Ebbene sì, c’è del marcio in Italia
 







Anita Sonego




Non è il caso di parlare ancora della vita di Berlusconi, dei suoi gusti  sessuali, delle sue battute da bettola di basso livello. E’ il caso, però,  di riflettere sul significato dell’accumularsi dei gossip, ciarlatanerie,  sproloqui, mancanza di rispetto dei ruoli istituzionali e sbeffeggio delle  regole che presiedono al civile funzionamento delle istituzioni.
Dopo il "caso Ruby" emerge, come una cloaca che rompe gli argini, un mondo  "da operetta", da satrapi del bunga bunga, che si allarga da Villa Certosa  a Palermo, da Villa S.Martino a Reggio Emilia, Roma e Parma. A questa  visione miseranda di un poveruomo che per sentirsi "virile" ha bisogno di  un codazzo di fanciulle piuttosto volgarotte, si aggiunge la dichiarazione  giustificatoria: «meglio "porco" che gay»! Unanime lo sdegno di tutta la  stampa estera e, ovviamente, qui da noi dei movimenti per i diritti civili.  Le nostreindignazioni, però, lasciano il tempo che trovano se non siamo  capaci di individuare la radice di tutto ciò.
Siamo, si dice spesso, in uno scenario da Basso Impero e, ovviamente, chi  ha studiato un po’ la storia non può non ricordare le descrizioni feroci  dei potenti fatte da Svetonio nelle Vite dei Cesari.
Come la storia insegna, la mancanza di etica dei potenti è spesso insita  nella loro visione politica, nel modo con cui hanno preso il potere e con  cui l’hanno mantenuto. Mi disgustano gli organizzatori del "Family Day" che  si dichiarano preoccupati per la presenza di Berlusconi alla Conferenza  nazionale delle famiglie di lunedì prossimo. Non è sempre lo stesso  Berlusconi?: quello che cancellò il falso in bilancio, che si impadronì con  vari imbrogli di case editrici e televisioni, che assumeva come stalliere  un rinomato mafioso, che abita in una villa comprata per quattro soldi  attraverso i raggiri dell’avvocatoPreviti?
Ora esplodono i suoi "gusti sessuali" anzi, come ebbe a dire Veronica  Lario, i suoi «problemi sessuali». Ma questi problemi (per i quali potrebbe  curarsi) sono più gravi delle leggi ad personam, della distruzione della  scuola pubblica, della disoccupazione dilagante, della delocalizzazione non  contrastata, di una legislazione che sotto il nome di "contratti  temporanei", "contratti a progetto" annulla ogni idea e progetto di futuro  nei giovani di questo paese?
Se Berlusconi è stato votato da migliaia e migliaia di persone è anche  perché dentro tutte/i noi c’è ben radicata una visione del maschio che va  dall’ammirazione condiscendente del "latin lover" all’assoluta comprensione  per "certe esigenze" maschili che, in fondo in fondo, non hanno mai fatto  male a nessuno…
E’ vero, come scrive Asor Rosa che è necessario uscire dal berlusconismo.  Dobbiamo però ricordare che il berlusconismo ha messo radiciprofonde in un  terreno poco, pochissimo lavorato dalla sinistra. L’organizzazione dei  partiti, i loro dirigenti, i loro meccanismi non sono intrisi di  maschilismo? E allora che fare?
Se Berlusconi è l’emblema grottesco del maschilismo italiota, la sinistra  deve porre alla base del suo programma per la rinascita civile e morale del  nostro paese il concetto dei valori. Il primo è quello della convivenza  civile ricordato proprio ieri in un’intervista dal vescovo di Milano: «La  convivenza civile è minata dalla ricerca del successo a tutti i costi, è  manipolata per strapparne il consenso, è tradita quando non è aiutata a  cercare il bene comune». La difesa dei "beni comuni" era una parola  d’ordine del 16 ottobre! Bene comune è il riconoscimento e il rispetto  della vita e dignità di ognuno/a. Bene comune è riconoscere il conflitto  (non la guerra) di genere e il valore dell’autodeterminazione della donna.  E’riconoscere che l’affettività e la sessualità hanno vari modi di  espressione e di scelte. E’ riconoscere che l’altro/a ha diritto, come te,  a vivere una vita degna di essere vissuta. E’ riconoscere che la salute  l’istruzione, l’assistenza ai non autosufficienti sono valori fondanti  dell’umana convivenza.
C’è del marcio in Italia ma non solo perché Berlusconi ha ecceduto nelle  sue imprese da maschio latino. Il marcio è quello che costringe gli  immigrati di Brescia a salire sulle gru, gli abitanti di Terzigno a fare le  barricate, le donne a emigrare per la fecondazione assistita, i giovani a  vivere senza un’idea di futuro.
Quando le femministe dicevano che il personale è politico si riferivano ai  nessi che legano la vita privata alla politica. Ora questi nessi sono più  visibili che mai. C’è bisogno di una nuova etica, sì, che abbia al centro  la vita, le vite; la vivibilità di tutte e tutti.









   
 



 
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