IL CAVALIERE SPARA SU BALLARO'
 







di Andrea Colombo




«Nelle coop e nella magistratura c'è del marcio», L'ultima disavventura giudiziaria del presidente del consiglio non deriva dalle sue attività imprenditoriale ma da quelle di propagandista. La frasetta in questione, pronunciata dagli studi di La7 , gli è costata la querela da parte del presidente della Lega delle cooperative Poletti. Berlusconi è pertanto indagato dalla procura di Roma per calunnia. Il premier, abitiato a ben altre vicissitudini giudiziarie, non sembra preoccuparsene troppo. «La Lega - commenta in conferenza stampa - perché non sa né come rispondere né come salvare la faccia». Ma nonostante l'ostentata nonchalance qualche preoccupazione il premier deve nutrirla. Non tanto per la denuncia in questione, quanto per la sempre più evidente disapprovazione con la quale gli alleati accolgono le sue sparate. Proprio ieri Fini ha implicitamente criticato l'arrembaggio contro l'Authority. «le decisioni dell'Authority - ha detto infatti illeader di An - vanno rispettate anche quando non le si condivide».
Comunque sia, sta di fatto che nella comparsata televisiva di ieri, a Matrix, il cavaliere sembrava voler evitare i consueti toni iper-aggressivi. Salvo scatenarsi alla fine in violentissimo attacco contro le televisioni e i conduttori che cospirano in massa contro di lui. Adriano Celentano? «Ha fatto una trasmissione di quattro puntate, con 15 milioni di spettatori ognuna, per gettare fango sul presidente del consiglio». Floris? «Non è una bravissima persona. E' un bravissimo conduttore. Non si è mai peritato di avvisare che tutto il suo pubblico è pescato a sinistra».
La redazione di Ballarò non può fare a meno di replicare: «A noi Floris sembra una brava persona. Il pubblico non è `pescato', varia ogni settimana e ogni settimana risulta essere formato con equilibrio». Il cavaliere non aspettava altro per rincarare di parecchio la dose: «Sono assolutamente bugiardi. Ballarò è una trasmissione costruita come unamacchina da guerra contro l'altra parte politica. Non dovrebbe essere permesso con i soldi dei cittadini».
Per la verità il cavaliere si concede anche un'altra battuta clamorosamente sopra le righe, ma questa più della serie «culto della propria personalità» che in quella «sbrana e calunnia il tuo avversario». Riconosce a se stesso il merito di aver «lavorato molto più di tutti gli altri governi. Oddio, quasi tutti: «Solo Napoleone aveva fatto di più». Non che re Silvio intenda proprio paragonarsi all'Imperatore: «Io sono sicuramente più alto».
Dopo settimane di ossessivo martellamento, c'è il caso che persino Silvio l'instancabile un po' stanco lo sia davvero. Quando ironizza sulla par condicio («Per fortuna sta per entrare in vigore, così mi riposo un po'») è forse più sincero di quanto lui stesso non voglia far apparire. La stanchezza tuttavia non lo spingerà alla diserzione: «Aspiro a un meritato risposo, ma le responsabilità non mi danno scampo e dunque sarò costretto alavorare per altri cinque anni». E qui, quasi per caso, il leader di Forza Italia concede la prima dichiarazione politica da tempi immemorabili. Ma cosa farà nel citato quinquennio se sconfitto nelle urne? Sarò ancora in parlamento a fare opposizione costruttiva, come dopo il golpe giudiziario del `94».
Forse è solo una dichiarazione obbligata: la destra sì che è ragionevole, mica come quegli sfascisti del centrosinistra. Ma potrebbe anche essere un affondo più sincero e indicativo. Spavalderia a parte, Berlusconi non può non sapere che rischia forte di perdere sia le elezioni che il referendum sulla riforma costituzionale. C'é il caso che la frasetta buttata là ieri sera alluda dunque a una disponibilità a dialogare «costruttivamente» che troverebbe subito il suo approdo naturale nell'avvio di un lavoro bi-partisan per riscrivere ancora, e stavolta definitivamente, la Costituzione.
Di sfuggita, come se nulla fosse, Berlusconi concede anche una notizia sulla composizione dellasua coalizione.la prossima settimana «molto probabilmente» L'Alternativa sociale di Alessandra Mussolini annuncerà «l'imparentamento» con la Cdl. Non è l'unica neofascista che il democratico Silvio ha già arrulato, o si accinge ad arruolare, nella sua composita armata. C'è anche Pino Rauti (mentre per il momento non si nominano Fiore e Tilgher, le formazioni neonaziste e antisemite con cui pure sono in corso feconde trattative).
Nell'alleanza con Rauti, spiega Berlusconi, non c'è nulla di inopportuno: «In tutti i colloqui mi ha detto di aderire alla nostra politica e ai nostri valori. da noi c'è spazio per chiunque si ponga all'interno della demcocrazia». Mica come la sinistra, che «si è presa i no global», notoriamente molto meno democratici dei neonazisti.
Non può mancare la domanda sugli stupefacenti. La risposta è che no, a differenza di Casini e Fini, Berlusconi non ha mai adoperato stupefacenti, nemmeno per caso o per prova. Mai: «Mentre Fini e Casini fumavano, iolavoravo». Tanto per rimarcare la differenza tra i politici di professione e la gente seria.
Una paroletta sul capitolo Iraq: Berlusconi conferma il ritiro totale entro il 2006 e giura che «insisterà con gli Usa per far luce sulla morte di Nicola Calipari». La richiesta di rogatoria è già stata avanzata, Nessun bisogno di far luce, invece, su un'altra morte, quella di Carlo Giuliani: «Fu una fatalità». Destino crudele. da Il Manifesto









   
 



 
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