La Prefettura è a caccia di casi di ineleggibilità tra i concorrenti alle Comunali: sta vagliando i diecimila candidati alle amministrative 2011 per verificare la presenza «di eventuali cause ostative», previste dal Testo Unico degli enti locali. Le liste sono state consegnate il mese scorso, ma gli arresti avvenuti ieri di due candidati al consiglio comunale di Quarto, nell’area flegrea, fanno ritornare d’attualità la questione morale. La prossima settimana, prima del voto previsto il 15 e il 16 maggio, potrebbe arrivare il risultato del maxi screening effettuato dalla Prefettura. «Ci si accorge di questo problema sempre troppo tardi - ha dichiarato Amato Lamberti, docente di Sociologia della devianza e della criminalità alla Federico II di Napoli -. La camorra è presente nelle campagne elettorali sempre in modo massiccio». (intervista audio ad Amato Lamberti). Gli arresti dei due candidati al comune di Quarto, Armando Chiaro e SalvatoreCamerlingo, accusati di aver legami con il clan Polverino, sono solo gli ultimi casi registrati in casa Pdl. Anche a Napoli ci sono candidati con un curriculum non proprio invidiabile. Achille de Simone, il capolista di Pionati, è a giudizio per legami con il clan Sarno; Marco Nonno, sotto processo per resistenza e devastazione dopo gli scontri per impedire lo sversamento a Pianura, è assoldato tra le fila del Pdl, Maurizio Matacena in sostegno a Lettieri è indagato per riciclaggio. Nelle municipalità non va meglio. Nelle file dell’Udeur è in campo Jessica Improta, figlia di Giorgio che ospitò il super latitante Setola in un suo appartamento. O ancora Nunzia Stolder, figlia del boss Stolder, che dichiara di aver preso le distanze dalla sua famiglia. Ed Enrico Tarantino, militante di Casapound, autore del raid alla Federico II, rimasto ferito venerdì scorso. Il professore Lamberti, ex assessore alla Normalità della prima consiliatura Bassolino ed ex presidente della Provincia diNapoli, non ha dubbi sulla selezione politica della classe dirigente. «Ormai non c’è più selezione - ha sottolineato - ma ci si sveglia sempre troppo tardi, visto che le liste sono già state consegnate. Ora non è facile identificare chi è vicino alla criminalità, bisognerebbe andare a vedere i candidati, le amicizie, i soci di affari, con chi lavoro. Sono fenomeni imperniati nel nostro tessuto». Secondo il docente della Federico II è cambiato il modo di fare politica e la classe dirigente non riesce più a fare una selezione dei propri militanti. «Prima un cittadino partiva dalle sezioni territoriali e dimostrava il proprio valore, con iniziative e partecipazione. Quando lo si riteneva maturo lo si candidava al Comune, alla Municipalità. C’erano persone cresciute nei quartieri. Ora i partiti raccattano da tutte le parti, basta portare il pacchetto voti. Prima si faceva un percorso che permetteva la selezione di un personale adeguato», ha sottolineato il docente. Una politicasradicata dal territorio, attenta soltanto alla raccolta del consenso, dove persino i nomi degli esponenti locali del Pdl non brillano per rapporti sul territorio. Il presidente della Provincia Cesaro si è detto «esterrefatto» dei candidati e ha gridato al rischio voto inquinato. Non manca l’ironia di Lamberti: «Beh, se lo dice Cesaro».ami-stefania melucci
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