Nuovo arresto per Anna Giuseppina Iannuzzi, conosciuta come ’Lady Asl’, e per suo marito Andrea Cappelli. Sono accusati di aver creato falsi documenti per bloccare il processo di appello che li vedeva imputati per le note vicende di malasanità e di truffa al servizio regionale sanitario. L’ordine di custodia cautelare è stato firmato dal gip Cinzia Parasporo, su richiesta del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e del pubblico ministero Giovanni Bombardieri. A provocare l’indagine è stata la decisione della Corte di appello, nel dicembre del 2009, di inviare i documenti ritenuti irregolari alla Procura di Roma perchè indagasse. Il 5 marzo 2007 la donna è stata condannata con rito abbreviato dal gup Adele Rando a otto anni di reclusione, mentre al marito furono inflitti sei anni. Il 22 dicembre 2009 la I Corte d’Appello ridusse le pene a sei anni per la Iannuzzi e a quattro per il marito. Proprio quando ormai tale processo era giunto allebattute finali, la Iannuzzi ha depositato una memoria accusando il suo ex difensore, l’avvocato Ugo Longo, di aver falsificato la sua firma apposta in calce alla procura speciale necessaria per il rito abbreviato, allegando anche una consulenza grafica a sostegno di tale tesi. Secondo la donna, durante uno dei colloqui con il penalista che l’ha rappresentata nel 2007, questi si sarebbe fatto firmare trenta fogli in bianco per procedere a chiedere la sua scarcerazione. La Iannuzzi si sarebbe resa conto che con tali fogli avrebbe potuto anche essere sollecitato l’accesso al rito abbreviato, cui lei sarebbe stata contraria. L’avvocato Longo, però non potrà mai replicare a queste accuse, essendo morto per una malattia il 14 marzo 2009. Contro la donna però una serie di istanze che il legale presentò a suo nome nei mesi successivi la condanna, per poter andare a svolgere commissioni o visite mediche. Istanze che non sono state invece contestate dalla Iannuzzi. Secondo Lady Asll’avvocato Longo avrebbe anche falsificato altri documenti presentati in tribunale, atti che però non risultano nel fascicolo relativo alla vicenda che la vedeva coinvolta. Secondo l’accusa la coppia avrebbe anche falsificato altri documenti, certificati medici e istanze con cui esprimeva la volontà di presenziare ad udienze. Accusati, a seconda delle singole posizioni, di falso, frode processuale, calunnia, il gip ha disposto il la detenzione solo per il primo reato ritenendo sussistente il pericolo di reiterazione, considerata anche la circostanza che tale reato fu oggetto delle contestazioni formulate nei confronti dei coniugi nell’ambito del processo per cui sono già stati condannati. Tali fatti, plurimi e ritenuti di spiccata gravità, evidenziano anche una personalità negativa degli indagati caratterizzata anche da una spiccata capacità di delinquere.
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