Pisapia, De Magistris, Zedda: la voglia di cambiare
 











Una forza gentile per Milano
Ci siamo, siamo a pochi giorni dal ballottaggio, dal momento in cui possiamo, definitivamente, cambiare Milano. Ringrazio tutte le liste che mi hanno sostenuto in questo lungo cammino sommando i loro voti a quelli di chi desidera una Milano democratica. Con il contributo di tutti abbiamo già vinto in tutte le zone di Milano e manca poco al traguardo finale. Abbiamo confermato che un programma chiaro e un’alleanza ampia e coesa sono gli elementi di questo largo consenso. La prima tornata elettorale ha dato un segnale inequivocabile: Milano, città Medaglia d’Oro della Resistenza, vuole tornare a essere capitale morale, culturale, economica. I milanesi vogliono e si meritano un sindaco e un’amministrazione diversi, che si occupino dei loro problemi, che li rispettino e li rappresentino. Chiedono con forza un cambio di marcia e che si governi la città ascoltando le loro esigenze. Questi mesi sono statiuno straordinario modello di partecipazione politica. Partecipazione e ascolto che caratterizzeranno anche la mia Amministrazione, coinvolgendo i cittadini nelle decisioni importanti per la città.Nel nostro programma, redatto da oltre mille persone e frutto di un concorso straordinario di forze, intelligenze, progettualità, vengono toccati temi concreti: il diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute, alla qualità della vita, alla casa, alla sanità, alla cultura, ai servizi, l’abbandono delle politiche securitarie basate esclusivamente sulla paura. Abbiamo ridato dignità e valore a persone troppo spesso discriminate. Abbiamo rimesso al centro dell’attività di governo della città le politiche sociali, fondamentali in una situazione di crisi che spinge migliaia di famiglie sotto la soglia della povertà, spesso costringendole a cercare casa in provincia. Con lo straordinario apporto volontario di tante donne e uomini, giovani, persone di diverse e disparate provenienze, abbiamodisegnato un’altra Milano, i cui valori sono la solidarietà, l’accoglienza, i legami sociali. Una Milano che non costringe i giovani ad andarsene, più verde, curata, più libera, in cui si possa costruire il proprio futuro. Una Milano che riconosce e si avvale della ricchezza e delle competenze delle donne, con servizi per la cura dei bambini, degli anziani e dei disabili. Un Comune vicino e amico del cittadino. Lo abbiamo, lo avete già fatto, vincendo in tutti e nove i Consigli di zona, eleggendo consiglieri giovani e tante donne, che avranno poteri effettivi e utilizzeranno la partecipazione come strumento per decidere e governare. A questa campagna sguaiata, violenta, falsa e provocatoria, i cittadini hanno risposto spontaneamente con la non violenza e con l’ironia e moltiplicando le presenze ai nostri incontri. Anche di questo vi ringrazio. Seicento iniziative e 50mila cittadini coinvolti sono un segno inequivocabile della forza gentile che sta trasformando Milano. Perché mai comeora i milanesi hanno speranza e sanno che stanno cambiando il loro futuro. Per completare la vittoria è necessario, però, che non un voto vada perduto. Anzi, ciascuno si impegni personalmente a portarne uno di più. E’ necessario convincere gli indecisi o anche chi al primo turno ha votato altri candidati sindanco, ma sa che la riconferma del Sindaco uscente non potrebbe che peggiorare una politica che ha abbandonato la città a se stessa e impoverito il suo tessuto sociale. Questi anni sono stati anni difficili e stagnanti in cui tutti i cittadini, ma soprattutto le giovani generazioni e molti strati popolari, sono stati privati di cultura, coscienza e orientamento politico. E la sfiducia crescente verso le istituzioni si traduce in calo della partecipazione, a partire dalle periferie. Proprio per questo è necessaria una mobilitazione straordinaria, per far capire che questa volta ci sono tutte le condizioni per rinnovare profondamente Milano. Sembrava impossibile, all’inizio, ma inquesti lunghi mesi di impegno, insieme al sostegno di tanti e tante, ovunque ho sentito e intercettato la volontà di cambiamento. Un proverbio indiano dice che la speranza è come un sentiero, che si forma perché la gente inizia a percorrerlo. Noi, tutte e tutti insieme, quel sentiero l’abbiamo iniziato. Continuiamo a percorrerlo. Giuliano Pisapia
Per il riscatto di Napoli e del Paese
Napoli è diventata un laboratorio politico eccezionale che vede protagonista un movimento popolare post ideologico ma idealista, un movimento che vuole un nuovo corso etico, politico, amministrativo, un movimento che appare socialmente trasversale. Napoli è quindi un simbolo positivo per tutto il Paese. A prescindere dall’esito di questa competizione elettorale e dalla mia figura di candidato sindaco, si può affermare che a Napoli sia iniziata una nuova fase, anche morale, che dovrà essere valorizzata soprattutto in futuro, perché è un patrimonio che non possiamoperdere tanto è prezioso. Adesso resta la sfida finale: vincere il ballottaggio contro il candidato di Nicola Cosentino, Gianni Lettieri, per evitare che la città finisca nelle mani della peggiore destra italiana, quella affarista e contigua al crimine organizzato, quella delle discariche e degli inceneritori, quella degli appalti e delle cricche.  Il primo turno ha dato un segnale incoraggiante che mi riempie di speranza anche per il prossimo appuntamento di domani, soprattutto perché sono convinto che sia giunto un messaggio chiaro ai cittadini e alle cittadine: voglio essere sindaco per Napoli, per tutti i napoletani, oltre i confini dei partiti che mi sostengono. Il voto personale che ho ricevuto, dunque, mi conferma che è stato colto il senso di questa mia candidatura: essere al servizio della città tutta per il bene di tutti. Napoli se lo merita, dopo aver sopportato la piaga dell’emergenza rifiuti ancora esistente; dopo aver visto l’onda lunga delle privatizzazioni selvagge(acqua compresa); dopo aver osservato la trasformazione del lavoro in privilegio concesso da chi detiene il potere politico ed economico e cerca, controllando l’occupazione, di inquinare la democrazia; dopo essere stata penalizzata dalle speculazioni dei comitati d’affari che hanno lucrato sulla città. Su tutto questo, adesso, è possibile far calare il sipario, come vogliono i napoletani stessi, per realizzare uno sviluppo economico che si accompagni alla giustizia sociale, per rendere Napoli capitale del Mediterraneo e capitale dell’inclusione, per realizzare una sicurezza basata sull’integrazione e sul rispetto dei diritti, sulla vitalità artistica e culturale.
