Il fumo di tabacco ¨¨ nel mondo la principale causa di morte prevenibile. Soltanto negli USA ¨¨ in un anno la causa di 443.000 morti premature. Dal sito dell¡¯Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato italiana: ¡°L¡¯attivit¨¤ di controllo sulla produzione, distribuzione e vendita dei tabacchi lavorati ¨¨ svolta dall¡¯Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato che ha mantenuto funzioni di organo di controllo della riscossione e del versamento delle imposte gravanti sui tabacchi lavorati in qualit¨¤ di Organo del Ministero dell¡¯Economia (D.M. 67/1999)¡±[1]. In poche parole, controllo ed economia. Il quarto paese al mondo ad aver introdotto una legislazione nazionale sulle norme antifumo[2], dove ¨¨ vietato fumare nei locali pubblici, dove il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali sottoscrivono pubblicit¨¤ progresso per dissuadere la popolazione dal tabagismo ma dove uno dei programmi di puntadell¡¯intrattenimento televisivo giovanile, trasmesso su scala nazionale, manda in onda concorrenti che fumano in diretta TV ¨C l¡¯Italia ¨C conta, nel 2005, 11 milioni e 221 mila fumatori, pari al 22,3% della popolazione maggiore di 14 anni (il 28,5% dei maschi e il 16,6% delle femmine con la concentrazione pi¨´ alta nell¡¯Italia centrale) [3]. Dal sito del Ministero della Salute italiano[4] si legge che ¡°il fumo di tabacco ¨¨ il principale fattore di rischio oncogeno per l¡¯uomo [¡] e provoca pi¨´ decessi di alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. [¡] In Italia si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco dalle 70.000 alle 83.000 morti l¡¯anno. Oltre il 25% di questi decessi ¨¨ compreso tra i 35 ed i 65 anni di et¨¤. [¡] Negli uomini il fumo ¨¨ responsabile del 91% di tutte le morti per cancro al polmone e nelle donne nel 55% dei casi, per un totale di circa 30mila morti l¡¯anno¡±. Ma ¨¨ un fatto, di tabacco si parla poco (quasi comedi alcol, quest¡¯ultimo semmai difeso come elemento ¡°culturale¡± fondante). Inoltre, fumare tabacco magari non ¨¨ pi¨´ un segno distintivo di emancipazione, raggiunta maturit¨¤ e ¡°virilit¨¤¡± ma ¨¨ ancora socialmente accettato. E perch¨¦ non dovrebbe esserlo se ¨¨ legale? Perch¨¦ la gente dovrebbe essere cos¨¬ matura o comunque pi¨´ matura dello Stato che la rappresenta? Il messaggio ¨¨ abbastanza chiaro: ti dico che ti fa male, ma te lo vendo; ti dico che non ne hai bisogno per essere socialmente accettato ma ti faccio vedere in TV fumatori mentre ricevono credito e popolarit¨¤. Dall¡¯altro capo del mondo, in Cina, la situazione ¨¨, nei fatti, peggiore, come descritto dall¡¯editoriale di Lancet China¡¯s unhealthy relations with big tobacco [5]. L¡¯editoriale non esita a definirlo un ¡°incubo di salute pubblica¡±: un paese dove fumare ¨¨ socialmente accettato, dove si pu¨° fumare nei luoghi pubblici, le sigarette costano poco, i pacchetti di sigarette non riportanoindicazioni sui rischi per la salute, i fondi pubblici sono usati dai rappresentanti dello Stato per acquistare costosi regali in tabacco e dove l¡¯industria del tabacco siede ai tavoli politici per il suo controllo. Con 300 milioni di fumatori e circa 740 milioni di persone esposte al fumo passivo, il tabacco ¨¨ il pi¨´ grande killer del paese. Nel 2005 la Cina ha ratificato la WHO Framework Convention on Tobacco Control (WHO FCTC)[6], il primo accordo in materia sotto l¡¯egida dell¡¯Organizzazione Mondiale della Sanit¨¤ e sottoscritto da moltissimi dei paesi aderenti (172, a oggi). In risposta al diritto della popolazione ad aspirare al pi¨´ elevato livello di salute possibile, quest¡¯accordo risponde alla crescente diffusione dell¡¯epidemia di consumo di tabacco. L¡¯accordo prevede numerosi e articolati principi guida a riguardo del: ¡öDiritto del singolo a essere informato ¡öNecessario impegno dei Paesi a sviluppare misure che siano comprensive ¨C proteggeredall¡¯esposizione, prevenire, diminuire e cessarne il consumo, promuovere la partecipazione collettiva all¡¯azione, adottare misure specifiche di genere in risposta a fattori di rischio specifici ¡öAssistenza