Vento nuovo soffia forte sul Paese
 











E’ davvero clamoroso il responso delle urne. A Milano, innanzitutto, dove Giuliano Pisapia surclassa Letizia Moratti, sicché al ballottaggio si andrà, sì, ma con rapporti di forza diametralmente opposti rispetto a quelli dati per certi da quanti, nel Pdl, dubitavano che la screditata sindachessa uscente potesse farcela al primo turno. E poi, fatto non meno e, per molti versi, ancor più straordinario, a Napoli, dove Luigi De Magistris, sostenuto dalla Federazione della Sinistra, dai centri sociali, dai movimenti, sovverte ogni pronostico e supera di slancio Mario Morcone, candidato del Pd e si presenterà al ballottaggio del 29 maggio come il vero antagonista di Giovanni Lettieri e di un centrodestra che aveva considerato ormai chiusi i giochi nel capoluogo campano, dopo le disastrose prestazioni di un centrosinistra devastato da un’irreversibile crisi di credibilità, maturata in anni nei quali lo scollamento della politica con la società civile, coni problemi della gente, era divenuto una voragine. Dalle due città, cuore del nord e cuore del sud, viene un insegnamento di grande valore politico: si può vincere anche (anzi, si vince proprio) se si attinge a risorse estranee all’esausto establishment, purché candidati e progetto politico abbiano il sapore della credibilità e della radicalità. La tesi - spacciata da anni per scienza politica - secondo la quale per vincere occorre spostarsi al centro, collocarsi sull’asse medio della curva ed esibire le virtù della moderazione, esce totalmente demolita da questo voto amministrativo.
A Milano, nessuno ha abboccato all’esca avvelenata di Berlusconi e di Moratti, i quali hanno cercato di assimilare Pisapia ad un uomo dalle trascorse contiguità brigatiste. Neppure la sudicia campagna contro la magistratura milanese ha prodotto i risultati sperati. E’ un ottimo segno. Vuol dire che il terrorismo ideologico che tanta rendita elettorale ha assicurato a Berlusconi non paga più e che unalunga stagione sta chiudendosi.
Diversamente a Napoli, una città in cui cospicua parte della politica è collusa con la criminalità organizzata o infiltrata dalla camorra. E, in ogni caso, si è dimostrata incapace di sottrarsi al condizionamento asfissiante di un groviglio di interessi che pesa come un macigno sulla società civile di cui ha frustrato ogni speranza di cambiamento. Ebbene, è dimostrato che anche in una situazione così compromessa esistono risorse vitali, pronte a tornare in campo, ad investire nel futuro, purché sia chiaro e percepibile che ne vale la pena.
Proveremo, nei prossimi giorni, ad esaminare il voto, nell’insieme e nei dettagli, oltre l’esito relativo alle città che più hanno impresso il segno politico a questa competizione.
Una cosa è tuttavia sin d’ora molto, molto chiara. Sarà acrobazia problematica, per la destra, camuffare lo scricchiolio delle sue giunture. E lo stesso Pd farà bene a prestare orecchio a ciò che si muove alla sua sinistra. dinogreco

 









   
 



 
26-10-2015 - Italicum, 15 ricorsi in Corte d’appello su premio di maggioranza e ballottaggio. Due quesiti referendum in Cassazione
22-09-2015 - Perché l’Italia può e deve uscire dall’euro
10-09-2015 - La rottamazione del Mezzogiorno
09-08-2015 - I punti principali della riforma Costituzionale
07-07-2015 - Emiliano: Nomina la nuova Giunta
27-02-2015 - Milleproroghe, il dl è legge
26-02-2015 - Assunzioni irregolari a Firenze, Renzi assolto perché “non addetto ai lavori”
23-02-2015 - Milleproroghe: i partiti incassano senza trasparenza. Renzi proroga donazioni e rendiconti
16-02-2015 - La Repubblica extra-parlamentare
12-02-2015 - Seduta fiume su riforma Senato, passa il federalismo fiscale ma trattativa Pd-M5s fallisce
11-02-2015 - Riforma del Senato, intesa dopo la bagarre: ampliati di un terzo i tempi per la discussione
02-02-2015 - Mattarella, e la sua ”schiena dritta”
13-01-2015 - La Pa dà l’addio alla carta: in un anno e mezzo si passerà al digitale
11-01-2015 - La Salva Silvio salva anche i banchieri. E Renzi perde consenso
09-01-2015 - Renzi frena il toto-Colle e bacchetta la minoranza dem: "Serve un presidente per le riforme"

Privacy e Cookies