Presidente, non dimentichi i diritti dei civili in fuga
 











Pubblichiamo qusta lettera di Medici senza Frontiere che è stata inviata ai capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea, ai Presidenti delle istituzioni europee e agli uffici dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati, dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Diritti Umani e dell’Organizzazione Internazionale per la Migrazione. E’ stata successivamente inviata a diversi quotidiani nazionali dei Paesi europei.

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri On. Silvio Berlusconi,
in nome della protezione dei civili in Libia, Lei ha impegnato l’Italia, al fianco di diversi Stati membri dell’Unione Europea, in una guerra contro il regime di Muammar Gheddafi. Questo conflitto ha provocato lo spostamento di più di 750mila civili, in fuga dalle violenze.
Mentre l’Egitto e la Tunisia hanno già accolto oltre 630mila persone in condizioni difficili, gli Stati europei sono attualmente impegnati in una competizione traegoismi che punta, in pratica, a restringere l’accesso al territorio europeo a queste vittime della guerra, in nome della lotta all’immigrazione irregolare.
Tuttavia, impegnandosi in questa guerra, Lei si è anche impegnato ad assumersene tutte le conseguenze e dunque a fare di tutto per limitarne l’impatto sulle popolazioni civili. Si tratta sia di un obbligo legale rispetto alle convenzioni internazionali, di cui l’Italia è firmataria, sia di una responsabilità morale.
Le chiediamo di rispettare immediatamente i diritti di tutti i civili in fuga dal conflitto in Libia, garantendo loro il non respingimento dalle acque internazionali e dal suolo europeo verso una zona di guerra; assicurando condizioni di accoglienza decenti in Europa e l’accesso alle procedure d’asilo per le persone che lo richiedono.
A oggi, questi diritti non vengono rispettati e migliaia di persone, vittime della guerra, pagano il prezzo dell’incoerenza della politica degli Stati europei. Diverse centinaiadi uomini, donne e bambini che hanno cercato salvezza in Europa - magari spinte dalle autorità libiche che ne vedevano e vedono un’opportunità per mostrare il proprio potere nocivo - sono già morte in mare a causa del naufragio della propria imbarcazione. Inoltre, migliaia di persone sono sbarcate in queste ultime settimane sulle coste italiane e le condizioni di accoglienza, come più volte testimoniato e denunciato dalle nostre équipe a Lampedusa, sono risultate inadatte a rispondere ai loro bisogni.
E’ Suo compito, oggi, concretizzare la Sua attenzione verso la protezione dei civili in Libia. La sorte delle vittime della guerra e il rispetto dei loro diritti, la cui responsabilità ricade su di Lei, devono essere al centro delle Sue preoccupazioni.
La prego, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, di accettare l’espressione della mia più alta considerazione.
Konstantinos Moschochoritis direttore generale Medici Senza Frontiere Italia









   
 



 
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