Invece che un pc alla fine il colosso di Mountain View ha partorito un negozio online di video. E il guanto di sfida che avrebbe dovuto schiaffeggiare Gates si è sfilacciato in tanti pezzetti: un video store, un pacchetto di software gratuiti, un accordo con Motorola per setacciare Internet col cellulare. Google, il più importante motore di ricerca web, non ha sconvolto il mercato dei computer introducendo un suo terminale a duecento dollari, come molti osservatori avevano profetizzato. Si è invece gettato nell'Eldorado prossimo venturo dei video online scaricati a pagamento. È stata questa la sorpresa principale del keynote di Larry Page, cofondatore dell'azienda di Mountain View, tenutosi venerdì scorso al Ces di Las Vegas, la fiera dell'elettronica di consumo (zeppa non a caso di gadget e dispositivi per la visione di filmati). In pratica il search engine, sempre più deciso a uscire dal ghetto confortevole ma limitato delle ricerche web, stapestando i piedi un po' a tutti, a cominciare dalla Apple. L'annunciato Google Video (ancora non attivo) permetterà agli utenti di scaricare film e show di ogni genere: si parte con la fanteria dei video amatoriali e gratuiti inviati dagli utenti, si passa alla cavalleria dei video musicali - ad oggi tra i contenuti più popolari di questo genere di servizi - per concludere con le cannonate di Star Trek e Csi, serie televisive di successo trasmesse da Cbs. Una potenza di fuoco che intende rubare la scena all'iTunes Music Store della Mela morsicata (che negli Stati uniti vende video dallo scorso ottobre) presentandosi come un'alternativa più flessibile sia per i fornitori di contenuti che per i consumatori. Se infatti nel negozio della Apple esiste un tariffario fisso e uniforme, che per i filmati è di 1,99 dollari, Google lascia ai produttori la libertà di prezzare i propri video (il motore di ricerca incamera comunque il 30 per cento delle vendite). E gli stessi produttori potrannodecidere se vendere o semplicemente noleggiare i loro video, dato che - sorpresa nella sorpresa - Google si è dotato di un suo sistema di protezione dei contenuti multimediali (drm), anch'esso flessibile come i prezzi. Un lucchetto digitale che fa già discutere perché la sua sventolata elasticità si estende fino al punto di impedire la copia dei video sui lettori portatili (come l'iPod, tanto per aggiungere un altro sgarbo a Steve Jobs). In questo modo Google «esternalizza» uno strumento - quello dei sistemi anticopia - che tra i consumatori è sempre più impopolare: è il fornitore di contenuti che decide come e quanto limitare l'utilizzo dei video da parte degli utenti. L'azienda di Mountain View, in modo un po' pilatesco, fornisce solo i mezzi: un'interpretazione piuttosto debole del suo motto aziendale: «non fare del male». Alla Microsoft Larry Page ha invece riservato un altro genere di dispetto, Google Pack. Si tratta di un pacchetto di software gratuiti che comprendeapplicazioni già esistenti, tra cui Google Desktop, il browser della Mozilla Firefox, il lettore multimediale Realplayer, una versione speciale dell'anitivirus Norton di Symantec. Comodo da scaricare con un solo click, ma poco innovativo, se non per la spinta che darà a Firefox a scapito di Internet Explorer. Forse, si può fare di più.da Il Manifesto
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