Tremonti-Vendola scontro sul piano anti deficit sanità
 







di Bepi Martellotta




Vendola e Tremonti

Sbatte i pugni sul tavolo, rivendica diritti e prerogative costituzionali che ritiene lesi e annuncia una lettera al presidente della Repubblica Napolitano perché tuteli la Regione Puglia dai «comportamenti spregevoli» del governo.
Nichi Vendola annuncia guerra santa sulla vicenda della mancata firma del governo al piano di rientro sanitario e accusa il ministro Giulio Tremonti di «sabotaggio politico» nei confronti di 4,2 milioni di pugliesi, a suo dire vittime di una battaglia politica ingaggiata dai due «traditori della Patria», il ministro Fitto e il capogruppo Pdl Palese.
«Tremonti ha paragonato la Puglia alla Grecia. È una dichiarazione di sabotaggio politico, economico e sociale - dice - perché significa dare indicazioni false alle agenzie di rating e dare così un colpo mortale alla Puglia». L’indice del governatore non è, però, tanto puntato sul ministro, piuttosto sugli emissari pugliesi che lo avrebbero insufflato con falseinformazioni. «Tremonti lo ha fatto in buona fede - dice Vendola, politicamente attento a non scagliarsi di petto in attesa del consiglio dei ministri di mercoledì che dovrà concedere la proroga alla firma del piano - perché tratto in inganno dalle false informazioni che gli sono arrivate». Passa così a ricostruire minuto per minuto la giornata di giovedì, quando è stato convocato a Roma dal ministro della Salute per la firma. Giunto alla firma, Vendola è stato «gelato» dallo stesso ministro Fazio, che gli ha preannunciato l’assenza del collega dell’Economia e la sua ritrosia a firmare l’intesa per aver appreso che nel consiglio regionale pugliese, poche ore prima, era stata approvata una legge che salvava i precari della sanità. Nulla di vero, ovviamente, visto che il Consiglio non si è occupato delle internalizzazioni nelle Asl - contestate dal governo e sulle quali l’intesa tecnica del piano aveva trovato una mediazione - ma dei contratti della Regione. La successiva telefonata diVendola al ministro Tremonti avrebbe poi confermato i dubbi del governatore: qualcuno, «frustato perché non avevo messo le tasse per le coperture nella sanità, voleva stabilire che si potessero buttare per strada 5mila lavoratori che noi stiamo internalizzando. E quel qualcuno si chiamano Raffaele Fitto e Rocco Palese».
Saltata la firma, « mi sono trovato di fronte a una sospensione delle regole dello Stato di diritto: un piano chiesto dal governo e che noi, con la rivoltella puntata, eravamo pronti a firmare e uno dei ministri che si sottrae alla firma». Un piano, sottolinea Vendola, non necessitato da sforamento dei conti sanitari pugliesi ma dai vincoli del Patto di Stabilità. Un piano «doloroso» che obbliga la Puglia - con una «clausola capestro» - a sospendere gli effetti delle internalizzazioni per un anno, impegnando la Regione entro settembre a rivedere la norma già approvata dal Consiglio e dunque non immediatamente modificabile. Ecco la mediazione raggiunta, in sedetecnica, con tanto di «benedizione» al piano da parte dei vertici del ministero, ma sconfessata da Tremonti, che ha spiegato a Vendola di voler fare «approfondimenti» sul piano, studiarlo di persona - diversamente dagli altri 8 piani presentati dalle Regioni - prima di firmare l’intesa.
Una battaglia, insomma, tutta politica, di «crudeltà sociale che ha per fine lotte di potere». Portata avanti da «una opposizione spregevole sul piano morale, inqualificabile sul piano politico, di sabotatori e traditori della Patria» con i quali Vendola annuncia di voler chiudere ogni interlocuzione. La Grecia? «C’è un episodio che ci rirporta alla Grecia, ma è il bond con Merryl Lynch firmato dall’allora assessore Palese - attacca - su imprimatur di Tremonti». Ora tocca al governo rimediare a questo «vulnus senza precedenti» e qualora mercoledì non dovesse essere varata neanche la proroga dei termini - avverte Vendola, sospettando la volontà del ministro di andare fino in fondo onde portare laPuglia al commissariamento - considererò come l’ennesimo scippo ai danni della regione il mancato storno dei 500 milioni sul riparto del Fondo sanitario.
Che sia una guerra tra due possibili candidati premier? «Non posso pensare che ci sia un complotto contro di me, non da parte del ministro Tremonti». Gazzetta del mezzogiorno









   
 



 
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