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Uno spettro si aggira alle porte dell'Europa: il virus H5n1, altrimenti conosciuto come influenza dei polli. In estremo oriente, oltre ad aver decimato gli allevamenti, ha già colpito 114 persone uccidendone 61 in quattro paesi (Vietnam, Thailandia, Cambogia e Indonesia). L'allarme ormai è scattato anche in Europa perché l'epidemia la settimana scorsa sarebbe stata rilevata in Russia e nel Kazakistan (i risultati delle analisi saranno resi noti il 22 agosto, ma nel frattempo sono già stati eliminati 120 mila polli). Comunque i due paesi, su disposizione dell'Unione europea, dal 12 agosto si sono aggiunti agli undici che non possono esportare polli e prodotti derivati in Europa. Il timore è che la mutazione del virus rinforzi la sua capacità di trasmissione agli umani, prefigurando scenari apocalittici (anche se la comunità scientifica si dice vicina a un vaccino anti pandemia). Ma l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ieri, ha detto che la diffusione del virus«non può essere esclusa» e dunque la vigilanza è d'obbligo. In Italia, stando a ciò che dice il ministro della sanità Storace, sarebbe tutto sotto controllo. «E' bene fugare allarmismi - ha detto - perché il ministero della salute sta lavorando con rigore al contrasto di forme di influenza aviaria». Rassicurazioni che sono state definite «generiche» da Dorina Bianchi, responsabile del Terzo settore della Margherita, la quale ha ricordato che è legittimo esprimere preoccupazione perché «soltanto pochi anni fa una analoga malattia portò in Italia alla soppressione di oltre 33 milioni di volatili, con un costo superiore ai 500 milioni di euro». Dunque, incalza Bianchi, «occorrono misure credibili, rapide, efficaci, trasparenti». La replica del ministero non si è fatta attendere. Cesare Cursi, sottosegretario alla salute, polemizzando con «chi dimentica» la task force che è sempre operativa a livello europeo per il controllo della malattia, ha ricordato il sistema a rete che coinvolgetutti gli ospedali, le regioni e le Asl, il coordinamento europeo che prevede due riunioni al mese a Bruxelles del comitato veterinario e i controlli nei porti e negli aeroporti. In ogni caso, ha precisato Cursi, oltre ai 150 mila farmaci antivirali già acquistati per affrontare eventuali casi umani di virus H5n1, il ministero «ha già proposto l'acquisto di 3 milioni di dosi ulteriori».
Le schermaglie governo-opposizione poco importano al presidente di Fedagri-Confcooperative, Paolo Bruni, cui preme soprattutto rassicurare i consumatori. «In Italia - spiega - non esiste il pericolo derivante dalle importazioni di carni avicole sospette poiché è in vigore il blocco totale dell'importazione di carni vive e financo delle piume. Anzi, salutiamo con soddisfazione la recente acquisizione del decreto che regolamenta l'indicazione di provenienza in etichetta delle carni avicole. Non è utile scatenare allarmismi anche perché il nostro paese è autonomo per ciò che riguarda l'approvigionamentodi carni avicole e gli allevamenti sono super controllati». Per dare l'idea del giro di affari che ruota attorno alla carne di pollo bastano alcune cifre fornite dal presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello, il quale chiede trasparenza sulla provenienza delle carni e etichettatura obbligatoria: solo in Romagna sono attive 650 aziende con 80 milioni di polli che danno lavoro a 12 mila persone per un giro di affari di 1,4 miliardi di euro.
In Olanda, dove sembrano meno tranquilli, da lunedì i polli dovranno rimanere in gabbia per limitare il rischio di trasmissione dell'influenza durante il periodo di migrazione degli uccelli. La misura, confermata ieri dal ministro dell'agricoltura, è stata presa per scongiurare il ripetersi dell'epidemia del 2003 quando morì un veterinario olandese.da Il Manifesto
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