Alla Regione Puglia c’è stato un "sistema di occupazione dei posti di alta amministrazione e successivo asservimento degli uomini-chiave per successivi fini privati e/o comunque certamente poco istituzionali". E la "prassi politica dello spoil system era, di fatto, talmente imperante nella sanità regionale da indurre il governatore Nichi Vendola, pur di sostenere alla nomina a direttore generale di un suo protetto, addirittura a pretendere il cambiamento della legge per superare, con una nuova legge ad ’usum delphini’, gli ostacoli che la norma frapponeva alla nomina della persona da lui fortemente voluta". E’ quanto scrive il gip del tribunale di Bari Giuseppe de Benedictis nel provvedimento con il quale è stata chiesta al Senato l’autorizzazione all’arresto per il senatore Alberto Tedesco del Pd, all’epoca dei fatti assessore alla sanità pugliese. "L’invasività della politica non era una cosa sporadica o una prassi che riguardasse soltanto lenomine dei primariucci. Ma, purtroppo, tutte le decisioni e gli indirizzi di politica sanitaria erano orientati quasi esclusivamente in una prospettiva clientelare". Non usa mezzi termini il giudice Giuseppe De Bendictis nelle 316 pagine di ordinanza di custodia cautelare. Non c’è la cupola, dice, ma come testimonierebbero le intercettazioni telefoniche, tanto malaffare. E’ solo uno spaccato della maxi-inchiesta sfociata nel blitz dei carabinieri che hanno arrestato cinque persone. "Non vi è alcun dubbio - scrive il giudice- che il sistema fosse incentrato sulla rigorosa applicazione di logiche affaristiche e clientelari, sorrette dalla già ricordata equazione nomina del dirigente amico - ricambio dei favori da parte dei dirigente stesso, favori che conducevano, tramite le turbative d’asta e gli abusi di uffici, ma anche le concussioni per i funzionari meno ’docili’, alla spartizione illecita degli appalti in favore degli imprenditori che garantivano futuro sostegno elettorale aipolitici (che, quindi, li ricambiavano con tali appalti), e, sempre nell’ottica dei politici, di acquisizione del maggior numero possibile di consensi, anche delle nomine dei primari, che poi si sdebitavano in vario modo (visto il potere di spesa a ciascuno di essi garantito dalla legge)". Sulle nomine vi è stata inoltre - scrive il giudice - "la consapevolezza dei responsabili politici - di tutti i responsabili politici - di operare per fini di spartizione partitica e/o correntizia, riconoscendo al più ai propri dirigenti un limitato potere di proposta". Per il gip, il sistema "non risulta circoscritto a singoli esponenti della maggioranza di centro-sinistra ma assurge a logica di strategia politica al fine di acquisire consenso e rendere stabile la maggioranza di governo". Secondo il giudice, inoltre, il modo di suggerire le nomine da parte dell’assessore Tedesco offre "uno spaccato desolante del modo in cui venivano scelti i dirigenti delle Asl, ossia per l’affidamento chedavano ai politici, previa verifica di tale importantissimo requisito". Il giudice cita in proposito la nomina dell’indagato Tommaso Antonio Stallone a direttore amministrativo dell’istituto di ricerca e cura a carattere scientifico ’De Bellis’ di Castellana Grotte (Bari), fatta assai rapidamente - evidenzia il giudice - il giorno prima dell’entrata in vigore di un decreto che decurtava del 20% compensi dei nuovi contratti. Paolo Albanese, addetto alla tutela del presidente della Regione, è accusato di concorso in concussione. Insieme al direttore sanitario della Asl Bari, Alessandro Calasso, con il capo delle segreteria politica di Tedesco, Mario Malcangi, e con il consigliere comunale di Terlizzi Sigrisi (Pd), anche quest’ultimo indagato, ha indotto - secondo l’accusa - "mediante continue e assillanti pressioni integranti una non resistibile coazione" il direttore sanitario dell’ospedale di Terlizzi, Pantaleo Marrone, a trasferire una sua partente, l’infermiera Maria Rosselli,assegnandola al reparto di oculistica. I fatti risalgono al 12 gennaio 