cui hanno partecipato diverse forze e organizzazioni. Come Rifondazione comunista e come Federazione della Sinistra siamo stati sempre presenti in tutte le fasi di costruzione proposta e continueremo questa battaglia nei prossimi sei mesi con impegno e determinazione. Anche in questo caso, come per il referendum per l’acqua pubblica, Di Pietro, mostrando scarso interesse per il risultato finale, ha rotto con tutte le altre forze scegliendo di marciare da solo alla ricerca di un ritorno immediato in termini di visibilità politica. Alla luce di quanto staavvenendo per il referendum sull’acqua pubblica sarà un nuovo boomerang per l’Italia dei valori. Lo spirito dell’iniziativa è diverso. L’obiettivo è quello di dare un contributo alla lotta ai cambiamenti climatici, per la sicurezza energetica e per superare l’uso dei combustibili fossili, proprio grazie all’uso delle rinnovabili. Nei prossimi mesi dunque una nuova grande battaglia ci vedrà impegnati a costruire una mobilitazione nel paese sulle questioni energetiche e a dire no all’ideologia del nucleare. La proposta si basa sull’assunzione di un Piano energetico nazionale, che dovrà escludere l’uso del nucleare per produrre energia elettrica. Un Piano che dovrà puntare sulla ricerca e che si pone l’obiettivo a lungo termine della produzione di energia al 100 % da fonti rinnovabili. Ma la proposta intreccia anche altri temi, quali un diverso modello di società: ad esempio si propone il riutilizzo delle aree di precedenti siti industriali dismessi per la produzione dienergia da fonti rinnovabili in quanto non destinate a verde pubblico. In Germania in pochi anni sono stati creati, proprio grazie allo sviluppo delle rinnovabili, circa 250mila posti di lavoro. Non solo. La proposta di legge parla anche di un diverso sistema di trasporti, puntando sulla riduzione della domanda di mobilità automobilistica, e nelle scelte urbanistiche sulla precedenza per la mobilità pedonale e ciclistica, sul recupero delle ferrovie dismesse, sull’incentivazione per i mezzi di trasporti ibridi, sullo sviluppo del sistema ferroviario e delle autostrade del mare. L’iniziativa legislativa è in linea con la necessità di un nuovo intervento pubblico, sia con lo stesso Piano che con la trasformazione di Terna spa in Agenzia pubblica con il compito di assicurare l’immissione in rete delle rinnovabili in sostituzione delle centrali più obsolete ed inquinanti. La proposta prevede anche un programma di interventi sugli edifici pubblici che entro cinque anni contempli lamessa in sicurezza, il risparmio, l’efficienza energetica e l’uso delle energie rinnovabili. Il testo è innovativo anche sul piano dei finanziamenti. Intanto perché dispone l’istituzione di una imposta di bollo sulle transazioni valutarie in contanti e a termine la cui aliquota è pari all’1 per mille del valore delle transazioni effettuate ed il cui gettito servirà ad alimentare un fondo nazionale per l’attuazione della legge. E poi perché c’è la previsione espressa di abrogare le disposizioni di spesa finalizzate allo sviluppo dell’energia nucleare ad uso civile per fare confluire le risorse nel fondo per le rinnovabili. Inoltre, per recuperare le somme necessarie si propone anche l’abolizione dei contributi ai termovalorizzatori. A completare il quadro la definizione di incentivi alla ricerca, azioni di accompagnamento, programmi di formazione a partire dalle scuole, campagne di informazione per il risparmio energetico. Ora ci aspettano sei mesi per raccogliere quante piùfirme possibile e far passare il messaggio di un’alternativa possibile al pericoloso e costoso nucleare per il quale l’attuale governo e le lobby che girano attorno a questo business stanno portando avanti una campagna mediatica e di propaganda senza precedenti: le rinnovabili, fonti di energia pulita, che offrono opportunità di lavoro. Gli straordinari risultati conseguiti con le 900mila firme già raccolte per i referendum contro la privatizzazione dell’acqua, dimostrano che i cittadini sono più avanti dell’attuale classe dirigente. Un’alternativa è dunque possibile.
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