Che Tempo che Fa: Verso Cancun
 











Cancun sarà un’opportunità concreta per fare dei passi avanti rispetto ai temi più spinosi dei negoziati sul clima: tutti i Paesi membri avvertono il senso dell’urgenza e hanno capito che non è possibile uscire da una cornice multilaterale se vogliamo davvero arrestare il riscaldamento globale”. Patricia Espinosa, ministra degli Esteri del Messico e presidente di turno del vertice della COP 16 che si apre lunedì prossimo nella città messicana è ottimista rispetto ad una sua conclusione positiva. Ce n’è bisogno: a leggere il bollettino annuale della World Meteorological Organization (Wmo) sulle emissioni che alterano il clima, non c’è tempo da perdere. Tra il 1990 e il 2009, stando ai dati appena pubblicati, l’espansione totale delle emissioni climalteranti è cresciuta del 27,5% e dell’1% solo tra 2008 e 2009, a causa delle esplosive concentrazioni di anidride carbonica, metano e ossidi nitrici.
“Nonostante la crisi economica e il rallentamentodella produzione, le emissioni non si sono arrestate. Sarebbero ancora maggiori se in qualche caso non si fosse cominciato ad intervenire più seriamente a livello globale”, ha ammonito il Segretario generale del WMO Michel Jarraud, che ha puntato il dito sul polo: se i ghiacci polari continueranno a sciogliersi, infatti, la più grande preoccupazione deriva dal metano che ne verrebbe rilasciato e che è già attualmente sotto stretta osservazione della comunità scientifica. Al momento è il diossido di carbonio l’agente più inquinante causato dalle attività umane: è responsabile per il 63,5% del fenomeno dell’irradiamento del pianeta, cioè di quel riflesso dei raggi del sole fuori dell’atmosfera terrestre che sta cambiando il nostro clima. Per circa 10mila anni prima l’inizio dell’era industriale a metà del 18esimo secolo il diossido di carbonio era rimasto inchiodato ad una concentrazione di circa 280 ppm, cioè molecole di gas per milione di molecole d’aria. Dal 1750 ad oggi laconcentrazione è aumentata di circa il 38% per colpa dei combustibili fossili, della deforestazione e del cambiamento della destinazione d’uso della terra. Solo negli ultimi 20 anni è aumentata di ben l’1,88% in media per anno.
Se i Governi, però, non troveranno una quadra accettabile tra loro, con Cina e India che aspettano risposte impegnative e investimenti sufficienti per l’adattamento ai cambiamenti climatici da Ue, Usa e Paesi industrializzati, e questi ultimi che non si dicono disponibili a fare passi avanti se non si muovono pure gli emergenti – dovremo continuare a spingere noi, semplici cittadini, associazioni, aggregazioni e quant’altro.
A Roma, domani 26 e il 27 novembre, organizziamo a Roma, alla Città dell’Altra Economia e sabato all’Università Luiss, insieme a Fiom, Amici dei Popoli, Città dell’Altra Economia, Università Luiss i due consorzi di ong europee Partnership for Change e Creating Coherence on trade and development, con il sostegno della CommissioneEuropea Che tempo Che fa: una due giorni di formazione e informazione dove operai ed esperti, economisti, attivisti e giornalisti, cittadini e contadini si confronteranno sulla crisi del nostro modello di sviluppo, dell’economia e dell’ambiente, sulla crisi del lavoro come sintomo primo del malessere e come spazio per costruire l’alternativa, delle buone pratiche, grandi e piccole, su come i media le hanno raccontate e su come possiamo renderle sempre più visibili, incisive. Poi partiremo per Cancun, dove seguiremo i negoziati sul clima insieme alle reti internazionali Climate Justice Now e Climate Justice Action, e come sempre ve li racconteremo da queste pagine e dal sito di Fair.
Se uniamo le forze,ci formiamo e ci le cose cambiano, e anche la politica si mette in moto per fare la sua parte: in Regione Liguria, ad esempio, dove nelle scorse settimane insieme a Legambiente, Arci, Cospe ed altre organizzazioni locali si sono moltiplicate iniziative di questo tipo che hannocoinvolto gli amministratori locali, è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno, primi firmatari Alessandro Benzi e Giacomo Conti del gruppo Federazione della sinistra e sottoscritto da consiglieri di maggioranza e minoranza, attraverso il quale il Consiglio regionale aderisce alle mobilitazioni previste a Cancun dal 29 novembre al 10 dicembre, in coincidenza della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici. Con il documento, inoltre, s’impegna il presidente e la Giunta regionale a sensibilizzare anche attraverso le iniziative dell’Assessorato all’Ambiente, la popolazione ligure in merito alle problematiche relative ai cambiamenti climatici, e, ancora, a sostenere e valorizzare le elaborazioni politiche ed economiche a difesa del pianeta elaborate da organizzazioni della società civile e organizzazioni non governative. Insomma Cancun non sarà un’isola, ma l’inizio di un percorso di cambiamento su tutto il territorio. Proviamo a replicarla in tutta Italia?
Monica De Sisto









   
 



 
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