-Ci sono le primarie? E io mi butto-
Il premio Nobel che da grande vuol fare il sindaco di Milano. -Sul serio-
 







di M. Ca




Dario Fo

Aveva appoggiato la candidatura di Umberto Veronesi. Sfumata quella, e con le primarie dell'Unione fissate per il 29 gennaio, Dario Fo ha deciso di autocandidarsi sindaco di Milano. Un quasi bis per il premio Nobel. Quattro anni fa si era «ritirato» in ossequio alle decisioni dei partiti del centro sinistra. Questa volta, non sembra per nulla intenzionato a fare il passo indietro.
Franca è consenziente?
E' travolta, più che altro.
Sei recidivo.
Ebbene sì, ma con una bella differenza. Si faranno le primarie, decideranno i cittadini, non solo i partiti. L'altra volta, pur avendo dalla mia sondaggi lusinghieri, mi feci da parte per evitare spaccature e problemi nel centro sinistra. Adesso, con le primarie, i partiti devono fare i conti con chi li vota. Quindi, scendo volentieri in pista. Anzi, sento quasi il dovere di espormi, di mettermi a disposizione.
Ti candidi da guastatore o datestimone?
No, no. La mia è una candidatura vera. Via Veronesi, di nomi grossi in circolazione non ce ne sono.
Per ora solo Verdi e Rifondazione hanno dichiarato una qualche disponilità ad appoggiarti. Ds e Margherita, chiaramente infastiditi, ti lisciano per metabolizzarti. Ti invitano al «Cantiere» per dare il tuo contributo alla stesura del programma. Niente di più.
Ci andrò volentieri in questo «Cantiere». Lì dentro, oltre ai partiti, c'è gente sveglia e impegnata, associazioni e comitati. Mi confronterò con tutti. Ma tenendo ferma la mia candidatura. Il centro sinistra ha un altro nome? Lo tiri fuori. L'unica ipotesi per farmi cambiare idea è che l'Unione candidi unitariamente uno meglio di me e che abbia una buona chiamata, capace di calamitare voti. Di meglio ce ne sono, ma non hanno chiamata.
Anomalia per anomalia, dice qualche antipatizzante per buttare tutto in vacca, allora candidiamo Celentano.
Adriano ha chiamata.Però, quando si tratta di elezioni, perché la gente risponda devi essere bravo anche giù dal palcoscenico.
Il candidato Dario Fo cosa mette nell'agenda delle priorità per Milano?
Franca ed io da anni ci occupiamo del traffico, dell'inquinamento, delle fonti energetiche alternative. Se mi affaccio alla finestra di casa vedo 300 metri di auto posteggiate. E' una pazzia, anzi una tragedia. Comincerei da lì. Seconda priorità: togliere dall'abbandono le periferie. Terza: la cultura, ormai siamo al vuoto spinto. Albertini sarà solo l'ultimo della lista, ma è andato giù pesante. Milano oggi mi fa malinconia, mi stronca, mi fa incazzare. Ci sono questi sentimenti e questi pensieri dentro la mia candidatura. Che, ripeto, è una cosa seria.
Il vincitore delle primarie dell'Unione dovrà vedersela probabilmente con Letizia Moratti.
Ci metterei subito la firma. E' l'avversaria perfetta da battere. Fredda, grigia e odiata da chi ha i figli che vanno ascuola.
Un giudizio sul caso Bologna. Deluso da Cofferati?
Voglio capire, andare direttamente alle fonti, evitare di prendere cantonate sulla scorta di pregiudizi. Per ora mi dichiaro assai perplesso e preoccupato. Ho fatto il tifo per Cofferati. Mi sembra si stia spingendo pericolosamente troppo avanti senza attenzione alle mediazioni. Davvero strano per un ex sindacalista.da Il manifesto

 









   
 



 
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