In queste settimane di campagna elettorale ho visitato tutta la città, senza scorta se non quella civica dei tanti ragazzi che mi hanno accompagnato nei diversi quartieri percorsi. Un tour che mi ha permesso di toccare con mano il bisogno di cambiamento e di discontinuità che alberga nei cuori dei cittadini. Indignazione eliberazione, non a caso, sono le parole fondanti della mia sfida elettorale, alla base della quale esiste un programma politico-amministrativo nato anche grazie all’apporto dei cittadini, della rete, delle associazioni, dei movimenti. Una sfida che si può vincere e che porterà la città ad essere governata da una giunta di persone tecnicamente qualificate e oneste, sempre in contatto con la popolazione, aperta al suo contributo, secondo l’idea di una democrazia partecipata e viva. La vittoria a Napoli di questo movimento popolare idealista può avere un riverbero nazionale, così che il vento del cambiamento si diffonda da Napoli in tutto il paese. Luigi De Magistris
Tira una bella aria a Cagliari
Fa caldo, in questi ultimi giorni di campagna elettorale, ma a Cagliari c’è una bella aria. In città si avverte un clima che per una campagna elettorale non si sentiva da anni. Si percepisce nelle strade, nelle piazze, nei mercati, nei quartieripopolari e nel centro storico; lo sento tra gli imprenditori, tra i commercianti e gli artigiani, tra gli studenti e gli anziani, tra i disoccupati e i precari. Lo vivo ogni giorno con le centinaia di volontari che in questi mesi si sono dati da fare per sostenermi sino a questo punto. Dall’altra parte usano risorse ingentissime. Io ho attorno ragazzi e ragazze, giovani e meno giovani, che mettono a disposizione parte del loro tempo per portare avanti questo cammino. I soldi contro la passione e la preparazione. E’ l’aria del cambiamento, quella che si respira a Cagliari. Non è solo una questione anagrafica tra me e il candidato del centrodestra. C’è voglia di cambiamento nei rapporti tra i cittadini e il Comune. C’è voglia di dialogo, proposte e risposte serie e concrete, in modo efficiente e trasparente.
E’ il primo punto del nostro programma, questo della pubblica amministrazione trasparente e in grado di dare risposte ai cittadini e alle imprese in tempi rapidi e certi. Avremmopotuto promettere migliaia di posti di lavoro, e invece pensiamo di poter mettere le imprese - piccole o grandi che siano - in condizione di creare opportunità di lavoro. Vogliamo mettere il mondo della cultura e dell’arte nelle possibilità di lavorare per la crescita anche economica della città, senza pretendere di dettare le linee guida: per i cagliaritani e per i turisti che sceglieranno Cagliari, oltre che per la sua bellezza, anche in base alla nostra offerta culturale. Crediamo nella possibilità che dalla tutela dell’ambiente - dalla spiaggia del Poetto agli stagni, dai colli al mare - possano venire nuove opportunità di lavoro. Mi hanno dipinto, gli avversari del centrodestra, come un nemico dell’edilizia e del commercio. Invece - parlando con chi in quei settori lavora da anni - abbiamo proposto un grande patto per la città: l’impegno di tutti per la riqualificazione urbana. Cagliari è cambiata, in questi anni. Ma quello che è mancato è un progetto di crescita complessiva. Dalrecupero e riuso degli edifici pubblici e privati in stato di degrado e abbandono per dare case ai giovani e alle giovani coppie che hanno abbandonato la città in questi anni a causa dei prezzi troppo alti delle abitazioni sino all’eliminazione delle barriere architettoniche e alla messa in sicurezza delle strade e dei marciapiedi. Dal trovare nuovi spazi, anche dalle aree delle ex servitù militari, per nuovi uffici, laboratori d’artigianato, di design, di creatività, sino alle case per gli studenti fuorisede, con contratti regolari e incentivi per i proprietari. Il campus universitario per gli studenti che pur avendo diritto a un alloggio nelle case dello studente non ne usufruiscono per la mancanza di spazi. Un coinvolgimento diretto dell’Università nelle scelte che riguardano la città. Una grande attenzione alle famiglie e alle politiche sociali, attraverso la valorizzazione delle professionalità che si occupano del settore. Un grande piano per il trasporto pubblico integrato,funzionale, per evitare ai cittadini di utilizzare l’auto privata: in un periodo in cui la benzina costa 1,60 euro anche questo è un aiuto alle famiglie. C’è una bella aria, a Cagliari. Giovani e meno giovani che si avvicinano o si riavvicinano alla politica dopo anni di disinteresse: "Guarda queste persone", mi ha detto un collaboratore durante la serata in piazza con Nichi Vendola, «Sono migliaia e a Cagliari una cosa del genere non accadeva da tempo». C’è una bella aria che sta diventando vento. E a Cagliari quando il vento soffia si sente proprio. Massimo Zedda

 









   
 



 
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