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Gli scienziati cinesi sono allarmati, l'Italia prenota 36 milioni di vaccini, la Finlandia scopre un gabbiano malato.
Vigiliamo, ma senza drammatizzare. Il comitato veterinario dell'Unione europea, in riunione straordinaria a Bruxelles, giovedì ha deciso di rinforzare la sorveglianza contro il rischio della cosiddetta influenza dei polli, ma ha escluso di vietare l'allevamento dei volatili all'aria aperta per impedire che la malattia virale si propaghi al passaggio degli uccelli migratori. Solo l'Olanda ha preso questa decisione, ma i veterinari dei 25 paesi europei hanno parlato di misura «sproporzionata» a causa del rischio «debole» di contagio. Di operativo, per ora, ci sono solo controlli alle frontiere e generiche raccomandazioni sulla disinfestazione dei veicoli che trasportano volatili. Contro quello che per ora viene definito solo un rischio potenziale, Markos Kyprianou, commissario alla salute e alla protezione dei consumatori Ue, ha detto solo«continueremo a osservare la situazione per assicurarci che siano operative le misure più appropriate». Rimane in vigore il divieto di importazione dei volatili dal Kazakhistan e dalla Russia, che ieri ha vietato la caccia in sette regioni (sono 11 mila i polli già colpiti dall'influenza, e 130 mila quelli abbattuti per precauzione).
Eppure, se l'Europa minimizza e l'Italia annuncia che è tutto sotto controllo, da tutto il mondo continuano ad arrivare notizie non proprio confortanti sulla pericolosità del virus H5N1. Se in Vietnam ha appena ucciso tre zibetti - e sarebbe la prima volta che il virus dei polli infetta animali di una specie diversa - la più allarmante arriva dalla Cina. «L'influenza dei polli non è stata contenuta con sufficiente efficacia ed è più pericolosa della Sars», avverte Zhong Nanshan. Il professore sostiene che «esiste il rischio di una mutazione del virus e quindi di una sua trasmissibilità uomo-uomo», tanto più che la sua «marcia verso ovest» sarebbe unfatto acclarato. Secondo Li Baojian, professore alla Zhongshan University, la diffusione del virus «avrebbe un pesante impatto sullo sviluppo economico globale e comprometterebbe la stabilità politica mondiale».
Con toni meno apocalittici, Bob McCraken, presidente dell'Associazione veterinari britannici, ha ammesso che l'Inghilterra dovrà fare i conti con l'influenza dei polli. «Gli uccelli che viaggiano da un continente all'altro potrebbero contrarre il virus in Asia - spiega - ed è inevitabile che l'influenza arrivi fino alla nostra isola». E proprio ieri il ministro dell'agricoltura finlandese ha detto che a Oulu, nel nord del paese, un gabbiano potrebbe essere stato colpito dal virus: «Le analisi proseguono e il risultato definitivo si conoscerà fra tre settimane». Sul fonte prevenzione, invece, l'università di Lipsia (Germania) ha appena sperimentato un nuovo test per la diagnosi rapida, «sarà disponibile entro sei settimane».
E in Italia? Il ministro della salute, FrancescoStorace, ieri ha disposto alcuni provvedimenti urgenti. Etichettatura obbligatoria per tutte le carni di pollo e controlli sui bagagli dei passeggeri in porti e aeroporti, con i servizi doganali affiancati da veterinari. Storace ha anche detto che l'Italia, «primo paese a farlo», ha stipulato accordi con tre aziende per la produzione di 36 milioni di dosi di vaccino in caso di pandemia (per una spesa di circa 40 milioni di euro). da Il manifesto
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