Pschiatria, dentro i "matti" e fuori gli infermieri
 











A Napoli servizi di assistenza sospesi per circa mille utenti. Trecento operatori sociali appartenenti alle cooperative che vantano diciassette mensilità d’arretrato e non vedono rinnovarsi le convenzioni con la Regione Campania. Per queste ragioni hanno oggi occupato la struttura sanitaria “Lorenzo Bianchi” sospendendo i servizi, fino a ieri garantiti, per i circa mille pazienti psichiatrici. A rischio occupazionale trecento posti di lavoro. Questo mentre la Regione pensa a un piano per il lavoro straordinario, ma che contemporaneamente, in stile Tremonti, taglia servizi che rappresentano un benessere diffuso.
"Siamo in un tragico gioco dell’oca dove si torna nella casella di partenza. Qua 15 anni fa la cooperazione sociale insieme al pubblico avvio la chiusura dei manicomi e di destituzionalizzazione di migliaia di utenti che vivevano in condizioni tragiche. Oggi si torna qui perché la Regione presa dalla frenesia di recuperare il deficitsanitario taglia indiscriminatamente ogni servizio colpendo anche quelli che sono maggiormente serviti in questi anni. Servizi che hanno garantito socialità e percorsi di inclusione costruendo una idea di sanità diversa. Adesso gli utenti saranno abbandonati a se stessi e verranno lasciati alle sole famiglie. Forse qualcuno sta coltivando l’idea di riaprire i manicomi". Sergio D’angelo, portavoce del comitato “Il welfare non è un lusso” spiega le ragioni che hanno spinto circa trecento operatori sociali ad occupare, questa mattina, la struttura Lorenzo Bianchi di Napoli. "Il patrimonio di servizi c non è servito solo a chi li ha costruiti e mantenuti in vita in questi anni. Dare risposta a tossicodipendenti e malati di mente mira a edificare un benessere diffuso". Continua D’Angelo che alla domanda riguardante la durata e l’obiettivo dell’occupazione spiega: "Ci apriremo alla città, certo non ci asserraglieremo in questa struttura".
Oltre al dramma sanitario che riguarda lasospensione dei servizi fino a ieri garantiti si somma il problema occupazionale dei circa trecento operatori sociali che vantano arretrati per diciassette mensilità e non vedono nell’immediato prospettive occupazionali. "A patire la mancanza di cure saranno circa mille utenti tra sofferenti psichiatrici. Al dramma si somma un altro dramma. Mentre la Regione pianifica un piano straordinario per il lavoro manda trecento professionalità in disoccupazione", conclude D’Angelo.









   
 



 
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