Merloni, l’ignobile visita elettorale del ministro Romani
 











Ministro Romani

Hanno tempo da perdere questi signori del governo Berlusconi a battere i borghi d’Italia. Anzichè fare il dovere per cui sono pagati dai cittadini, è una mesata che si occupano solo di campagna elettorale per le amministrative. Mentre sospingevano il nostro Paese alla deriva e andavano alla malora imprese, famiglie e lavoratori, il resto di questo tempo, da due anni a questa parte, lo hanno utilizzato per studiare e portare in parlamento i provvedimenti ad personam sulla giustizia con lo scopo di salvare il premier.
In questo momento, in questo massacrante tour de force, è la paura a far muovere i loro glutei: la paura che, tra le amministrative e soprattutto i referendum contro cui è in atto null’altro di un golpe vero e proprio, il nostro Paese possa dare un primo sonoro ma definitivo benservito alla sciagura del berlusconismo.
Lunedì è stata la volta del ministro allo sviluppo economico Paolo Romani portato a Nocera a sostegno del localecentrodestra. Un berlusconiano duro e puro, noto già da sottosegretario e da viceministro nello stesso dicastero con la delega alle comunicazioni per aver fallito sul piano infine annullato per la diffusione nazionale della banda larga e sul progetto andato a male per una nuova rete telefonica superveloce; per aver introdotto il bavaglio al web su sollecitazione di Mediaset, cosa che ha valso al governo italiano una dura reprimenda dagli USA che hanno sottolineato i rischi "cinesi" di questa misura; per aver varato diverse misure direttamente favorevoli al monopolio Mediaset del suo capo ed in disprezzo di un sano regime di concorrenza e del pluralismo nei mass media.
Da ultimo, è famigerato il decreto ammazza rinnovabili che rischia di spazzare via un intero settore economico e produttivo in un colpo solo, ancorchè per favorire il ricorso all’energia nucleare.
Ebbene, lunedì questo Ministro è stato catapultato dalle nostre parti, dove si fanno sempre più scure le sorti della piùgrande azienda della nostra Provincia, nonostante tuttora si registri un disinteresse spaventoso proprio da parte del governo per il futuro di migliaia di lavoratrici e di lavoratori e per quanto sia strabiliante l’inconsistenza di una politica industriale degna di questo nome.
Desta sconcerto questa visita elettorale del Ministro Romani proprio nella cittadina sede dello stabilimento umbro della Merloni. Ricopre l’incarico allo sviluppo economico fin dall’ottobre del 2010 ed ha sempre disertato ogni incontro ufficiale con Regioni ed Organizzazioni sindacali nella sede romana del suo dicastero, facendosi sempre "rappresentare" da un funzionario qualunque, non una parola ha mai pronunciato rispetto alla più grave crisi industriale di due Regioni italiane, mai una parola ha speso per intessere rapporti ed aprire tavoli di confronto per concretizzare al meglio le manifestazioni di interesse per la Merloni, mai un atto vero e concreto per il varo di uno straccio di progetto direindustrializzazione dell’area interessata dalla crisi di questa azienda e del suo indotto.
Però, ad una settimana dalle elezioni in questo piccolo borgo dell’Appennino umbro, è venuto a fare campagna elettorale promettendo mirabilie future e salvezza sicura alle genti nocerine ed ai lavoratori sempre più rassegnati e provati da quasi tre anni ininterrotti di cassa integrazione, nonostante sia stato anticipatamente smentito proprio da una sua nuova sottosegretaria, l’umbra Catia Polidori, secondo cui null’altro ci si deve aspettare se non la proroga già confermata per un anno della cig, senza altra prospettiva che una sicura disoccupazione.
E’ stata ignobile questa visita elettorale e desta curiosità l’atteggiamento questuante di quei sindacalisti che gridano ogni giorno alle strumentalizzazioni elettorali e che si prodigano nell’agitare il feticcio di quell’unità sindacale la cui rottura si deve proprio a loro. Contrariamente a queste premesse, ieri si sono prestati adavvicinare Romani proprio durante una kermesse elettorale improvvisata senza pretendere che di Merloni si tratti nelle sedi proprie e più opportune di governo, quando si convocano i tavoli alla presenza di tutte le parti in causa e di tutte le rappresentanze dei lavoratori.
La strumentalizzazione elettorale della vicenda Merloni di ieri è evidente ed è la più grande, perchè messa in campo da un signore che anzichè fare il suo dovere di ministro, si è cimentato in una vergognosa prova di raggiro che non ha precedenti nella storia politica ed industriale del nostro Paese, considerando le lavoratrici ed i lavoratori alla stregua di tanti pecoroni plebei, materia informe da maneggiare senza troppa cura solo a ridosso delle elezioni. Se Romani ha effettivamente a cuore questo territorio e la sua crisi industriale, sblocchi immediatamente le risorse dell’accordo di programma ed attivi, come integrazione, gli strumenti di incentivazione in esso pur previsti. Tutto il resto sono chiaccheredi una giornata qualunque tipica di questi tempi infausti trascorsa da un ministro berlusconiano a fare, né più né meno, quello che fa tutti i giorni: spot e propaganda.
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