Energie rinnovabili: pulite e alternative al nucleare
 







di Davide Pappalardo




La proposta di legge di iniziativa popolare sulle energie rinnovabili è stata presentata il 21 dicembre alla Camera. 80mila le firme valide consegnate, oltre centomila quelle raccolte (alcune delle quali poi non consegnate perché prive di requisiti formali necessari per essere valide). Un dato numerico e politico non scontato in ragione della cappa di silenzio fatta calare su una battaglia scomoda dai poteri forti e da tv e giornali conniventi. Perché quello delle rinnovabili è un tema che può far male a molti, in primo luogo ai nuclearisti, e poi agli affaristi che gli girano attorno, a tutti quelli che occupano lucrosi scranni e ai loro potenti sponsor. Perché le rinnovabili sono fonti alternative al nucleare, sono fonti pulite e in grado di dare vita ad una nuova occupazione. Perché le rinnovabili parlano anche di un nuovo modello di società. Alla potenza mediatica che ruota attorno al mondo dell’atomo, siamo riusciti a contrapporre unacoalizione a cui hanno dato un contributo Lega Ambiente, Greepeace, Wwf, Forum ambientalista, associazioni ambientaliste locali, Arci, Cgil, Fiom, Spi-Cgil, Fp-Cgil, Federazione della Sinistra, Verdi, Alternativa, Sel, Pd (Ecodem), Idv, personalità del mondo ambientalista, dell’Università, del mondo scientifico.
La Federazione della Sinistra si era impegnata a raccogliere almeno 10mila firme delle 50mila necessarie come quota minima per poter depositare la proposta alla Camera. L’impegno è stato ribadito dal punto di vista politico anche nel documento del congresso della Federazione dove è stato inserito un passaggio sul sostegno alla proposta di legge di iniziativa popolare per le energie rinnovabili e la difesa del clima.
Il ruolo della Federazione della Sinistra si è visto sia nella raccolta firme che nella costruzione della proposta politica e nei momenti di elaborazione collettiva (volantini, documenti). Il ruolo del Prc è stato riconosciuto da tutti i protagonisti dellaproposta, sia in termini organizzativi e di firme raccolte, che in termini di risultati politici. Tra i partiti, siamo quello che ha dato il contributo più grande (la Cgil e Legambiente sono state le organizzazioni che hanno raccolto il maggior numero di firme). Dal punto di vista numerico l’obiettivo è stato centrato perché come Prc-FdS abbiamo consegnato 12mila firme (buona parte delle quali raccolte solo come partito - circa 8.000 - e le restanti insieme a comitati unitari).
Da rilevare il dato positivo di alcune federazioni, come quella di Bergamo che ha fatto la parte del leone con 1.600 firme raccolte e i risultati raggiunti da tante piccole federazioni e da singoli circoli. Ma vanno ringraziate e ringraziati tutte le compagne e tutti i compagni che si sono spesi sui territori, in contesti spesso difficili, per la riuscita di questa iniziativa.
Nel complesso si è trattata di una buona occasione per mobilitare le nostre forze e per essere presenti, su un tema chiave, quellodei beni comuni. Un tema che può essere uno degli elementi, anche programmatici, grazie al quale definire il nostro progetto e renderci riconoscibili.
Si è trattata inoltre di un’occasione utile per connettere il tema con altre battaglie, per mettere al lavoro comune forze diverse, per mettere in pista alleanze e interlocuzioni con le realtà di movimenti ambientalisti, di comitati contro il nucleare. Una strada che dovrà essere seguita anche nell’immediato futuro per far sì che i percorsi su acqua pubblica e no al nucleare e sì alle rinnovabili si sostengano l’un con l’altro.
Prossima tappa, il 22 gennaio 2011. Per quel giorno il comitato Sì alle energie rinnovabili e No al nucleare ha convocato un incontro nazionale di quanti hanno partecipato alla raccolta delle firme con l’obiettivo di preparare un piano di lavoro per fare fruttare al meglio questo risultato. Ancora una volta noi ci saremo, per discutere insieme agli altri e per portare il nostro punto di vista su questequestioni che riteniamo centrali per il nostro futuro.









   
 



 
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