Appalti, allarme di Bankitalia: ’’Sistema esposto a rischi di collusione e corruzione’’
 











Il sistema degli appalti pubblici in Italia è esposto a rischi di collusione e corruzione oltre a mostrare carenze sul piano della progettazione. E questo nonostante le numerose riforme che hanno interessato il settore, volte a migliorare il disegno delle procedure di aggiudicazione e ad assicurare il rispetto dei principi di pubblicità, di trasparenza e parità di trattamento dei contraenti privati. Sono queste le patologie e le criticità messe in luce dallo studio di Bankitalia sul tema ’L’affidamento dei lavori pubblici in Italia: un’analisi dei meccanismi di selezione del contraente privato’.
’’Nonostante le numerose riforme che hanno interessato il settore degli appalti pubblici negli ultimi anni, il sistema italiano è caratterizzato - sottolinea l’indagine di Bankitalia - da un’elevata frammentazione ed esposto in misura considerevole ai rischi di collusione, corruzione e rinegoziazioni successive con gli aggiudicatari dei contratti. Carenzesono, inoltre, presenti sul piano della progettazione degli interventi’’.
Quanto alle cause alla base di queste criticità, queste ’’sembrano in parte riconducibili all’attuale disciplina relativa all’affidamento di contratti di appalto di lavori pubblici, che non garantisce il corretto funzionamento dei meccanismi di selezione del contraente privato’’. Ma, come emerge dall’indagine di Bankitalia, grazie alle indicazioni che giungono dalle letteratura economica e dai confronti internazionali, è possibile migliorare e ridurre i rischi cui è esposto il sistema degli appalti. Ad esempio, l’eliminazione del ricorso a meccanismi di esclusione automatica delle offerte anomale ridurrebbe i rischi di collusione tra gli offerenti. ’’Vi sono evidenze per l’Italia che il ricorso al formato di gara AB (cioè aste al prezzo più basso con eliminazione automatica delle offerte anomale) presenti un’elevata vulnerabilità al rischio di collusione tra imprese’’, evidenza Bankitalia.
L’indaginesvolta da Palazzo Koch pone l’accento sui benefici che deriverebbero da ’’una maggiore attenzione per la progettazione per gli interventi attraverso la centralizzazione di tale attività e l’adozione di normativa tecnica di dettaglio per gli appalti più semplici’’. A migliorare il sistema degli appalti può contribuire ’’un accentramento delle valutazioni di anomalia delle offerte in capo a stazioni appaltanti di maggiori dimensioni e un innalzamento degli importi delle garanzie fideiussorie prestate dai soggetti aggiudicatari, che ridurrebbero i rischi di rinegoziazioni successive e di mancato completamento dell’opera’’.
Come un ’’rafforzamento delle misure di contrasto ai fenomeni di corruzione, specie attraverso la riorganizzazione degli organismi di attestazione, un inasprimento dei controlli relativi alla sub-contrattazione e una maggiore trasparenza delle informazioni’’.
L’indagine indica poi indica il percorso di una ’’maggiore valorizzazione del criterio selettivo basatosull’offerta economicamente più vantaggiosa’’ e di una ’’migliore disciplina del dialogo competitivo per gli appalti più complessi, al fine di assicurare in maniera più efficace un contenimento dei costi per la Pubblica Amministrazione che si associ ad adeguati livelli qualitativi dell’opera pubblica’’.









   
 



 
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