La Campania censura l’ambiente e strangola l’Arpac
 











In una regione dove l’inquinamento del litorale domizio è costante, come costante è l’abbandono del litorale flegreo, la chiusura dell’Arpac (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania) rappresenta molto di più di un suicidio amministrativo. L’inquinamento dei terreni e delle falde acquifere, infatti, è troppo spesso causato dalla creazione di discariche legali, progettate dagli enti che hanno gestito in quindici anni l’emergenza rifiuti. Ma Stefano Caldoro non sembra pensarla nello stesso modo. (audio con Mimmo Fedele, responsabile d’area della Cgil per l’Arpac).
Il governatore della Campania per la propria manovra finanziaria, sulla quale ha posto la fiducia impedendo così il dibattito sugli emendamenti presentati dall’opposizione, ha tagliato peggio di come usa fare il ministro Tremonti, sopprimendo di fatto l’indispensabile agenzia regionale. Non è lecito sapere se si sia trattato di una svista o di un atto deliberatamentecompiuto. Sono passati cinque giorni dall’approvazione della manovrina, ma non c’è stato nessun passo indietro da parte del governo regionale. Eppure l’istituzione Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale è un ente istituito obbligatoriamente in tutte le Regioni, in base alla legge 61 del 1994.
«Speriamo di avere preso una cantonata. Speriamo di avere capito male», spiega Mimmo Fedele, rappresentante d’area della Cgil nell’Arpac. «C’è una diffusa preoccupazione tra i lavoratori. Tutti si domandano come verranno finanziate le attività di questa agenzia».
Ma qualche merito il governatore Caldoro bisogna riconoscerglielo. È riuscito a ricompattare i sindacati e a far stabilire una nuova agenda di battaglie comuni. «È stata cancellata l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente campana» denunciano in un comunicato congiunto Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fp, a seguito dell’approvazione dell’emendamento (comma 103 dell’art.1) al disegno di legge per il bilancio annuale 2011. Leorganizzazioni sindacali hanno annunciato mobilitazioni e iniziative di protesta. «Il rischio è che non sia più possibile garantire i controlli. La cancellazione dell’Arpac con l’azzeramento del finanziamento, potrebbe configurarsi come interruzione di pubblico servizio».
Verranno a mancare nell’immediato i controlli sulla salubrità e balneabilità delle coste alla vigilia della stagione estive, come anche i controlli sull’acqua pubblica potabile e sullo stato dell’aria negli insediamenti urbani molto popolati. Compito dell’Arpac anche il monitoraggio dell’aria ad Acerra, comune nel quale è stato avviato il termo-valorizzatore. «La previsione del finanziamento in termini percentuali del Fondo Sanitario regionale (LR 1/2008) - aggiungono i sindacati - era tra le poche certezze di autonomia dell’Ente. Se non interverranno atti che ristabiliscano il finanziamento, saranno attivate le opportune iniziative di sensibilizzazione e di lotta coinvolgendo tutti i soggettiinteressati».ami-a.m.









   
 



 
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