Puglia, Mazzarano resta candidato
 











C’erano il sindaco, il segretario e il candidato scomodo che se ne dicono di santa ragione sotto gli occhi di tutti: sembrerebbe l’inizio di una barzelletta, e invece è quanto sta accadendo all’interno del Pd pugliese dopo la candidatura di Michele Mazzarano a capolista dei democratici alle comunali di Massafra, la sua città natale in provincia di Taranto. E a tre settimane dalle amministrative, la spaccatura rischia di divenire baratro, con conseguenti ripercussioni sull’esito delle urne.
Come è noto, l’ultimo impegno elettorale dell’ex segretario regionale dei Ds (e secondo Giampi Tarantini uno dei due politici – l’altro è Sandro Frisullo – a cui ha versato tangenti in cambio di appalti, ndr) è andato di traverso al sindaco di Bari, nonché presidente del Pd regionale, Michele Emiliano, che dopo la notizia della discesa in campo di Mazzarano aveva confessato su Facebook di vergognarsi per la scelta del suo partito, consigliando al direttointeressato di andare a lavorare visto che in vita sua non lo aveva mai fatto.
A difendere Mazzarano ci ha subito pensato il segretario regionale del Pd Sergio Blasi, che in un’intervista ha bollato come moralistiche le dichiarazioni di Emiliano, confermando il suo appoggio a Mazzarano ed invitando quest’ultimo a rientrare nel gruppo del Pd al consiglio regionale. Il politico massafrese, infatti, dopo la pubblicazione delle dichiarazioni di Tarantini lo scorso aprile, aveva deciso di dimettersi e di ritirare la sua candidatura alle elezioni regionali. Cosa che tuttavia non avvenne: Mazzarano fu comunque eletto e optò per il passaggio nel gruppo misto, dove tuttora “risiede”.
Questo particolare, al pari dell’inopportunità del contropiede di Blasi, sono al centro della seconda, non meno pesante reazione del sindaco di Bari, che due giorni fa ha deciso di alzare il livello della contesa. Il mezzo è sempre lo stesso (Facebook), ciò che cambia è il tono, meno incendiario e piùufficiale. Dopo aver ricordato la questione delle dimissioni “col trucco” di Mazzarano, Emiliano se la prende con Blasi: “Alla luce delle tue dichiarazioni – ha scritto – non posso fare a meno di cogliere la difficoltà che questo partito da te guidato sta vivendo in Puglia a causa di un passato opaco che evidentemente stai sottovalutando. Non ti rendi conto che in questo modo stai danneggiando gravemente le aspettative elettorali del partito nelle imminenti amministrative”.
Affilata la lama, il sindaco passa alla stilettata, chiedendosi “quale possa essere la forza di ricatto di un individuo che ti costringe, nonostante le tue professioni di trasparenza e di legalità, ad avallare una sua inutile candidatura a consigliere comunale” e ricordando a Blasi che proprio lui era quello che “poche settimane fa ha proposto di non rinominare i manager della sanità attualmente in carica, perché protagonisti di un passato non privo di ombre, specificando che questi ultimi parteciparono allaormai famosa cena elettorale pagata da Tarantini. Ebbene – si chiede Emiliano – tu non vuoi più attivi nella sanità pugliese coloro che parteciparono a quella cena e invece chiedi che torni nel nostro gruppo regionale colui che la organizzò?”. In conclusione, Emiliano passa all’incasso (politico s’intende): “Ritengo pertanto che tu stia commettendo gravi errori dei quali è necessario discutere davanti alla direzione del partito che ti chiedo di convocare con la massima urgenza”. Tra i tre litiganti, l’unico che gode è il candidato sindaco del Pdl a Massafra.









   
 



 
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