Sanità, chilleraggio farmacologico
 











La cloropromazina, sintetizzata a Parigi nel 1950, è il capostipite di questi composti. Venne dapprima utilizzata in sala operatoria per potenziare l’anestesia, oppure per pazienti con crisi dolorose non trattabili, in associazione a narcotici e barbiturici.
Si notò, però, che la cloropromazina aveva anche una proprietà particolare, detta "lobotomia farmacologica", ovvero la proprietà di indurre uno stato di ottundimento di sensi, riflessi e pensiero.     
Introdotti nella pratica psichiatrica nel 1953, i neurolettici diventarono presto la "camicia di forza chimica" utilizzata in tutti i manicomi, prendendo così il posto dei barbiturici, degli shock da insulina, degli elettroshock e della lobotomia.
Oltre all’effetto antipsicotico già a bassi dosaggi, la cloropromazina (componente dei neurolettici) è stata a lungo utilizzata per i suoi effetti antinausea, antivomito, antivertigine, alcuni tipi di somatizzazione e di cefalea.
Grazie all’enorme successo commerciale della clorpromazina la ricerca dei nuovi neurolettici era comunque avviata, infatti nel giro di una decina di anni si giunse all’individuazione e alla messa a punto di quasi tutte le maggiori classi di prodotti antipsicotici di cui disponiamo attualmente.
La ricerca ci ha portato ora a disporre di una ventina di diverse fenotiazine, prodotti assai simili strutturalmente alla clorpomazina. Oltre alle fenotiazine troviamo quindi tioxanteni, le dibenzazepine, butirrofenone, difenilbutilpiperidine ed altre ancora. Tutti questi farmaci possono produrre effetti collaterali articolari costituiti da tremori, rigidità, riduzione della mimica facciale.
Aspetti clinici
Gli antipsicotici presentano un’azione prevalentemente antidelirante e antiallucinatoria.
Vengono impiegati prevalentemente per la terapia della schizofrenia e di altre manifestazioni psicotiche. Possono essere somministrati per via orale, intramuscolare, e per via venosa. Alcuni tra i farmaci più diffusi in questa categoria sono:
Serenase - Haldol - Largagtil - Moditen - Melleril - Nozinan - Orap
Assunti a dosaggi adeguati riducono il delirio, le allucinazioni (le voci), i comportamenti devianti degli psicotici, favorendone il reinserimento sociale. Assunti da un soggetto non psicotico, non producono uno stato di sedazione quanto piuttosto una estrema indifferenza agli stimoli ambientali e un fortissimo appiattimento emotivo. Non inducono né assuefazione né dipendenza, non sono particolarmente tossici, ma possono produrre però importanti e consistenti effetti collaterali: riduzione della mimica facciale, rigidità e tremori muscolari simili al morbo di Parkinson.
Gli effetti collaterali
Gli effetti più frequenti sono: sedazione, sonnolenza, difficoltà di pensiero, apatia, secchezza delle fauci, eccessiva salivazione, problemi mestruali, problemi sessuali, aumento di peso, difficoltà ad urinare, confusione, nausea, abbassamenti di pressione, insonnia.
Per controllare i tremori provocati dall’uso dei neurolettici, spesso alla persona vengono somministrati farmaci antiparkinsoniani (su tutti il Disipal).
La persona che assume neurolettici spesso si sente stordita, fa fatica a connettere e ad associare le idee fra loro, si sente staccata dalla realtà come se tutto fosse ovattato. Gli antipsicotici possono anche incidere sul comportamento causando cambiamenti repentini di umore, periodi di calma alternati a periodi di iperattività, inusuali modi di parlare, incluso il "parlare senza mira" o a voce molto alta.
Disturbi extrapiramidali
Sono gli effetti di più comune riscontro. I disturbi extrapiramidali indotti dai neurolettici sono: distonia acuta, acatisia, parkinsonismo, discinesia tardiva e rabbit syndrome. Li descriviamo di seguito.
Distonia acuta
E’ rara ma è dolorosa e debilitante. Insorge precocemente (secondo alcune stime nel 90% dei casi entro i primi 5 giorni dall’ inizio del trattamento). E’ caratterizzata da torcicollo doloroso, movimenti degli occhi verso l’alto, tic della palpebra, contrazioni dolorose della schiena con difficoltà a camminare, raramente contrazioni dei muscoli laringei con difficoltà a parlare (intesa come voce rauca, sino all’afonia) e a respirare, fino al soffocamento.
Acatisia
E’ l’incapacità di stare fermi, l’individuo si muove continuamente e con dondolamenti, battendo i piedi o le dita, spostando il peso del corpo da una parte all’altra mentre sta in piedi.
Parkinsonismo