2009. L’inchiesta sulla gestione degli appalti nella Sanità pugliese comincia nel 2008 e incrocia anche quella sulle escort di Gianpaolo Tarantini e le protesi fornite dalla sua società, racchiuse in una parte dei dieci filoni d’indagine che hanno portato anche alle dimissioni del vicepresidente del consiglio regionale Sandro Frisullo. Il procuratore di Bari Antonio Laudati descriveva quell’incrocio di affari e politica come un "tipo di criminalità complessa, organizzata". Si riferiva al sistema d’affari tra appalti, nomine e finanziamenti ai partiti che vede coinvolti politici e imprenditori di caratura nazionale. Agli atti ci sono intercettazioni telefoniche incrociate e delibere, conversazioni ambientali e architetture di società finanziarie. L’indagine più importante in questo senso è quella condotta dal sostituto procuratore della Dda, Desirèe Digeronimo. Anni di indagini, di microspie nelle stanzedella politica pugliese a partire da quella dell’allora assessore regionale alla Sanità, Tedesco. Anche il presidente Vendola fu chiamato a dare spiegazioni, in qualità di persona informata sui fatti, sul tenore di alcune intercettazioni telefoniche con il suo assessore. Per lui fu chiesta l’archiviazione. LE INTERCETTAZIONI Il 20 novembre del 2008 il presidente della Regione parla con il suo assessore alla Salute di una nomina per un direttore generale. Dice Tedesco: "quello non ha i requisiti sta come direttore generale, quello che vuoi nominare!". Vendola risponde: "O Madonna santa, porca miseria la legge non la possiamo modificare?". Tedesco: "Eh?". Vendola: "Non possiamo modificare la legge in una delle prossime..." Tedesco: "Eh, mica eh...". "È il 18 novembre 2008 quando Paolo Albanese, il poliziotto della scorta di Vendola, chiama Mario Malcangi, il segretario di Tedesco, avvisandolo che la cognata Roselli, finalmente, è stata preavvisata deltrasferimento a Terlizzi dalla dirigente del personale come lui aveva più volta richieste. Malcangi: "Allora la mandiamo a Terlizzi in oculistica (...) Digli... digli al tuo Presidente che diciamo stanno le persone che sanno... sanno fare i ricottari". A. "Ma lo so! Mario io lo so... ". M.: "Tu puoi fare una cosa, se non ti fa schifo..., vai da Marrone, tu lo minacci, tanto tu sei il capo della scorta... ". A.: "Eh... eh!". M.: "Tanto tu lo puoi minacciare, la pistola c’è l’hai... Gli dici che questa operazione l’abbiamo fatta io e te in due minuti (...) Poi quando mi arrestano mi porti le arance". A.: "Mario, e che problema c’è!". L’assessorato regionale alla Salute ha una"«importanza strategica duplice (sia economica che politica)" e ciò è "ampiamente sottolineato" dallo stesso ex assessore Alberto Tedesco, ora senatore del Pd, in una delle telefonate con il sindaco di Bari, Michele Emiliano (Pd), intercettate dalla procura nell’ambito dell’indagine che haportato alla richiesta di arresto per il senatore del Pd, Alberto Tedesco. Lo scrive il gip del tribunale di Bari nel provvedimento restrittivo notificato agli indagati. Nella telefonata Tedesco si "lamentava aspramente della decisione che il Governatore regionale, Vendola, voleva prendere nella primavera del 2008, sostituendolo alla guida di tale assessorato, che lui stesso definisce politicamente un ’sottosistema’, con una persona ritenuta più ’vicinà allo stesso Governatore Vendola (ossia Lea Cosentino), che così lo avrebbe avuto direttamente ’in manò, togliendolo al partito di cui il Tedesco era rappresentante". Questo il testo della telefonata tra Tedesco ed Emiliano riportato nel provvedimento cautelare: Tedesco: no, questa cosa lui (Vendola, scrive il gip) se la è completamente rimangiata, nel senso che ha detto... ha detto che non e... che non ci sono novità dal punto di vista diciamo dall’interesse diverso da quello politico, solo che... Emiliano: dice che èspezzato un filo ma... dice lui a noi...di fiducia... Tedesco: cioè!... Emiliano: personale... Tedesco: e se mi dice su che cosa si è spezzato poi!... Emiliano, ma niente!... secondo