A partire da ieri 22 giugno è iniziata una campagna di monitoraggio randomizzato delle emissioni nocive dello stabilimento ILVA di Taranto, avviato dall’ARPA Puglia e dalla ASL AA. L’iniziativa ha la finalità di stimare realmente l’esposizione alle emissioni degli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) del personale in servizio presso la cokeria dello stabilimento siderurgico in questione. Inoltre ha anche la finalità di monitorare il rapporto di emissioni alla concentrazione di benzo(a)pirene sull’area urbana di Taranto adiacente all’ILVA. L’ARPA sottolinea che a fine giugno terminerà il monitoraggio straordinario dell’IPA e benzo(a)pirene in sette stazioni dell’area industriale jonica, che è stato effettuato in base alle direttive della regione Puglia.
Ilva di Taranto, allarme inquinamento. Chiesto il sequestro dello stabilimento Chiesto il sequestro dello stabilimento dell’Ilva di Taranto per alti e allarmanti livelli di inquinamento. E’ la richiesta fatta dal Nucleo Operativo ecologico dei carabinieri di Lecce, contenuta in una relazione di una settantina di pagine, con foto e video allegati, e consegnata ieri nell’ambito dell’incidente probatorio relativo all’inchiesta, ancora nella fase delle indagini preliminari. Gli esami del Noe sono durati circa 40 giorni. Nell’inchiesta sono indagati Emilio Riva, il proprietario, il figlio Nicola, e alcuni dirigenti. I reati ipotizzati sono disastro colposo, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto di cose pericolose, inquinamento atmosferico. Nell’Ilva sono occupate circa 13 mila persone più altre migliaia dell’indotto. Ieri sono stati prorogati di sei mesi dal gip del Tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, i termini per la consegna della perizia di cui si stanno occupando alcuni chimici e un ingegnere chimico perindividuare il livello di inquinamento da diossina, Pcb, benzoapirene, Ipa. Il gip Todisco ha affidato l’incarico anche a tre esperti di epidemiologia per stabilire se ci sono dei collegamenti tra questi inquinanti e patologie croniche e decessi nell’area del capoluogo jonico.
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