Dentro enormi database incapaci di ricordare incapaci di dimenticare
 











Entro pochi anni noi vedremo la prima generazione di adulti di cui ogni respiro sarà stato trascinato sulla rete. Ogni momento chiave della vita di questa generazione (per esempio una nascita) è stato documentato e distribuito globalmente. Non solo i momenti chiave, naturalmente, ma anche quelli più banali come mangiare una pastasciutta, perdere un treno o avere una brutta giornata in ufficio. Gite sulla neve e cuccioli. Ora queste gite e questi cuccioli non stanno semplicemente "accadendo", ma stanno diventando dati, contribuiscono a costruire un enorme database di memoria distribuita. Ci sono foto digitali condivise: 3 miliardi su Flickr, 10 miliardi su facebook. Prima c’erano i post nei blog, ora ci sono i "tweets" (micropost sulla piattaforma Twitter ndr) - un miliardo in 18 mesi, ci sono i post su Facebook, quelli su Dopplr journals e gli aggiornamenti su Last.Fm Inoltre moltissime di queste tracce che noi produciamo saranno passive osemipassive. Prendiamo Loopt, che ci consente di tracciare noi stessi e i nostri amici tramite gps, pensiamo alle applicazioni che trascrivono i messaggi vocali che lasciamo in una casella postale e che resteranno per un tempo infinito; la prossima canzone che ascolteremo verrà immagazzinata in un database di musica da qualche parte nel mondo; la prossima volta che faremo una foto dal cellulare, ci saranno anche latitudine e longitudine dell’evento stipate in una banca dati di dati.
Credo che la nota più chiara, netta che possiamo "ascoltare" proveniente da tutto questo accumulare di registrazioni - sia attive che passive - è quella che ci dice che sta per essere ridefinito uno degli elementi centrali del significato di un essere umano è cioè la capacità di ricordare. Noi stiamo andando verso una cultura che ha appaltato questa qualità essenzale dell’esistenza alle macchine, ad una vasta e diffusa protesi. È una infrastruttura che già esiste, ma molto presto conosceremo la primagenerazione di adulti la cui vita è stata incastrata li dentro.
Nel 1992 l’artista Thomas Byrle scrisse che il grande errore del futuro sarebbe stato il fatto che tutto sarebbe diventato digitale e che avremmo confuso la memoria con l’immagazzinaggio. In altre parole: ciò che è importante per una memoria genuina, e che fa la differenza rispetto al magazzinaggio è che la memoria umana è imperfetta, fallibile, malleabile. Scompare nel tempo dando prova ed eco di mortalità; la nostra capacità di ricordare, distorcere e dimenticare è quello che fa di noi quello che siamo.
Abbiamo costruito una infrastruttura che rende impossibile dimenticare. E poiché diventa sempre più forte ed entra nella vita di tutti i giorni, renderà impossibile ricordare. Cambiando il significato di ricordare cambia anche il significato di essere.
Ci sono alcune persone - poche - che hanno già una memoria episodica perfetta, total recall, sono casi limite neurologici. Ma in un certo senso sono i messaggeridella cultura che verrà. Uno di essi, Jill Price, è stato presentato così su Der Spigel :
«Oltre ai bei ricordi, restano indelebili nella memoria ogni parola di rabbia, ogni errore, ogni tristezza, ogni shock e ogni momento di dolore». Il tempo non guarisce le ferite per Price. «Io non ho alcuna distanza dal mio passato. È come rivivere la stessa esperienza più e più volte. E quei ricordi attivano in me esattamente le stesse emozioni. È come un lungo film, caotico e senza fine che prende il sopravvento su di me. E non c’è bottone per fermarlo». Si può descrivere così anche la vita di Steve Mann, che ha registrato per anni la propria vita attraverso computer indossabili. Certo questo non è lo scenario futuro, ma come ogni caricatura si basa su aspetti umani che saranno sempre più riconoscibili. La trasformazione, la registrazione e la diffusione del lavoro di Mann saranno "incanalate" nelle nostre azioni quotidiane come già adesso diffondiamo la scrittura su Twitter, lo scatto di unafoto e le tracce del gps.
Tutte queste cose stanno entrando in una memoria "fuoribordo" accessibile (e sfogliabile) ovunque si vada. Oggi è l’ultimo dell’anno (l’articolo è stato chiesto per il 2009 ndr) leggo su Twitter che tre amici, indipendentemente uno dall’altro, stavano guardando su Flickr per ricordare che cosa avessere fatto un anno fa. Mi piacerebbe iniziare il nuovo anno sapendo di poter ricordare che cosa ho fatto un anno fa, ma sapendo che forse potrei averlo dimenticato. Per la generazione futura sarà impossibile dimenticarlo e più difficile ricordarlo. Che cosa cambierà tutto, allora? Sarà la nostra abilità nel ricordare che cosa sia ogni cosa. Che cosa era. E che cosa non era. Kevin Slavin-Digital Technologist; Managing Director, Co-Founder, area/code









   
 



 
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