E’ la tecnica del capitalismo liberista, adottata e sostenuta da questo governo, che penalizza il lavoro, e con esso, le classi più deboli che lo forniscono, per favorire le grandi concentrazioni di capitali che hanno come scopo quello di cercare di fare soldi senza ricorrere al processo di produzione. Questo governo con il premier che lo ispira, lo pilota, lo costringe, se ne devono andare, o meglio, dobbiamo trovare i metodi necessari e sufficienti per cacciarli prima che la situazione si aggravi definitivamente, portando la nazione al totale fallimento. E’ un dato che emerge dall’analisi semplicistica di ciò che ci sta intorno e di ciò che sta accadendo e che abbiamo identificato come "argentinizzazione" dell’economia. Lo vediamo con la formazione sempre più insistente di grandi concentrazioni aziendali, in tutti i campi dell’economia, che hanno il duplice scopo di eliminare la concorrenza e imporre i prezzi piùredditizi ed esercitare il ricatto più odioso per ottenere aiuti statali, detassazioni, defiscalizzazioni, condoni, scudi fiscali, altrimenti invocano la cassa integrazione, minacciando la chiusura e il licenziamento di migliaia di prestatori d’opera. Questo governo liberista e capitalista non solamente accetta il ricatto, ma lo difende e lo sostiene, nella convinzione propagandata che l’arricchimento ulteriore della fascia più ricca della popolazione, dovrebbe portare maggior benessere all’intera comunità, con creazione di posti di lavoro, con servizi più efficienti, con una fittizia "socializzazione dei bisogni" mentre la realtà contrasta le attese, in quanto quell’arricchimento conduce solamente alla sparizione di enormi capitali portati nelle isole felici al fine di evadere il fisco9, senza generare assolutamente nulla se non propri quell’arricchimento che non necessità del processo produttivo, se non alle condizioni vessatorie che scaturiscono dall’ignobile ricatto. Tutte leattività mirano ad acquisire quella dimensione che li rende "troppo grandi per fallire", in quanto il loro minacciato fallimento provocherebbe una destabilizzazione del mercato del lavoro, costretto ad accettare la rinunzia a qualunque diritto conquistato, pur di poter garantire a se stessi ed alla propria famiglia il minimo indispensabile per godere del necessario; l’alternativa sarebbe di mancare dell’indispensabile. Necessario e superfluo si confrontano nel palcoscenico della vita, dove una barriera insormontabile divide una casta minoritaria di privilegiati ad ufo, ed una maggioranza costretta a subire le angherie di un sistema disumano e disumanizzante, che questo governo insiste a portare avanti ed affermare. Prima che sia troppo tardi necessita una rivoluzione culturale che ponga il lavoro dell’uomo al centro della storia; una rivoluzione nella cultura imposta abusivamente alla nazione ed accettata da tutti coloro che si illudevano di poter far parte dellamino0ranza protetta, mentre adesso stanno toccando con mano di transitare dal benessere alla povertà, con un orizzonte di possibile miseria.
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