Massimo Cacciari: "Il Pd è fallito"
 











Massimo Cacciari

Nel giorno della decisiva Direzione del Partito Democratico, Massimo Cacciari  analizza le divisioni interne. "Non sono questioni di accomodamenti ma sostanziali". Franceschini? "Orami si è legato a Bersani". Veltroni? "Non vuole che il segretario consegni la presidenza del Consiglio a Casini". Gli ex popolari? "Erano divisi già nella Margherita". E i prodiani? "Non esistono più". La rivelazione: "Enrico Letta ha la valigia in mano". Poi l’ex sindaco di Venezia intona il ’de profundis’: "Il Pd è esattamente come il Pdl, un esperimento fallito".
Resa dei conti nella direzione del Pd. Che cosa sta succedendo nel suo partito?
"E’ semplicissimo. Ci sono difformità totali di strategia, sia per quanto riguarda i contenuti sia per quanto riguarda le alleanze. Quindi sta accadendo esattamente quello che sta succedendo nel Pdl, tale e quale. Sono due esperimenti falliti. E prima se ne prende atto e meglio è per entrambi".
Il Pd è fallito?
"Certo. E’ come in una famiglia in cui c’è ormai un’incompatibilità di carattere e si può andare a una separazione consensuale e civile lasciando intaccata l’amicizia futura oppure finisce a coltellate".
Quali sono le intenzioni di Veltroni?
"Non è d’accordo assolutamente sulla linea che segue Bersani. Non sono questioni di accomodamenti ma sostanziali. Bersani persegue una linea, che può anche essere l’unica realistica, di nuovo Ulivo e di nuova coalizione a sinistra che poi nei fatti rende difficilissima un’intesa con Casini. A meno che all’ultimo momento, altra cosa su cui Veltroni non è d’accordo, vadano a offrire, come i Re Magi, a Casini la presidenza del Consiglio".
Quindi?
"Veltroni punta a ricollocare il Partito Democratico come forza di maggioranza e sufficientemente autonoma in un’ottica bipolare".
Però Veltroni ha rotto Area Democratica, la minoranzainterna...
"Sono logiche di burocrazia e di apparato dirigente. Franceschini ormai si è legato a Bersani e va avanti così. Non sono logiche di merito ma di apparato".
Anche gli ex popolari si sono divisi...
"Ci sono quelli che da sempre, come la Bindi, sono tra virgolette di sinistra e quelli che fin dall’inizio guardano al centro e all’Udc. Non si è realizzata la sintesi e non si poteva realizzare, perché nessuno ha lavorato per cercare una destinazione comune. Tutti hanno lavorato per portare più acqua possibile ai loro vecchi mulini. I popolari da un lato, nelle loro diverse correnti che c’erano già prima nella Margherita, e gli ex comunisti dall’altro lato tra Veltroni e D’Alema. Invece di cercare una sintesi hanno cercato soltanto di portare acqua al proprio vecchio mulino e questo è il risultato".
D’Alema?
"La sua linea è chiarissima da sempre, gli va dato atto di un’estrema coerenza. Che poi lui la persegua da’trafficone’ come da suo carattere anziché in modo trasparante è un altro paio di maniche...".
E cioè che cosa vuole D’Alema?
"Ulivo o non Ulivo è tutto strumentale, perché in Italia bisogna fare il partito socialdemocratico e non queste balle del Partito Democratico. Un partito socialdemocratico che deve mettersi d’accordo sulla base di compromessi più o meno di alto profilo con gli ex democristiani. Punto. Questa è la sua linea da sempre, che poi la porti avanti con tatticismi e furberie... questo è D’Alema".
E i prodiani?
"Non esistono più".
Arturo Parisi?
"Ripeto, non esistono più. A meno che non scenda in campo direttamente di nuovo Prodi (ride)... Parisi e gli altri non contano più niente".
E tra le nuove leve del Pd?
"Non c’è nessuno, perché si sono scannati tra di loro malgrado i miei aurei consigli di tre-quattro anni fa che i Letta, i Rutelli, i Franceschini si mettessero d’accordofacendo un ribaltone tipo Craxi anni ’70. Dovevano fare quello".
Ed Enrico Letta?
"Aspetta di vedere che si scannino tra di loro, anche lui all’interno di questo Partito Democratico non ci sta assolutamente bene. Per niente. Aspetta che si scannino gli altri, poi esce lui. Qualche mese fa Letta aveva fatto esattamente la stessa cosa che sta facendo ora Veltroni, ha un suo gruppo e una sua corrente organizzata. Lavora sottotraccia sapendo che la battaglia decisiva nel Pd si gioca tra gli ex popolari di lungo corso da un lato e i fratelli coltelli, rivali eterni Veltroni e D’Alema, dall’altro. Aspetta di vedere come finiscono queste battaglie per decidere come collocarsi. Ma anche Letta è nel Partito Democratico è con la valigia in mano". Affaritaliani.it









   
 



 
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