I segni più tipici sono rigidità, tremori e bradicinesia (movimenti lenti) come avviene nei soggetti affetti da morbo di Parkinson. Possono inoltre essere presenti scialorrea (= eccesso di salivazione), disturbi del linguaggio e disturbi della scrittura. Un’estrema forma di parkinsonismo è l’"effetto zombie’’ dato da
portamento rigido, quasi mutismo, apatia, sguardo assente.
L’incidenza della sindrome parkinsoniana varia, a seconda degli studi considerati, dal 20 al 40% dei casi. Di solito è reversibile dopo alcune settimane dalla sospensione del trattamento con neurolettici, ma in certi casi può persistere per mesi od anni.
Per controllare i sintomi parkinsoniani vengono usati farmaci antiparkinsoniani, ma questa associazione, soprattutto se prolungata nel tempo può aumentare il rischio di discinesia tardiva (vedi sotto).
Discinesia tardiva
E’ il più grave degli effetti extrapiramidali. E’ caratterizzata dalla presenza di movimenti involontari (discinetici) a carico della muscolatura della bocca, delle labbra e della lingua. Spesso possono essere colpiti anche i muscoli degli arti e del tronco. Tali movimenti si attenuano o scompaiono durante il sonno, mentre aumentano in condizioni di tensione emotiva. Sono movimenti ripetuti e ritmati tipo: succhiare, baciare, piegare le labbra, soffiare, masticare, protendere la lingua. Comuni sono anche i tic facciali e le smorfie e si possono osservare movimenti incontrollati delle dita, sbattere dei piedi ed altri movimenti insoliti. Tali effetti possono essere molto visibili o anche solo percepibili da un occhio alienato. Tale insieme di effetti è chiamato "discinesia tardiva" perché può insorgere di solito dopo alcuni anni dall’ inizio del trattamento (nel 20-55% di persone trattate per più di due anni), tuttavia vi sono casi di insorgenza molto precoce (alcuni mesi dopo l’inizio del trattamento) e può insorgere anche dopo la sospensione del trattamento (discinesia da sospensione).
Esistono forme ad evoluzione favorevole e sfavorevole, cioè reversibile o irreversibile. Queste ultime rappresentano il 30% del totale.
Sono stati notati alcuni fattori di rischio, cioè alcune condizioni che favoriscono la possibilità di sviluppare questo disturbo, tra cui: sesso femminile, età superiore ai 55 anni, assunzione prolungata della sostanza (più di due anni), associazione con composti antiparkinsoniani, uso di farmaci depot (ovvero iniezioni a lento rilascio).
Poiché non esistono rimedi contro la discinesia tardiva la prevenzione è molto importante:
se si usano neurolettici, prenderli per un breve periodo e in dosi minime;
mentre si assumono neurolettici effettuare ogni 3 mesi un esame neurologico per poter identificare precocemente i primi segnali di tale effetto, come i movimenti vermicolari della lingua;
fare pause senza assumere neurolettici, almeno 4 volte l’anno, all’incirca ogni 3 mesi. Durante tali pause della durata di almeno 2-4 settimane possono comparire i primi segni di discinesia tardiva. Se compaiono, il trattamento deve essere interrotto;
evitare l’uso dei neurolettici depot: rispetto alle preparazioni orali presentano un rischio tre volte maggiore;
evitare la sospensione brusca del trattamento: una sospensione graduale può ridurre i rischi di discinesia tardiva (i tempi e i modi con cui arrivare alla sospensione del farmaco sono variabili da persona a persona, ènecessario consultare un medico che aiuti indicando quali sostanze, ad esempio vitamine e sali minerali, assumere per non accusare disturbi durante la sospensione della terapia farmacologica);
usare composti antiparkinsoniani solo se compaiono disturbi extrapiramidali.
Rabbit syndrome
E’ un particolare tipo di disturbo che può insorgere tardivamente, è la "sindrome del coniglio" che consiste in contrazioni involontarie e continue dei muscoli periorali (ovvero intorno alla bocca), sono invece assenti i movimenti della lingua come invece avviene nella discinesia tardiva. E’ un disturbo quasi sempre reversibile.
Dottoressa Anna Zanon

N.B.Tre nuovi casi di morti ’per abusi nei confronti di pazienti con patologie psichiatriche’. Sono contenuti nell’esposto presentato oggi da Telefono Viola alla Procura di Milano.Si ipotizzano i reati di omicidio e lesioni per episodi che sarebbero avvenuti nei reparti psichiatrici dell’ospedale Niguarda. Si aggiungono alle due morti ’per contenzione’ gia’ denunciate. Due di loro sono morti ’intontiti dai neurolettici, soffocati dal cibo. Della morte di un terzo manca la documentazione’.









   
 



 
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