-Teniamo presente che entro giugno noi dobbiamo approntare il piano dei tagli al settore privato ed un ulteriore riduzione della rete ospedaliera pubblica-. Una frase, buttata lì da Tommaso Fiore ai microfoni del TgNorba, rivela la strategia già congegnata dalla Regione per far fronte alla possibilità che il governo, alla verifica sul piano di rientro già fissata per giugno, giudichi insufficienti i tagli adottati: tagliare altri ospedali pubblici rispetto ai 18 preventivati e per i quali, nei giorni scorsi, c’è stato il via libera della commissione. Chiusa la tappa dei 1.400 posti letto da dismettere entro il 2010 (termine slittato a metà 2011), si aprirà a giugno, infatti, la fase delle dismissioni entro il 2012 di altri 800 posti letto (suddivisi tra 370 nel pubblico, 300 nelle cliniche private e 130 negli Enti ecclesiastici). Ma nel pubblico, questo il ragionamento, se i conti che la Regione si appresta ad inviare entro il 15 marzo al governodovessero rivelarsi insufficienti, potrebbe essere necessario andare oltre: una sforbiciata ulteriore che andrebbe da un minimo di 3 ad un massimo di 10 ospedali. Il «piano B» del governo guidato da Nichi Vendola viene annunciato a mezza bocca proprio il giorno in cui si è suggellato lo «strappo» tra il Pd e la giunta sui tagli del piano. E per i Democratici, ancora sotto choc per essersi visti rintuzzare tutte le proposte di «compensazione» ai tagli già noti - rinviate da Fiore, appunto, a giugno - sarà ancor più difficile digerire la bastosta di una nuova «mannaia». Una mannaia che calerà proprio quando il Pd, a giugno, contava di ottenere l’ok a day service e residenze sanitarie con i quali riprendere le fila con i territori in subbuglio che si vedono tagliare l’ospedale. Ieri, non a caso, su quell’annuncio è piombato il silenzio del Pd: già in fibrillazione per i 18 ospedali da dismettere, si ritrova una nuova «patata bollente» da gestire nei territori e per di più appresa fuoridalla famigerata «cabina di regia» allestita da Fiore con la maggioranza per affrontare le «tempeste» interne. Ora, se il regolamento prevedeva di spalmare questo taglio di ulteriori 370 posti in 10 plessi, l’idea di Fiore lascia trasparire u n’altra possibilità: concentrare quei tagli in pochi ospedali e dismetterli al pari dei 18 già «declassificati». Nel mirino finiscono, così, Gioia del Colle e Grottaglie (a difesa del quale il Pd locale sta puntando i piedi) ma il tavolo di verifica col governo potrebbe riservare ben altre -sorprese-. E, al silenzio del Pd, fa da contraltare l’attacco diretto del centrodestra. «Fiore ha praticamente alzato bandiera bianca e dichiarato il completo fallimento della gestione della sanità pugliese - dice Gianmarco Surico (Fli) - annunciando ulteriori tagli e la chiusura di un numero imprecisato (da 3 a 10) di ospedali, oltre a quelli già previsti». Quanto alla situazione del deficit e dei tagli, «ha pure invocato l’arrivo di un commissario adacta. Se si arriva a paventare oggi la chiusura di un ospedale come quello di Gioia del Colle senza indicare quali alternative contestuali offrire, significa che ormai lo stato confusionale della giunta Vendola, unito all’atteggiamento schizofrenico della sua maggioranza, è ad un punto di non ritorno». Va giù pesante anche il vicecapogruppo Pdl Massimo Cassano: -Apprendiamo che la prevista chiusura dei 18 ospedali è solo un “antipasto” e che altri ospedali dovranno chiudere, da un minimo di 3 ad un massimo di 10. Tra questi, Gioia del Colle e Grumo, due ospedali che si aggiungerebbero ai 7 già in chiusura nel Barese e, anche in questo caso, in Comuni governati dal centrodestra-. Cassano sollecita anche Fiore a «tornare in Commissione» per i chiarimenti. Tutte le proteste del Pd, tuona Nino Marmo, arrivano ormai «fuori tempo massimo», mentre il capogruppo Pdl Rocco Palese chiede a Vendola se intenda, vista la situazione «disastrosa», confermare gli attuali manager delle Asl e,soprattutto, chiede -che fine hanno fatto i soldi dei cittadini pugliesi se il buco delle Asl continua a crescere nonostante i tagli-. Dal Pdl, anche il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri sostiene che le dichiarazioni di Fiore «rasentano l’irresponsabilità», mentre dall’Udc si leva la voce del capogruppo Salvatore Negro: continueremo a vigilare sulle «condizioni» poste alla giunta regionale: Poliambulatori e Case della salute nelle strutture dismesse e una commissione di indagine sugli sprechi» . de La gazzetta del mezzogiorno - Bepi Martellotta
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