Il 22 settembre 2010 il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva 2010/63//UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali; in pratica le nuove norme che a livello europeo regolamentano la vivisezione. La delusione di quanti si aspettavano il recepimento di un testo finalmente, almeno per alcuni aspetti, a favore degli animali è stata grande, poiché nessuna istanza proposta negli ultimi anni è stata accolta. Purtroppo però le cattive notizie potrebbero non essere finite. Il 7° emendamento del 2003 della Direttiva 76/768/CEE prevede che a partire dal 2013 vengano banditi in Europa tutti i test sugli animali per i prodotti cosmetici. Nonostante ciò, sembra che la Commissione Europea metta nuovamente in discussione questo termine. Storicamente, nel 1976 la Comunità Europea approvava la Direttiva 76/768/CEE che, da qual momento imponeva di utilizzare animali per i test specifici per gli ingredienti dei prodotti cosmetici. Nelgiugno 1993 veniva adottata la Direttiva 93/35/CEE, come sesto emendamento della Direttiva 76/768/EEC. Una delle sue finalità era quella di eliminare le prove su animali specifiche per gli ingredienti dei prodotti cosmetici e per il prodotto finito. La storia di questa Direttiva è stata molto travagliata in quanto subordinata alla convalida di metodi sostitutivi rispetto ai test sugli animali e, a tutt’oggi, la piena applicazione non è ancora avvenuta. Il 1° gennaio 1998 doveva essere la prima data per l’entrata in vigore del bando dei test con animali per valutare sia gli ingredienti che il prodotto finito; tuttavia da allora la data è stata posposta sistematicamente di 2 anni per decisione della Commissione Europea. A lungo il Consiglio Europeo e la Commissione Europea hanno continuato a trovarsi in disaccordo con il Parlamento Europeo. Finalmente il 27 gennaio 2003 il Consiglio Europeo approvava i seguenti tre punti: divieto assoluto di test su animali (per gli ingredienti)entro il 2009, in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea; divieto di vendita di cosmetici che usano ingredienti testati su animali (in qualunque Paese siano stati prodotti) per la maggior parte dei test entro l’anno 2009; divieto di vendita per tutti i cosmetici testati su animali compresi i tre settori rimasti esclusi dal punto precedente (tossicocinetica, tossicità riproduttiva, tossicità a dosi ripetute) entro il 2013, ma con possibilità di slittamento se non fossero stati sviluppati test alternativi adeguati. Avvicinandosi il termine ultimo del 2013, la Commissione Europea ha chiesto un parere a 41 esperti del settore che orienteranno il Parlamento Europeo e il Consiglio dei Ministri sulla posizione da prendere. La conclusione degli esperti lascia intendere che il bando subirà un ulteriore slittamento. Significativo il commento di Horst Spielmann, docente di Tossicologia alla Freie Universitat di Berlino, che giudica la relazione tecnica degli esperti «un’occasione perduta»,carente sia dal punto di vista scientifico sia da quello della tutela degli animali. A questo punto l’opinione pubblica dovrebbe poter avere una risposta chiara sulle seguenti domande: con quali criteri sono stati scelti gli esperti? E’ dimostrato che non hanno conflitti di interessi? In base a quali criteri scientifici si ritengono gli esperimenti sugli animali validi, considerando che sono stati giudicati, ad esempio, «bad science» dalla rivista Nature, criticati dal prestigioso National Research Council (NRC) statunitense e contestati da un sempre maggior numero di ricercatori e scienziati? Per quale motivo si chiede la validazione dei metodi sostitutivi i test animali, ma nulla viene detto sulla affidabilità di questi ultimi che a loro volta non sono mai stati validati? Pare che solo una protesta forte e non tardiva dell’opinione pubblica possa evitare una seconda sconfitta degli antivivisezionisti a livello europeo nel giro di pochi mesi. Stefano Cagno-psichiatra, dirigentemedico-ospedaliero
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