-Un grande scienziato e terapeuta, un grande educatore e comunicatore, un protagonista del progresso civile e democratico del nostro paese: così merita di essere ricordato e onorato Giovanni Bollea, fondatore della neuropsichiatria infantile in Italia-. Lo definisce così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio di cordoglio che ha inviato alla famiglia di Giovanni Bollea, scomparso domenica all’età di 97 anni. Ora spetta ai tanti collaboratori e allievi portare avanti il suo lavoro e non mancano i problemi. «Bollea ha insegnato molte cose a quasi tutti noi - racconta Gabriel Levi, che oggi dirige lo storico istituto romano di via Sabelli fondato dal professore - Si è impegnato per una Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva, centrata prima di tutto sulla cura e sulla presa in carico personale e continuativa». Nel Dipartimento di Scienze Neurologiche, Psichiatriche e Riabilitative dell’Età Evolutiva, come si chiama oggil’Istituto di Neuropsichiatria Infantile, arrivano telefonate di solidarietà da ex allievi e pazienti del professore, mentre le visite e le cure ai bambini proseguono senza interruzioni: -Bollea era un grandissimo lavoratore, fino a pochi mesi fa era capace di presentarsi qui il sabato mattina lamentandosi perchè c’erano pochi medici in servizio - racconta Flavia Capozzi, ricercatrice dell’istituto - per cui venire al lavoro ci sembrava il modo migliore per onorarlo-. Una dedizione non sempre apprezzata dalle istituzioni, visto che proprio l’istituto romano era, ed è ancora, a rischio tagli: -A parole ci è stato garantito che il previsto taglio ad ambulatori e posti letto del piano sarebbe stato cancellato - spiega Graziella Bastelli, coordinatrice dell’area sanitaria - ma ancora non abbiamo visto nero su bianco la correzione. Invece di lottare per non scomparire l’istituto dovrebbe essere potenziato, in un momento in cui bambini e adolescenti hanno un grande bisogno di assistenza: quici sono liste di attesa anche di 4 mesi per i ricoveri e le visite ambulatoriali, e non abbiamo più gli assistenti sociali-. Nato a Cigliano Vercellese il 6 dicembre 1913, Bollea ha rivoluzionato la neuropsichiatria infantile italiana introducendo per la prima volta la psicoanalisi, la psicoterapia di gruppo e il lavoro d’equipe nella storica clinica universitaria di Roma della Sapienza. Nonostante i 98 anni di età, continuava ancora a portare avanti il suo "sogno incompiuto", -quello di fondare anche in Italia la Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza-, spiega Levi.
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