tecnologica, scientifica e finanziaria reciproca tra Paesi ¡öPossibili complicit¨¤ e conflitti d¡¯interesse ¡öAssistenza al processo di riconversione dei coltivatori e dei lavoratori dell¡¯industria del tabacco. L¡¯editoriale di Lancet definisce la ratifica dell¡¯accordo da parte della Cina come ampiamente simbolica e ne individua la causa nella mancanza di volont¨¤ politica nel controllare il consumo di tabacco e la sua industria. Si cita, sempre nell¡¯editoriale, un report del Chinese Centre for Disease Control and Prevention[7], il quale spiega come l¡¯industria del tabacco cinese ha controproposte e conseguenti contromisure al WHO FCTC, pilota l¡¯azione politica al riguardo, rifiuta l¡¯evidenza scientifica in materia, pressa il potere politico e incentiva alconsumo di tabacco grazie a campagne adeguatamente mascherate e sponsorizzazioni. Lancet ¨¨ molto preciso nell¡¯affermare che il Governo cinese ha permesso tutto questo, poich¨¦ l¡¯industria del tabacco ¨¨ il maggior contribuente e datore di lavoro del paese; tuttavia, sottolinea come ormai anche questa ¡°logica¡± non risponda a criteri di opportunit¨¤, avendo la spesa sanitaria e il costo di mancata produttivit¨¤ a causa di patologie generate dal tabacco superato il beneficio economico proveniente dalla vendita del prodotto. L¡¯editoriale auspica, in chiusura, che la Cina, cos¨¬ come ha affrontato altre minacce per la salute, si impegni prontamente a contrastare la sua pi¨´ grande minaccia sanitaria ed economica di oggi. Questa minaccia, come ¨¨ intuitivo, non ¨¨ solo un problema cinese, ma ¨¨ un problema mondiale[8]: ¡öIl tabacco uccide fino alla met¨¤ di chi lo consuma ¡öEsistono, oggi, un miliardo di tabagisti al mondo di cui ne muore uno ogni 6 secondi e l¡¯80% deiquali vive nei paesi a basso e medio reddito mentre il consumo sta aumentando ¡öIl fumo passivo causa 600.000 morti premature ogni anno ¡öSoltanto 21 paesi al mondo (il 6.2% della popolazione mondiale) prevedono una tassazione del tabacco maggiore del 75% del prezzo al pubblico ¡öPer le informazioni che possediamo, gli introiti derivanti dalla tassazione del tabacco sono 173 volte maggiori di quanto si spende per il controllo del suo consumo. E se questo ¨¨ un problema mondiale allora ¨¨ anche un problema italiano. Dal sito del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (Cnesps) dell¡¯Istituto Superiore di Sanit¨¤ si legge[9]: ¡°i drammatici effetti del fumo sulla salute sono ormai ampiamente dimostrati scientificamente da almeno quattro decenni. Data la variet¨¤ di condizioni patologiche conseguenti non ¨¨ per¨° semplice stimare l¡¯impatto economico che l¡¯abitudine di fumare comporta sia sui sistemi sanitari nazionali per l¡¯assistenzaospedaliera necessaria che sulla produttivit¨¤ lavorativa per i giorni di lavoro perso¡±. Nel sito del Cnesps viene citato un lavoro dell¡¯Osservatorio sul Fumo, l¡¯Alcol e la Droga dell¡¯Istituto Superiore di Sanit¨¤ dal titolo Fumo e salute ¨C impatto sociale e costi sanitari, dove si riportano (all¡¯anno 1999) i costi ospedalieri legati al consumo di tabacco: ¡ö1.896.389 ricoveri attribuibili al fumo in Italia ¡ö10.007 miliardi di lire il costo per assistenza ospedaliera attribuibile al fumo (pari all¡¯8.3 % della spesa sanitaria pubblica totale). Ripensando alle parole iniziali dell¡¯Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato italiana ¨C controllo ed economia ¨C ¨¨ lecito porsi una domanda: ¨¨ maggiore l¡¯introito che lo Stato riceve dalla vendita legale di tabacco (introito magari successivamente reinvestito in programmi preventivi) o la spesa (oltre alla mancata produttivit¨¤) che lo stesso Stato deve sostenere per prendersi cura di chi si ammala a seguito delconsumo di tabacco? Io non conosco la risposta. Di sicuro non c¡¯¨¨ da stare allegri in nessuno dei due casi: nel primo avremmo uno Stato che fa profitto a discapito della salute dei suoi cittadini e nel secondo avremmo per Stato un pessimo amministratore. Voi da chi vorreste essere governati? Guido Benedetti, Osservatorio Italiano Salute Globale
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