me, questa è una operazione tutta politica, perchè lui dice: ’io, in questa maniera, mi impadronisco del sottosistema e, ovviamente nelle prossime elezioni, l’Assessorato anzichè stare in mano al Pd sta in mano a mè, questo è tutto il discorso... o quanto meno sta in mano ad una logica che è diversa da questa...». La decisione del presidente Vendola da adottare ai danni di Tedesco "ufficialmente nasceva dal fatto" che vi era stata un’interrogazione urgente in Consiglio regionale con la quale si sollevava "il problema del conflitto d’interessi dell’assessore Tedesco" i cui più stretti famigliari hanno più società che operano nel settore sanitario. "Il 3 agosto 2008 il sindaco Emiliano – scrive il giudice - contatta nuovamente Tedesco chiedendo di essere aggiornato sulle scelte del’management’ sanitario che riguardano la Asl barese, dovendo curare gli equilibri delle varie correnti del suo partito e alla notizia della prossima sostituzione del direttore sanitario dell’Asl Bari, Lonardelli, con Calasso (cugino del sindaco stesso), Emiliano affermava che tale cambiamento avrebbe provocato inquietudine nell’assessore Mario Loizzo, ma Tedesco replicava affermando che il Loizzo (allora assessore regionale ai trasporti, ndr) era già rappresentato da Lea Cosentino (ex dg della Asl Bari), che aveva imposto il suo candidato". Tedesco è al telefono con l’allora direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino e parlano di una nomina, accennando alla "cabina di regia" che l’assessore vorrebbe costruire per gestire tutte le scelte. C’è da scegliere un direttore generale in fretta, perché sta per cambiare la legge. Tedesco: "Enzo lo sistemiamo non ti preoccupare!". Cosentino: "Ma ce la fate per venerdì?". Tedesco: "Senti, io gli proporrò di convocare la Giuntaper domani!": Cosentino: "C’è San Nicola, facciamo una bella cosa!": Tedesco: "San Nicola aiuta! Aiuta San Nicola! Cosentino: "Guarda Alberto per come stiamo combinati soltanto un santo di quella portata!". Tedesco: "Solo un santo può aiutarci!". Tedesco è al telefono, nella primavera del 2008, con il sindaco e segretario del Pd, Michele Emiliano. Tedesco: "Questa cosa lui (ndr, Vendola) se la è completamente rimangiata, nel senso che ha detto... ha detto che non e... che non ci sono novità dal punto di vista diciamo dall’interesse diverso da quello politico, solo che... ". Emiliano: "Dice che è spezzato un filo ma... dice lui a noi... di fiducia... personale... ". Tedesco: "E se mi dice su che cosa si è spezzato poi!...". Richiesta di arresto inviata al Senato: Alberto Tedesco, senatore Pd, 62 anni. IN CARCERE: Mario Malcangi, 51 anni di Ruvo di Puglia. AI DOMICILIARI: Paolo Albanese, 50 anni di Terlizzi; Diego Romano Rana (imprenditore), 52 anni di Bisceglie; Giovanni Leonardo Garofoli (imprenditore), 65 anni di Trani; Guido Scoditti (direttore generale Asl Lecce), 68 anni di Lecce. INTERDETTI: Alessandro Calasso (direttore sanitario Asl Bari), 63 anni di Bari; Antonio Acquaviva (medico oculista), 55 anni di Bari. INDAGATI A PIEDE LIBERO: Paolo Emilio Balestrazzi, 57 anni di Bari; Giuseppe Borracino, 63 anni di Barletta; Rocco Canosa (direttore generale Asl Bat), 61 anni di San Costantino Albanese; Antonio Colella (funzionario Asl Bari), 63 anni di Molfetta; Carlo Dante Columella (imprenditore), 67 anni di Altamura; Michele Columella (imprenditore), 44 anni di Altamura: Rita Dell’Anna (funzionario Asl Lecce), 56 anni di Lecce; Nicola Del Re (funzionario Asl Bari), 62 anni di Mola; Felice De Pietro (direttore amministrativo Asl Bat), 61 anni di Molfetta; DomenicoMarzocca (imprenditore), 61 anni di Bari; Francesco Petronella (imprenditore), 54 anni di Altamura; Vitantonio Roca (imprenditore), 63 anni di Bisceglie; Elio Rubino (imprenditore), 39 anni di Bari; Francesco Sanapo (manager Asl Lecce), 68 anni di Mesagne; Tommaso Antonio Stallone, 47 anni di Bisceglie; Filippo Tragni (funzionario Asl Bari), 52 anni di Altamura.
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