Se cadesse il governo meglio votare subito.
 







Checchino Antonini




-Credo che di fronte alla crisi del berlusconismo la soluzione più chiara sia quella del ritorno alle urne. L’eventualità di un governo delle larghe intese porta con sé il rischio di ulteriori colpi allo stato sociale da parte della tecnocrazia dei poteri finanziari-. La Federazione della sinistra ha finito di scrivere il proprio documento congressuale proprio nelle ore in cui il quadro politico italiano si fa più mosso. Cesare Salvi, portavoce Fds, spiega a Liberazione che «non si può considerare un fatto istituzionalmente irrilevante che il premier chieda le dimissioni del presidente della Camera dopo la scissione. E’ doveroso che il governo ora chieda la fiducia».
Berlusconi è davvero alla fine?
No, non è finito ancora, Berlusconi ha mille risorse anche in caso di nuove elezioni.
Come leggere allora questo divorzio tra i soci fondatori del Pdl?
Di certo esiste un’insofferenza personale di Fini e di una destra che hafatto dell’unità nazionale e della legalità dei punti di attrazione per chi sia a diagio per il secessionismo leghista e il riesplodere quesione morale. L’esito è tutto da vedere, è chiaro che stiamo parlando comunque di un soggetto politico alternativo alla sinistra e mi auguro che sia considerato tale dall’intero campo del centrosinistra...
... dove però c’è chi vede con interesse la nascita di un eventuale terzo polo.
Ma se il maggioritario ha fallito ancora! Abbiamo ancora più ragioni a dire che bisogna cambiare legge elettorale. Questa legislatura è stata caratterizzata dagli scontri nei due poli. A destra Fini contro Berlusconi, dall’altra parte Di Pietro contro il Pd. Casini è in una terza posizione e il quadro si complica quando Di Pietro si mostra in sintonia anche con Fini e lui. Accade anche altrove, pensiamo al risultato elettorale inglese dove il maggioritario più secco che ci possa essere si scontra col pluralismo insopprimibile nelle teste dellepersone. Perfino lì si tenta di uscire dalla cappa del maggioritario.
A sinistra però l’autocandidatura di Vendola si profila come uno dei modi per salvare il bipolarismo.
Ho dei dubbi sulla praticabilità politica del suo progetto ma Nichi non è un nemico. E’ un progetto diverso e non c’è dubbio che la sua autocandidatura sia un fatto di novità. Raccoglie un certo consenso e alcuni casi speranza. Certo, Vendola è interno al bipolarismo quando fa l’Obama bianco, noi pensiamo a un partito della sinsitra come nel resto d’Europa, e come nel resto d’Europa alternativo anche alla socialdemocrazia moderata. Da parte mia sono ancora scottato dal precedente Cofferati: anche lì ci furono speranze di cambiamento poi tutto rifluì. E il rischio resta. La
strada più giusta è quella di ricominciare a unirsi, il nostro documento è la conferma che le cose che ci uniscono sono più di quelle che ci possono dividere.
C’è chi scommette che possa succedere qualcosaanche dentro al Pd.
Vedo consolidata una sua posizione molto moderata. Certo quel partito non è stabile, è stata una sommatoria senza chiarezza di progetto. Come vi possa incidere Vendola non si capisce, anche per Cofferati si disse che l’obiettivo era spostare gli equilibri nei ds. La priorità è quella di un’alleanza per mandare a casa Berlusconi e Bossi.
Ma non è un film già visto?
Questa volta Berlusconi e l’alleanza con la Lega subiscono una sconfitta politica grace nonostante la grande maggioranza di cui dispone in Parlamento e che nel Paese non hanno mai avuto. La sua vittoria è solo un effetto del maggioritario. Però stavolta l’attacco allo stato sociale è di una spregiudicatezza e pericolosità imparagonabile alle precedenti esperienze. E’ in gioco la sostanza della Costituzione.
Come farà il percorso congressuale della sinistra a intercettare il conflitto sociale?
Si parte dal 16 ottobre, dalla manifestazione indettadalla Fiom che dovrà collegare i temi sociali alle preoccupazioni per la democrazia, spero che tutta l’opposizione concorra a partecipare perché quello che è mancato finora è stata proprio la mobilitazione dell’opposizione politica e sociale. La Federazione è un processo aperto e il suo congresso dovrà essere accogliente dentro questa crisi sociale sempre più drammatica.









   
 



 
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